Reportage

Proteggersi o assicurarsi? Nel frutteto questo è il dilemma

Le assicurazioni sono in calo e crescono gli impianti di protezione multifunzionali. E' difficile però dire quale sia la soluzione migliore.

Proteggersi o assicurarsi? Nel frutteto questo è il dilemma - Plantgest news sulle varietà di piante

Le polizze agricole negli ultimi due anni sono calate del 20%. Il frutticoltore è sempre più attratto da una difesa attiva

Fonte immagine: ©Maraisea - Pixabay

Negli anni passati l'unico modo per un'agricoltore per protteggersi dai danni atmosferici, e non solo, era assicurarsi. Oggi però le cose stanno cambiando. 

Basta vedere come negli ultimi due anni le polizze agricole hanno subito un crollo del 20% in termini di quantità e del 10% in termini d'impresa. E' quanto emerge dai dati forniti a luglio da Raffaele Borriello, direttore generale di Ismea, nel corso di un'audizione in commissione Agricoltura alla Camera. Quelle che hanno sottoscritto polizze agevolate, solo per le colture, nel 2016 sono state circa 65mila, a fronte di oltre 73mila nel 2015. La prima causa di questo calo è la dinamica negativa dei prezzi agricoli che si sta registrando. Nel 2016 la flessione media è stata del 5,2% e del 6,7% per le coltivazioni. In calo quindi anche i valori assicurati che sono scesi nel 2016 a 7,1 miliardi, contro 7,4 del 2015 e 7,9 del 2014 (Fonte dati: documenti.camera.it).

Sicuramente un'altro aspetto che ha allontanato gli agricoltori dal mondo assicurativo è la lentezza percepita dei pagamenti. Ma a che punto siamo oggi? In un recente convegno dal titolo 'La gestione del rischio: novità e sviluppi del sistema', che si è tenuto il 16 novembre 2017 durante la seconda edizione di Futurpera a Ferrara, Giuseppe Blasi del Ministero delle Politiche agricole ha illustrato la situazione. "Per il 2015 siamo al 50% del dovuto. Nei prossimi giorni verranno rilasciati altri 17-18 milioni di euro per arrivare ad oltre il 60% del dovuto. Per il 2016 ad oggi abbiamo ricevuto più della metà delle domande previste e la percentuale di anomalie è bassissima, rispetto al 2015. Contiamo entro il mese di gennaio 2018 di pagare il 70% del dovuto del 2016. Inoltre il bando 2017 è pronto ed uscirà entro dicembre".

 
Un momento del V Forum internazionale di Asnacodi del 2-3 novembre 2017
(Fonte foto: ©Alessandro Vespa - AgroNotizie)
 

Con Omnibus basta il 20% di perdite

Qualche cosa però nel mondo assicurativo sembra cambiare. Sempre durante l'evento Asnacodi di Ferrara l'On. Paolo De Castro ha comunicato, in diretta da Bruxelles, il via libera al pacchetto agricolo del regolamento Omnibus. Rispetto alla proposta iniziale della Commissione il Parlamento europeo ha deciso una revisione sul tema assicurazioni: lo spostamento dal 30% al 20% la perdita minima di prodotto necessaria per l'attivazione del risarcimento. Inoltre si prevede l'innalzamento dal 65% al 70% dell'intensità del contributo pubblico. Il regolamento entrerà in vigore il primo gennaio 2018.

Con questi dati nel 2018 potremmo ipotizzare una maggiore erogazione dei risarcimenti del 17% ed un risparmio dei costi del 20%. "Grazie a questo risultato - spiega Albano Agabiti, presidente di Asnacodi, durante l'evento di Ferrara - l'agricoltore può avere una grande opportunità: più sicurezza e minori costi. Il 2018 sarà l'anno zero per la ripartenza delle assicurazioni". (Per approfondimenti leggi l'articolo di Barbara Righini su AgroNotizie.it)

 
Copertura polifunzionale nel campo prova della Valente Srl
(Fonte foto: ©Valente Srl)
 

Gli impianti multifunzionali

Oggi però l'agricoltore ha marginalità diverse rispetto al passato. E un danno economico al proprio prodotto, anche se piccolo, diventa insostenibile nell'immediato. In frutticoltura i nuovi sistemi agronomici ed i nuovi impianti di protezione possono aiutare su questo fronte. Il concetto di difesa diventa preventivo, in modo tale da evitare il danno e massimizzare la produzione.
Inoltre questi impianti presentano interazione con altri aspetti: in primis l'innovazione varietale, la sostenibilità ambientale ed economica e la qualità del prodotto. Quindi possono diventare una vera e propria 'arma' agronomica nelle mani dell'imprenditore agricolo. I costi sono sicuramete diversi, così come lo sono le opportunità. 

Abbiamo chiesto all'azienda Valente Srl di Campodarsego (Pd) di farci capire meglio cosa vuol dire proteggersi e quanto costa farlo.
"Oggi i frutticoltori - spiega Alessandro Valente - vogliono proteggersi. E sempre più spesso vogliono farlo in modo polifunzionale. Grazie alla copertura siamo quindi in grado di: proteggere il frutto dalle avversità atmosferiche, creare un microclima favorevole alla coltivazione, stabilizzare le temperature nell'impianto (ombreggiando o lasciando passare più luce in funzione del risultato che vogliamo ottenere), proteggere la pianta, proteggere il frutteto dagli insetti (quali Cimice asiatica, Carpocapsa, Drosophila suzuki), migliorare la qualità del frutto, avere garanzia di produrre in modo tale da poter mantenere le proprie quote di mercato.

I costi per crearlo sono variabili, in funzione di come vogliamo coprire, delle dimensioni dell’impianto e dei sesti d'allevamento. Facciamo un esempio: ipotizziamo di avere un meleto o un pereto di 10 ettari con sesto 3,50x10 metri. Lo vogliamo coprire con il nostro sistema 'Grandine'. Può costare circa 15mila euro/ettaro per i materiali (per copertura antigrandine e struttura di sostegno delle piante). A cui sono da aggiungere i costi delle circa 300 ore/ettaro per l’installazione. Se aggiungiamo il sistema di chiusura per gli insetti sono necessari altri 2.500-3.000 euro/ettaro per completare l’opera. 

In generale comunque -
continua Valente - l’impianto, per essere efficace, deve essere progettato in modo adeguato. Una delle regole fondamentali da seguire è che lo spazio che si crea tra terreno e rete non deve mai superare la larghezza del filare. I pali devono essere in Cap-Cemento armato precompresso con sezione adeguata alle dimensioni dell’impianto, all’altezza della struttura e alle superfici da coprire. L’impianto va ancorato perimetralmente e messo perfettamente in tensione per consentire l’appoggio della rete di protezione e successivo fissaggio, in modo da garantire l’integrale copertura del frutteto".

 
Un altro esempio di meleto con rete antigrandine e pali in Cap
(Fonte foto: ©Valente Srl)
 

La rete fa la sua parte

Per ogni situazione c'è una rete da usare. Ad esempio la rete antigrandine, ma anche la rete ombreggiante, rappresenta un elemento importante dell’impianto di protezione. Senza dimenticare quelle antinsetto. 
Prendiamo la rete antigrandine: nel caso di Valente Srl viene utilizzato il monofilo plastico. Tale materiale è realizzato per estrusione, fondendo e facendo passare attraverso delle griglie forate (estrusori) il polietilene ad alta densità (HDPE). Il filo viene poi termostabilizzato. Il diametro nominale è di 0,31 mm: tale diametro garantisce una resistenza di almeno 3 kg per filo.
"La tessitura delle nostre reti - conclude Valente - è 'a giro inglese', ovvero il tessuto presenta due orditi: uno retto e uno sinuoso che alterna, ad ogni sua trama, la sua posizione a destra e sinistra del filo retto.
Le reti possono essere di diverso colore. Nel caso di quelle usate dalla Valente Srl possono essere bianche, grigie oppure nere. Diamo qualche dato preso dal sito internet dell'azienda di Campodarsego (www.valentepali.com). La rete antigrandine nera ha una grande resistenza meccanica, una lunga durata ed un ombreggio che arriva al 15%. La rete bianca kristall ha una grande resistenza meccanica, un ombreggio contenuto (solo 5%), ma una durata inferiore alla rete nera a causa dell’usura dovuta ai raggi UV. La rete grigia unisce le caratteristiche positive delle prime tipologie.
 

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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