Tabacco toscano, il futuro è nella filiera

Per Coldiretti Toscana sarà strategico puntare sulla razionalizzazione del comparto, concentrando l'offerta, realizzando accordi di produzione e puntando su ricerca e qualità

Tabacco toscano, il futuro è nella filiera - Plantgest news sulle varietà di piante

Una coltivazione di tabacco. La Toscana è la prima produttrice nazionale

Fonte immagine: © Traumrune - Wikimedia

Il tabacco non è una coltura superata, né un settore secondario dell'agricoltura nazionale. Anzi, l'Italia è il primo produttore europeo. E la Toscana è la regione di punta a livello nazionale e vuole mantenere questo ruolo.

Anche a livello di rappresentanza il nostro paese ha un ruolo di primo piano, con Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale della Coldiretti e già presidente dell'Organizzazione nazionale tabacco, che è stato nominato presidente della Elti, l’Organizzazione interprofessionale europea del tabacco che riunisce gli 11 paesi produttori del vecchio continente.

Un settore che, a livello europeo, produce 185 mila tonnellate di tabacco l'anno, su 90 mila ettari di superficie distribuiti tra Italia, Spagna, Polonia, Grecia, Bulgaria, Francia, Ungheria, Germania, Belgio, Romania e Svizzera , per un valore di 500 milioni di euro.

L'Italia è il maggiore produttore europeo, coprendo circa un quarto della produzione europea, con circa 90 mila ettari distribuiti soprattutto in Campania, Veneto, Umbria e Toscana, e con una filiera che complessivamente offre lavoro ad oltre mezzo milione di persone.

In questo panorama la Toscana è la punta di diamante nazionale, con i suoi oltre 1600 ettari in Val di Chiana e in Val Tiberina dove, con 200 aziende, si concentra l'80% della produzione di foglia intera per la fascia esterna del sigaro toscano fatta con la varietà Kentucky.

Una coltura così radicata al territorio che la varietà Kentucky è stata riconosciuta come prodotto agricolo regionale tradizionale.

Un comparto che è riuscito in questi anni a resistere alle forti oscillazioni che hanno coinvolto il settore, come ha sottolineato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana, che vede nella razionalizzazione delle filiera la chiave per garantire la stabilità.

Il futuro – ha detto De Concilio – è certamente legato alla collaborazione attraverso la razionalizzazione e l’accorciamento della filiera, grazie agli impegni pluriannuali come quello sottoscritto da Coldiretti con Philip Morris Italia, un percorso innovativo, che ha contribuito a porre le basi per migliorare la conoscenza e la capacità di confronto con il mercato, aumentando anche le risorse destinate alla ricerca, offrendo al mercato un prodotto di qualità”.

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