Go-Card: coltivare il cardo per fare reddito anche in terreni marginali

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Il cardo è una coltura che non richiede irrigazioni e anche in terreni difficili e marginali può fornire interessanti produzioni

Fonte immagine: Agronotizie

Contrastare l'abbandono dei terreni in precedenza coltivati a cereali e contrastare l'erosione dei suoli; aumentare il reddito degli agricoltori con l'inserimento della coltura del cardo nei terreni a marginalità economica; produrre proteine vegetali che possono sostituire la soia utilizzata in zootecnia; produrre biomassa; estrarre olio per produrre bioprodotti; riqualificare terreni a rischio di abbandono: sono questi gli obiettivi del progetto Go-Card finanziato dal Psr della Regione Toscana.

Per raggiungere il suo scopo, Go-Card vuole sviluppare una filiera innovativa - olio, biomassa lignocellulosica, pannello proteico - proprio attraverso la coltivazione del cardo, una specie poliennale a triplice attitudine.
In termini di economia circolare, il cardo oggetto del progetto (una varietà selezionata idonea alla trasformazione nei processi di lavorazione della bioeconomia, quindi non quello selvatico o la comune varietà Mariana) può fornire diversi prodotti oltre a olio e cellulosa. Ad esempio, una volta che l'olio è stato estratto dai semi, il panello residuo può essere usato come farina ad alto contenuto proteico per l'alimentazione animale, come parziale sostituto della soia. Inoltre, altre molecole attive possono essere utilizzate nella produzione di nutraceutici e farmaci, mentre i residui della lavorazione possono essere utilizzati per produrre energia, fertilizzanti e lettiere per animali.

Il cardo è una coltura che non richiede irrigazioni e anche in terreni difficili e marginali può fornire interessanti produzioni.

Cardo
(Fonte foto: Go-Card)

Il progetto coinvolge attivamente alcune aziende agricole toscane, sia biologiche che convenzionali, attraverso la coltivazione di campi pilota, per sviluppare le modalità più adatte alla gestione del raccolto.

Tra il 2018 e il 2019 sono stati seminati circa 15 ettari in due zone della Regione Toscana caratterizzate da terreni diversi tra di loro. Ciò ha permesso di osservare che per l'insediamento della coltura anche in zone montane, la semina precoce in primavera è più adatta rispetto alla semina autunnale. La semina in aprile, inoltre, si adatta meglio alle esigenze del raccolto e al programma degli agricoltori. In autunno, invece, il verificarsi di condizioni idonee alla semina è molto ridotto per l'elevata frequenza di piogge e la competizione con i tempi di semina di cereali invernali e prati invernali. Ritardare la semina autunnale, inoltre, espone le giovani piante al rischio di danni dovuti alle gelate.

Contemporaneamente alle prove di semina, si è iniziata a testare la somministrazione di razioni contenenti farina di cardo per l'alimentazione di bovini da carne: da giugno 2019 sedici animali sono stati alimentati con una dieta sperimentale basata sulla sostituzione del 50% della farina di soia con farina di cardo. Rispetto ai sedici capi del gruppo di controllo, che continuano a essere nutriti in modo tradizionale con farina di soia, i bovini sottoposti a test crescono regolarmente, appaiono sani e dimostrano di apprezzare la farina di cardo. All'osservazione, non ci sono differenze tra i due gruppi in termini di prestazioni di produzione.

Nei prossimi mesi verranno condotte anche analisi cliniche per valutare le differenze nelle proprietà e nella qualità della carne. Ulteriori indagini riguarderanno gli effetti nutraceutici sugli animali e la qualità dei prodotti derivati dovuti alla presenza di sostanze attive nella farina di cardi.

Go-Card sta anche sperimentando l'utilizzo della biomassa lignocellulosica residua del cardo per alimentare biomasse locali e centrali ibride biomasse-geotermiche. In aggiunta, il progetto approfondisce le potenzialità per la produzione di miele di cardo monofloreale.

Gli studi in corso porteranno a un'analisi di sostenibilità agronomica ed economico-ambientale della coltivazione di cardo in Toscana. Tra i fattori da non sottovalutare e di maggiore interesse già riscontrato dal sistema allevatoriale regionale c'è la possibilità di ottenere fonti proteiche non Ogm italiane, consentendo quindi di ridurre la dipendenza dalle importazioni estere.

Maggiori informazioni in questo sito.
Contatto per informazioni: go.toscana@coldiretti.it

Tabella: Go-Card
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