Mele, aggiornamenti dal mercato 2021-2022

Nel dicembre scorso le vendite hanno segnato un buon andamento per tutte le varietà e la campagna di commercializzazione appare meglio orientata nel mercato interno che all'estero. Preoccupano gli aumenti dei costi in generale e le difficoltà logistiche

Mele, aggiornamenti dal mercato 2021-2022 - Plantgest news sulle varietà di piante

Il punto nel corso della riunione del Comitato Marketing di Assomela (Foto di archivio)

Fonte immagine: © cooperr - Adobe Stock

Valutare l'andamento di mercato e gli elementi che lo stanno influenzando fortemente, in particolare l'aumento generalizzato dei costi e i problemi legati alla logistica.

Questo al centro della consueta riunione del Comitato Marketing di Assomela dello scorso 18 gennaio.

In merito al mercato, le vendite nel mese di dicembre hanno fatto segnare un buon andamento tendenzialmente positivo per tutte le varietà, a 158.960 tonnellate, superiore di poco alla quota venduta lo scorso anno ed in linea con le stagioni precedenti.

Le giacenze di mele da tavola al primo gennaio si riducono a quota 1.198.597, tra le più basse registrate negli ultimi anni, complice anche la minore disponibilità di mele destinate al mercato fresco rispetto alle stagioni precedenti.

La campagna di commercializzazione appare meglio orientata nel mercato interno che all'estero: in Unione Europa per alcuni Paesi non si registra una domanda particolarmente sostenuta e le difficoltà logistiche e l'aumento dei costi non aiutano a rendere i flussi particolarmente regolari.

A livello varietale, le vendite di Golden Delicious a dicembre sfiorano le 50mila tonnellate, anche se qualche problema si registra per i calibri più piccoli che sono più difficili da collocare sul mercato.
Segna una buona performance la Gala, le cui vendite hanno rispettato i piani di decumulo, con 35mila tonnellate di prodotto venduto nel mese di dicembre.
Prestazione soddisfacente per la Red Delicious, con giacenze tra le più basse degli ultimi anni, a 113.548 tonnellate, anche grazie alla maggiore recettività del mercato indiano, e per la Granny Smith, con vendite a dicembre superiori alle 10mila tonnellate.
Per la Fuji, invece, il mercato è stato più lento, con vendite inferiori rispetto alle stagioni passate, ma con una giacenza in linea con le annate precedenti.

A preoccupare maggiormente gli operatori sono l'aumento dei costi in generale, sia per l'energia che per gli imballaggi, a cui si aggiungono le difficoltà legate alla logistica, per il reperimento di mezzi di trasporto e container per l'esportazione verso Paesi terzi.

Forte il timore che le maggiori spese possano ricadere interamente sui produttori se non redistribuite lunga la catena di approvvigionamento. Su questi aspetti Assomela segnala la necessità di interventi concreti sia per favorire accordi per una più equa distribuzione dei costi tra i diversi attori della filiera, sia per interventi tesi ad equilibrare il mercato dell'energia.

All'export, come accennato, di fronte ad una buona domanda, si devono limitare le spedizioni a causa di una minore disponibilità di container, con costi a volte addirittura triplicati. Una situazione che rende piuttosto complicato fare programmi e che colpisce anche i Paesi produttori dell'Emisfero Sud, per i quali i costi di logistica impatteranno fortemente sulla capacità di export, per loro vitale.

Inoltre a livello internazionale la pressione di Iran e Turchia, ma anche di altri Paesi dell'Asia Centrale, rende il mercato estremamente competitivo.

Pur con qualche disagio, risulta ancora sufficientemente gestibile il personale stagionale nelle strutture di lavorazione. Importante sarà in ogni caso anticipare ragionamenti e programmi adeguati per garantire la disponibilità di manodopera preparata per i lavori di campagna, in particolare dall'inizio del mese di giungo con il diradamento manuale per arrivare alla raccolta.

Per quanto riguarda invece il settore del trasformato, al momento le quotazioni sono in linea con quelle dello scorso anno, a fronte però di costi maggiori. La pressione sul mercato non è eccessiva, anche grazie alla buona domanda statunitense, ma anche in questo caso le difficoltà legate alla logistica e alla disponibilità ridotta del personale rendono più difficoltose le vendite.

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