Corilicoltura, Città della Nocciola chiede un tavolo nazionale

Il direttivo dell'associazione ne ha ribadito la necessità all'incontro di ieri con il sottosegretario Pesce al Mipaaft. Il presidente D'Acunto: "Serve un Piano corilicolo come luogo di confronto per avere strategie condivise"

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Il direttivo di Città della Nocciola al Mipaaft

E' necessario convocare al più presto un tavolo corilicolo per arrivare ad un nuovo piano nazionale del settore. La richiesta arriva dal direttivo dell'associazione nazionale Città della nocciola, che, guidato dal presidente Rosario D'Acunto e dal direttore Irma Brizi, su mandato della 14° Assise nazionale, tenutasi a Castellero d'Asti 14 ottobre 2018, ha incontrato ieri a Roma il sottosegretario di Stato Alessandra Pesce al Mipaaft, per parlare del preoccupante scenario attuale della corilicoltura.

"Il lavoro fatto dieci anni or sono dal tavolo corilicolo nazionale colmò un vuoto di governance in un settore strategico - ha ricordato il presidente  D'Acunto -. Il Piano corilicolo 2010-2012 ha saputo affrontare le emergenze, i ritardi e dare una prospettiva, purtroppo negli ultimi cinque anni siamo ripiombati in una situazione di vuoto e di smarrimento senza né una regia condivisa, né un luogo di confronto vero come il tavolo era diventato". Il sottosegretario di Stato Alessandra Pesce ha apprezzato il lavoro dell'Associazione a cui ha chiesto piena collaborazione e ha espressamente dichiarato di voler ridare fiato ai diversi tavoli, tra cui il tavolo corilicolo nazionale. Ha, inoltre, dichiarato di credere fermamente nell'azione di coesione e concertazione che bisogna portare avanti, nonché di essere molto attenta sulle sollecitazioni che sono state presentate tra cui il rischio aflatossine e i danni da fauna selvatica.

Una delle preoccupazioni, si legge nella nota di Città della Nocciola, viene dal Progetto Nocciola Italia promosso dalla Ferrero hazelnut company che rischia di spostare le produzioni dalla collina alla pianura con conseguente abbandono delle aree interne meno produttive e a rischio idrogeologico e spopolamento. "La nocciola è sempre stata una risorsa economica per i territori più deboli - è riportato nel comunicato -. Spingere le regioni italiane alla coltivazione in aree poco vocate ha un impatto dannoso per i territori, compromette la biodiversità, riduce le qualità sensoriali, aumenta i consumi idrici, impone una perfezione del prodotto che solo i fitofarmaci possono garantire, comporta un calo dei prezzi e altera i paesaggi".

Altro tema al centro dell'incontro è stata l'emergenza della cimice asiatica e la necessità di implementare progetti di ricerca di respiro nazionale, ed è stata ribadita la necessità di dare priorità a ricerca e al trasferimento di innovazione nell'agenda di lavoro del tavolo.

Negli ultimi mesi si è consolidata strategicamente la collaborazione con il territorio spagnolo di produzione dell'Avellana De Reus Dop per creare un dialogo comune con l'Unione europea sulle criticità del comparto (iniziando dalle aflatossine ai danni provocati da ghiri, cinghiali e caprioli). Inoltre, appare non più rinviabile la costituzione di un catasto corilicolo nazionale e contestualmente emerge la necessità di costruire delle linee strategiche comuni che permettano un armonico utilizzo degli aiuti comunitari ai vari stati membri.

Inoltre, l'Associazione ha richiesto di definire nel regolamento comunitario la possibilità di accedere a contributi per coprire la fase improduttiva dei nuovi impianti per il mancato reddito (esclusivamente per le aree interne).

Il presidente D'Acunto ha dichiarato: "La nuova programmazione europea 2021-2027 assegna un importante ruolo di programmazione strategica al ministero, pertanto il tavolo di filiera potrebbe svolgere un'attività operativa nella definizione delle priorità del settore, in una logica nazionale, unitaria e condivisa".

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