Pero, cresce in Italia

E' in ripresa per produzione e consumi. E' però necessario aggregarsi ed innovarsi.

Pero, cresce in Italia - Plantgest news sulle varietà di piante

L'Europa produce 2,5 milioni di tonnellate è l'Italia è il principale offerente con 850mila tonnellate

Fonte immagine: Agronotizie

I dati Fao dicono che la pera è in crescita nel mondo. Nel 2000 la produzione è stata di oltre 16 milioni di tonnellate mentre nel 2017 le previsioni parlano di circa 25 milioni di tonnellate.
La Cina ha il primato incontrastato con circa 18 milioni di tonnellate prodotte: nel 2014 ha raggiunto il 70% dell'offerta. Nel Sud-Est asiatico spiccano anche India, Giappone e Corea del Sud. L'Europa produce circa 2,5 milioni di tonnellate è l'Italia è il principale offerente con circa 800mila tonnellate. Nel Nord America ci sono gli Stati Uniti d'America con 800mila tonnellate. Nell'emisfero sud vengono prodotti circa 1,5 milioni di tonnellate ed i principali produttori sono: Argentina in primis con 750mila tonnellate, Cile, Sud Africa e Australia.

Diamo un'occhiata al territorio italiano: domina l'Emilia-Romagna che rappresenta il 60% della produzione. L'offerta è concentrata nelle provincie di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna. Due le principali varietà: Abate Fetel per il 70% e William per il 20%. Al momento le pere italiane sono in buona parte destinate al mercato interno. Solo una piccola parte va all'estero anche se il trend è in crescita: nel 2012-2013 sono state 130mila tonnellate e nel 2014-2015 oltre 190mila. Di contro è calato l'import: nel 2016 la quantità è stata di 90mila tonnellate mentre nel 2015 è stata di 110mila tonnellate. (Fonte dati Cso)
 
Le pere Abate Fetel rappresentano il 70% della scelta varietale italiana
(Fonte foto: ©AgroNotizie)
 

Consumi in crescita

Andiamo ai consumi. Dal 2000 al 2013 le famiglie italiane hanno consumato sempre meno pere. Proprio il 2013 è l'annus horribilis della pericoltura italiana, con gli acquisti al dettaglio che sono stati sotto le 300mila tonnellate. Poi i volumi sono tornati a crescere: nel 2016 sono stati di 393mila tonnellate, anche se al di sotto del valore del 2000 che è stato di 465mila tonnellate. Il luogo preferito d'acquisto è la distribuzione moderna. Questi dati individuano una criticità di fondo: la pera soffre una scarsa valorizzazione ed una comunicazione non all'altezza, che l'allontanano dal consumatore medio rispetto ad altri frutti di maggiore appeal.

Però è una vera e propria miniera di benessere, molto indicata nell’ambito di una dieta sana e bilanciata. Nonostante sia un frutto dal sapore altamente zuccherino, presenta un basso apporto calorico. Ma tutto questo non arriva al consumatore che preferisce scegliere altro. Ed anche il packing spesso non invoglia. E' proprio su questi aspetti che è necessario lavorare molto, prendendo spunto da altri settori. C'è sicuramente un enorme potenziale, soprattutto all'estero dove riescono meglio a ricoscere le sue particolarità e le sue qualità.

 
I consumi crescono, anche grazie ad una nuova comunicazione
(Fonte foto: ©Rkrl001-Pixabay)
 

L'unione fa la forza

Due però sono le grandi zavorre che impediscono alla pera italiana di spiccare il volo: concorrenza estera molto forte grazie ai costi di produzione più bassi ed elevata frammentazione produttiva e commerciale. Su quest'ultimo aspetto si inizia a vedere un primo cambiamento: due grosse organizzazioni produttive, Origine ed Opera, rappresentano assieme il 35-40% circa dell'offerta. Entrambe sono l'aggreggazione di più piccole realtà alla ricerca di massa critica e sostenibilità.

Opera è l’unione di oltre mille frutticoltori e di 9 soggetti cooperativi che con impegno e passione coltivano più di 7.500 ettari di pereti. Complessivamente producono circa 700mila quintali di pere. Concentra i propri sforzi principalmente sul mercato italiano. Il suo prodotto è identificabile in termine di visibilità e di notorietà.
Il Consorzio PeraItalia®, creato da Origine Group, nasce con l’obiettivo di commercializzare e promuovere la Pera italiana di qualità sui mercati internazionali. Rappresen­ta 18 soggetti cooperativi per circa 1 milione di quintali di pe­re.
 Il restante 60-65% è formato da una miriade di piccole e medio-piccole realtà non aggregate che continuano a spingere verso il basso il comparto. E' necessario aumentare la concentrazione per dare vita ad un ulteriore impulso positivo, perchè solo così si puo fare massa critica ed evitare 'turbolenze' del mercato.

 
Una novità interessante? Pera a buccia rossa e polpa croccante
(Fonte foto: ©Rkrl001-Pixabay)
 

Il valore passa anche dall'identità

L'avvio della stagione 2017 per il Consorzio della Pera Igp dell’Emilia Romagna è ricco di tante novità. Pochi giorni fa ha infatti ottenuto l’avvallo delle modifiche al disciplinare di produzione, dopo il lungo iter burocratico di valutazione da parte degli organismi competenti. Il nuovo disciplinare, a decorrere dal 31/10/2017, sarà operativo per tutti gli aspetti relativi al post-raccolta ed alla commercializzazione. Dalla prossima stagione saranno attive le nuove indicazioni anche sul pre-raccolta (rese, sesti d'impianto, nuovi comuni).

“Oggi - dichiara Piergiorgio Lenzarini, presidente del Consorzio, in un comunicato - abbiamo un disciplinare più coerente con le esigenze della produzione. Sono entrate a far parte del gruppo Igp anche le due varietà precoci Carmen* e Santa Maria, ampliando il calendario commerciale. Alcuni comuni del territorio di produzione che erano rimasti fuori sono stati integrati. Senza dimenticare che le novità riguardano il numero di piante per ettaro e le indicazioni per la conservazione e la commercializzazione. Abbiamo guardato anche alla qualità, innalzando il grado brix minimo ed il calibro minimo commercializzabile con il marchio Igp. Ritengo che la pera Igp, con le novità messe in campo, sarà un valido strumento per rafforzare l’identità della pera made in Italy che, come sappiamo, è concentrata quasi completamente in Emilia-Romagna”.

 
La varietà Carmen*, pera precoce e di grande interesse
(Fonte foto: ©Civ-Consorzio italiano vivaisti)
 

Innovare le varietà

Per crescere c'è bisogno d'innovazione varietale. Negli ultimi decenni solo pochissime nuove varietà si sono affermate, impedendo quel ricambio generazionale che il mercato esige: i requisiti commerciali sono infatti cambiati. E così l'Italia è rimasta ancorata a poche ed antiche varietà, a parte qualche raro caso come Carmen*.

Quali sono le maggiori caratteristiche richieste? Ve ne sono tante. Ma un esempio possiamo farlo: buccia rossa e polpa croccante, che però risultano essere completamente assenti nel nostro Paese. Il progetto 'Liste di orientamento varietale dei fruttiferi' del Mipaaf-Crea, attivo fino all'anno scorso e durato circa 25 anni, ha valutato diverse pere di questa tipologia: Canal Red, Cascade® Lombocat*, Concorde*, Delbard Premier, Delbard Delice, Delsavor, Dicolor, Harrow Crisp*, Harrow Gold*, Harrow Sweet*, Honey Sweet*, Hortensia®, Isolda®, Preguystar, Red Anjou, Rosired Bartlett, Sensation, Uta®* e Xenia. I risultati non sono stati entusiasmanti, soprattutto per una certa regressività del colore ed instabilità genetica.

Negli ultimi anni c'è però un'ondata di nuove varietà in osservazione che presentano un discreto potenziale: Falstaff*, PE1 UNIBO* Lucy sweet, PE2 UNIBO* Early Giulia, PE4 UNIBO* Lucy Red, Cheeky®, Celina*, Golden Russet® Bosc, Grafin Gepa® Saxonia*, Royal Red Comice, Migo®. E tante altre novità si stanno affacciando alla finestra. L'affermazione passa anche dall'essere innovativi, attrattivi e dal crearsi il giusto spazio nel mercato.

Nel futuro del breeding si guarda anche ad altri elementi: resitenza ad avversità biotiche, resitenza ad avversità abiotiche (es. alte temperature e siccità), costanza produttiva, elevate rese unitarie, elevata qualità dei frutti.
 

Per ulteriori informazione ed approfondimenti visita FuturPera, fiera internazionale sulla pera. Si terrà a Ferrara dal 16 al 18 novembre 2017. Al suo interno il World Pear Forum, una due giorni di convegni dedicati alle tematiche più rilevanti del settore. AgroNotizie e Plantgest sono mediapartner dell'evento e vi aggiorneranno su eventi, espositori e attività. Guarda su Plantgest la pagina dedicata e seguici nelle prossime settimane per scoprire tutte le novità! 
 

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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