Melanzana, la crisi continua

E' ancora un ortaggio molto importante ma bisogna investire su innovazione, valore aggiunto, differenziazione del mercato ed aggregazione

Melanzana, la crisi continua - Plantgest news sulle varietà di piante

L'Italia è il principale produttore europeo e tra i leader a livello mondiale

Fonte immagine: © JackMac - Pixabay

La melanzana vive oggi una crisi di mercato, che di fatto sta segnando la sua coltivazione in Italia. I fattori che stanno influenzando maggiormente sono: il clima mutevole di questi ultimi anni, i vari accordi commerciali tra Unione Europea e paesi del nord Africa ed il fatto che la Spagna ed altri paesi africani hanno registrato un incremento a doppia cifra di produzione ed export.

Per l'Italia rappresenta un'importante coltivazione: 60 milioni di semi utilizzati all'anno per un valore di circa 3 milioni di euro. Numeri che la collocano tra i principali player mondiali ed europei.  

Al mondo dal 2010 al 2016 c'è stato un incremento di superfici coltivate del 4% (si è passati da 1.717.642 ettari a 1.793.978 ettari) ed un aumento produttivo del 16% (da 44.073.890 tonnellate a 51.288.169 tonnellate). In Europa la situazione è più o meno stabile sia per superfici che per produzione. Trend positivo per i paesi africani, in particolare per quelli del nord e che si affacciano sul Mediterraneo.

 I tre principali produttori sono la Cina con 32.001.667 tonnellate, l'India con 1.255.200 tonnellate e l'Egitto con 1.194.315 tonnellate. In Europa ci sono l'Italia con 317.585 tonnellate, la Spagna con 238.750 tonnellate e la Romania con 116.225 tonnellate (Fonte dati Faostat).
 

LA MELANZANA

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"Il nostro Paese è ancora un importante produttore di melanzana - spiega Salvatore Salamone di Enza Zaden Italia -. La Spagna però ha incrementato molto la propria produzione ed ha aumentato la propria quota destinata al mercato italiano rispetto al biennio precedente. Quest'ultimo aspetto ha contribuito ad aumentare le 'turbolenze' del mercato. Senza dimenticare la pressione del prodotto proveniente dal nord Africa ed i forti costi produttivi. 

Se vogliamo invertire il trend è necessario operare su più fronti: innovazione varietale, aggregazione, valorizzazione ed internazionalizzazione. Come l'innovazione genetica può aiutare per raggiungere questo risultato e per garantire un futuro migliore a questa coltura? Deve individuare ed immettere varietà che abbiano requisiti tali da raggiungere le esigenze del consumatore dal punto di vista qualitativo e contemporaneamente per differenziarsi e per avere il giusto valore.

Enza Zaden ha iniziato una decina d'anni fa a lavorare per innescare questo trend. Il lancio di Velia F1 nel 2012 va in questa direzione. Questa varietà ha permesso di raggiungere quel valore aggiunto tanto inseguito e la creazione di un segmento distintivo che oramai definisce 'la tonda senza spine'.
Velia F1 si distingue nel mercato e non passa inosservata. Il frutto è di forma tondo ovale, a ciclo precoce ed è adatta per coltivazioni in serra e pieno campo. La pianta è vigorosa con eccellente potenziale produttivo. Buona tolleranza al freddo nei cicli invernali. Il frutto ha colore e brillantezza spettacolare, e la forma è innovativa. Eccellente uniformità anche nei cicli lunghi ed al variare delle condizioni ambientali. Bellissimo il calice verde senza spine. La polpa è compatta e solida dall'ottimo sapore dolce".

 
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Per un futuro positivo della melanzana ci vuole innovazione, valore aggiunto e differenziazione
(Fonte foto: © JackMac - Pixabay)
 

Le nuove proposte di Enza Zaden

"Recentemente - continua Salamone - abbiamo inserito nel nostro catalogo altre ed innovative varietà, che ci permetteranno di proseguire sulla strada del cambiamento. In particolare ricordiamo Athena F1, Vestale F1 e Pamela F1"

Athena F1 (E37L.01671): "E' un ibrido di forma allungata - dice la Enza Zaden -, adatto per coltivazioni sia primaverili-estive che autunno-invernali, in serra e pieno campo. La pianta è dotata di eccezionale bilanciamento, si adatta sia alle condizioni di freddo che a quelle con temperature alte e forte luminosità. Il portamento aperto e le foglie non troppo grandi favoriscono l'arieggiamento. Ha un eccezionale potenziale produttivo. Il frutto è lungo con colorazione nera, con buon rapporto lunghezza/diametro. Il calice è verde e senza spine. La partenocarpia conferisce la possibilità di allegare anche in quelle condizioni dove il polline non è vitale. In tale situazione si raccomanda comunque una maggiore attenzione volta al contenimento della Botrite".

Vestale F1 (E37R.01676): "E' un ibrido di forma tondo ovale - dice la Enza Zaden - adatto per coltivazioni primaverili-estive sia in serra che in campo aperto. La pianta è caratterizzata da internodi corti ed ottimo vigore. Ha una costanza produttiva eccellente sia in condizioni di coltivazione su suolo sia fuori suolo. Il frutto è di colore scuro, stabile, lucido con calice verde senza spine e superiore peso specifico".

Pamela F1: "E' un ibrido di forma ovale allungata - dice la Enza Zaden -. Per coltivazioni sia primaverili-estive che autunno-invernali in serra e pieno campo. Molto raccomandata per coltivazioni biologiche, mercato in grande crescita ed interesse. Adatto per ciclo medio precoce. La pianta ha un ottimo bilanciamento della pianta, sia in condizioni di basse che di alte temperature. Ottimo adattamento alla forte luminosità. Elevatissimo e costante potenziale produtttivo lungo tutto il ciclo di coltivazione. Il frutto è molto elegante con una colorazione molto scura e brillante. La forma è di tipo ‘mezza lunga ovale’. Ottima resistenza alla manipolazione del frutto ed eccellente conservabilità post raccolta"

 
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Autore: Lorenzo Cricca

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