Mais, produzione a picco in Veneto

Il Consorzio agrario di Treviso e Belluno lancia l’allarme: negli ultimi tre anni ridotta del 40% la superficie investita a mais nella Marca. Nel 2016 prevista un’ulteriore diminuzione del 15%

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Il Consorzio agrario di Treviso e Belluno, anche quest'anno, porta avanti alcune iniziative a livello locale per incentivare la produzione di mais

Fonte immagine: © Dusan Kostic - Fotolia

E’ crisi per il mais in Veneto, precisamente nella provincia di Treviso. Gli ultimi tre anni nella Marca, infatti, sono stati disastrosi per il cereale, la cui produzione, secondo il Consorzio agrario di Treviso e Belluno, è calata di quasi un terzo tra il 2013 e il 2015 e diminuirà di un ulteriore 15% in base alle previsioni dell’annata in corso. Numeri impietosi, fotografati dalla drastica riduzione della superficie investita a mais nel trevigiano, passata dai 41mila ettari del 2013, ai 25mila del 2015.

Una crisi che è effetto del continuo abbassamento del prezzo del cereale, sceso dal valore dei 210 euro per tonnellata nel 2013, agli attuali 160 euro per tonnellata (-25%), che ha spinto gli agricoltori locali ad abbandonarne la produzione.

“Sembra una crisi irreversibile, ma non possiamo lasciare andare questa situazione senza intervenire” commenta Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio agrario di Treviso e Belluno. “Il mais è una materia prima fondamentale per tutto il sistema agricolo, non solo per i suoi più comuni derivati, come la polenta, ma anche per l’industria zootecnica, che lo utilizza ad esempio per l’alimentazione degli animali. Oggi, purtroppo, molti allevatori sono costretti ad acquistare mais all’estero, perché non riescono a reperire il prodotto nel nostro territorio”.

D’altra parte, la crisi della cerealicoltura, è diffusa su tutto il territorio nazionale e si è abbattuta non solo sul mais, ma anche su altre colture, come la soia. Il Consorzio agrario di Treviso e Belluno porta avanti alcune iniziative a livello locale per incentivare il seminativo ed anche quest’anno, il terzo consecutivo, corrisponderà per il mais bianco un prezzo pari a quello stabilito dalla borsa merci per il mais giallo, con in aggiunta un bonus di dieci euro per ogni tonnellata di raccolto.
L’incentivo verrà garantito sulla base di accordi commerciali di filiera, che valorizzano la produzione di mais bianco sostenibile, certificato con standard Csqa “Dtp112 cereali e semi oleosi sostenibili”.

“Si tratta di un segnale che la nostra azienda cerca di dare all’agricoltura, ma è chiaro che sono necessarie misure più strutturali” prosegue Flavio Brunetta. “A tal proposito ci appelliamo alle istituzioni che governano il mondo dell’agricoltura affinché intervengano con politiche di sostegno al reddito delle aziende in questa difficilissima congiuntura e ridare così slancio all’attività dei maiscoltori ed allevatori. Senza dimenticare che non si tratta solo di una questione di reddito, ma anche di un patrimonio tecnico e di conoscenze da salvaguardare: i nostri agricoltori nel corso degli anni si sono attrezzati per realizzare prodotti di eccellenza, facendo tesoro di una tradizione e di un metodo di lavoro vocati alla qualità ed alla tutela dell’ambiente.

“Il nostro impegno, come azienda che collega la produzione agricola a quella industriale, resta proprio quello di tutelare la qualità del prodotto che immettiamo nel mercato” conclude il presidente del Consorzio. “I nostri protocolli di certificazione garantiscono tracciabilità e sostenibilità economica, ambientale e sociale delle produzioni. E’ un questione di sicurezza della filiera alimentare, di offrire al consumatore l’opportunità di acquistare latte, carni o formaggio, provenienti da animali nutriti con mais prodotto a Treviso e non in altri Paesi, di cui possiamo garantire metodi e qualità di produzione”.

Autore: G R

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