2018
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Come fare per…
Fragola, si punta sulla qualità. Quali varietà scegliere?
La redazione di Plantgest ha chiesto a Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea-Ofa di Forlì, di accompagnarci in un viaggio da sud a nord dell'Italia per farci capire quali sono le varietà più coltivate.
Oggi il consumatore vuole fragole sempre più buone e belle. Per questo motivo l’innovazione varietale e tecnica sono elementi imprescindibili per il futuro della fragolicoltura moderna. Bisogna però anche creare un mercato che voglia, apprezzi e remuneri questi prodotti e loro qualità: allora sì che avremo un vero rinnovamento del comparto fragolicolo italiano.
Ma quali sono le varietà che in questo momento offre il mercato e che puntano proprio sulla qualità come valore aggiunto? Abbiamo chiesto a Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea-Ofa di Forlì, di essere il nostro moderno Virgilio e di accompagnarci in questo viaggio da sud a nord dell'Italia.
Ma cosa significa qualità? Per me si tratta di un mix di elementi su cui i breeder italiani hanno negli ultimi anni lavorato molto: elevato grado brix, giusto equilibrio zuccheri/acidi, consistenza della polpa, colore rosso scuro brillante del frutto, giusta pezzatura del frutto. Questo perché il consumatore vuole fragole buone ma anche belle da vedere".
Buone e belle. Così il consumatore vuole le fragole
"Qui la varietà più coltivata è Florida Fortuna®*- continua Baruzzi -, che è presente in oltre l’80% degli impianti. E' particolarmente apprezzata come pianta fresca ‘cima radicata’ per la notevole precocità di maturazione, associata ad elevata produzione e buona pezzatura dei frutti. Le performance qualitative migliori le ottiene però nelle raccolte che vanno dall'inizio di dicembre alla fine di febbraio. Nelle raccolte che vanno da marzo ad aprile, con l'aumento delle temperature, perde in tenore zuccherino e consistenza della polpa".
"La principale varietà è Sabrosa* - prosegue Baruzzi -. Le sue performance qualitative sono però esaltate dall'utilizzo della pianta fresca a radice nuda, che ha consentito quel flusso produttivo della pianta più regolare e meglio distribuito nel tempo. La sua forma conica allungata, il suo colore rosso brillante e gli acheni piccoli e visibili in superficie, la rendono riconoscibile tra mille già alla vista. La polpa è rossa e croccante (durezza media ≥ 350 g/cm2) che rivela aroma persistente e un retrogusto intenso, combinazione nata dal perfetto equilibrio tra acidi e zuccheri (°Bx ≥ 7,5)".
La Candonga Fragola Top Quality®, dal sole della Basilicata
La fragolicoltura cesenate è sempre di meno a pieno campo
"Due le varietà più interessanti: Garda* e Eva*. Garda* è molto produttiva in primavera ma offre buone performance anche nel periodo autunnale. Il frutto presenta una buona pezzatura, bella forma conica regolare, e colorazione rosso brillante uniformemente distribuita. La polpa è molto consistente e resistente alle manipolazioni, il sapore è dolce con acidità equilibrata. Eva* presenta un frutto di forma conica-allungata, grossa pezzatura, buona consistenza della polpa, elevata shelf-life e buona dolcezza ed aroma".
Altra cultivar unifera d'interesse è Darselect. Negli ultimi anni si stanno testando anche nuove varietà rifiorenti. Tra tutte ricordiamo Murano* e Irma*".
Piantine fresche di fragola pronte per essere vendute e messe a dimora
Ma quali sono le varietà che in questo momento offre il mercato e che puntano proprio sulla qualità come valore aggiunto? Abbiamo chiesto a Gianluca Baruzzi, ricercatore del Crea-Ofa di Forlì, di essere il nostro moderno Virgilio e di accompagnarci in questo viaggio da sud a nord dell'Italia.
Fragole buone tutto l'anno
"E' necessario fare due considerazioni iniziali - spiega Baruzzi -: oramai in Italia possiamo produrre fragole tutto l’anno e la qualità è un elemento sempre più importate. La fragola così si è destagionalizzata. Il consumatore non ha quindi più bisogno di chiedersi se siamo in stagione o da dove arrivano. Basta con gli pseudo-chef che vanno in televisione a dire che a gennaio non si possono mangiare fragole italiane o che mangiarle è come se ci cibassimo di barbabietole.Ma cosa significa qualità? Per me si tratta di un mix di elementi su cui i breeder italiani hanno negli ultimi anni lavorato molto: elevato grado brix, giusto equilibrio zuccheri/acidi, consistenza della polpa, colore rosso scuro brillante del frutto, giusta pezzatura del frutto. Questo perché il consumatore vuole fragole buone ma anche belle da vedere".
Buone e belle. Così il consumatore vuole le fragole
(Fonte foto: ©AgroNotizie)
Ecco la Sicilia
In questo ambiente le piante presentano un'attività vegeto-produttiva continua che va dall’autunno all’inizio dell’estate. Il trapianto viene effettuato generalmente nella seconda decade di settembre per le piante 'cime radicate', e un mese dopo per le piante fresche 'a radice nuda'. La forzatura delle piante viene eseguita normalmente nei primi giorni di novembre."Qui la varietà più coltivata è Florida Fortuna®*- continua Baruzzi -, che è presente in oltre l’80% degli impianti. E' particolarmente apprezzata come pianta fresca ‘cima radicata’ per la notevole precocità di maturazione, associata ad elevata produzione e buona pezzatura dei frutti. Le performance qualitative migliori le ottiene però nelle raccolte che vanno dall'inizio di dicembre alla fine di febbraio. Nelle raccolte che vanno da marzo ad aprile, con l'aumento delle temperature, perde in tenore zuccherino e consistenza della polpa".
Ecco la Basilicata
Qui oggi si produce da novembre a maggio, con un picco che va da marzo a maggio. Ampliare il calendario di produzione è stato fondamentale per la fragolicoltura lucana in quanto è stato possibile produrre fragole di qualità con caratteristiche organolettiche costanti per un ampio periodo."La principale varietà è Sabrosa* - prosegue Baruzzi -. Le sue performance qualitative sono però esaltate dall'utilizzo della pianta fresca a radice nuda, che ha consentito quel flusso produttivo della pianta più regolare e meglio distribuito nel tempo. La sua forma conica allungata, il suo colore rosso brillante e gli acheni piccoli e visibili in superficie, la rendono riconoscibile tra mille già alla vista. La polpa è rossa e croccante (durezza media ≥ 350 g/cm2) che rivela aroma persistente e un retrogusto intenso, combinazione nata dal perfetto equilibrio tra acidi e zuccheri (°Bx ≥ 7,5)".
La Candonga Fragola Top Quality®, dal sole della Basilicata
(Fonte foto ©Club Candonga)
Ecco la Campania
Attualmente la produzione inizia nel mese di gennaio per arrivare al picco produttivo ad aprile. C'è poi anche un'ulteriore periodo che si protrae fino alla fine dell'estate o all'inizio dell'autunno. Dire Piana del Sele, oggi, significa descrivere un’area fragolicola di elevato interesse. L'allargamento temporale di raccolta è dato dall'uso della pianta fresca 'a radice nuda' rispetto a quella frigoconservata. "Sabrosa* rimane importante anche in questo areale produttivo. Negli ultimi anni si sta affermando anche Sabrina*".Ecco la Romagna
"Qui le piante usate sono tutte frigoconservate - afferma Baruzzi - e messe a dimora tra la metà e la fine di luglio dell'anno precedente. Andranno in produzione tra aprile (coltivazione in coltura protetta) e maggio (coltivazione in pieno campo). La prima scelta è sempre di più quella su cui si sta indirizzando per garantire una protezione alle piante ed ai frutti in caso di andamento climatico anomalo. Una delle varietà più apprezzate in termini di qualità è la Pircinque*. Essa presenta un ottimo aspetto, una buona consistenza della polpa ed un'elevata dolcezza che rende i frutti molto saporiti. Attenzione però: non è molto produttiva. Questo elemento è in questo areale ancora invalidante visto che l'aspetto qualitativo non è visto come un valore da premiare da parte delle organizzazioni dei produttori che devono poi liquidare a fine anno i propri soci. Si ricordano anche Clery*, Sibilla* e Tea NF633*".La fragolicoltura cesenate è sempre di meno a pieno campo
(Fonte foto: ©AgroNotizie)
Ecco il Veneto
Qui si parte con il trapianto estivo utilizzando piante frigo-conservate. Due i momenti produttivi: il primo in autunno, 40-50 giorni dopo la piantagione e grazie all'uso del tunnel veronese, ed il secondo nella primavera successiva."Due le varietà più interessanti: Garda* e Eva*. Garda* è molto produttiva in primavera ma offre buone performance anche nel periodo autunnale. Il frutto presenta una buona pezzatura, bella forma conica regolare, e colorazione rosso brillante uniformemente distribuita. La polpa è molto consistente e resistente alle manipolazioni, il sapore è dolce con acidità equilibrata. Eva* presenta un frutto di forma conica-allungata, grossa pezzatura, buona consistenza della polpa, elevata shelf-life e buona dolcezza ed aroma".
Ecco il Trentino Alto-Adige
Oggi le produzioni trentine di fragola sono ripartite tra fuori suolo e pieno campo, con netta prevalenza delle prime. "La varietà più coltivata è Elsanta - dice Baruzzi -, in doppio ciclo o monociclo programmato. L'epoca di raccolta principale è il periodo estivo. Nel caso della coltivazione programmata (oramai la maggior parte dei casi) si mette a dimora le piante tra aprile e luglio per raccogliere poi tra giugno e novembre.Altra cultivar unifera d'interesse è Darselect. Negli ultimi anni si stanno testando anche nuove varietà rifiorenti. Tra tutte ricordiamo Murano* e Irma*".
Piantine fresche di fragola pronte per essere vendute e messe a dimora
(Fonte foto: ©Salvi Vivai)
Ecco il Piemonte
Per la fragolicoltura piemontese i sistemi di coltivazione che attualmente si adottano sono numerosi. In Piemonte i periodi di raccolta differiscono significativamente in funzione dell’altitudine, delle condizioni climatiche e delle tipologie di fragola utilizzate. I primi stacchi delle unifere si hanno a metà aprile nelle zone collinari del Roero per poi terminare a fine maggio-inizio giugno nelle aree pianeggianti dell'alessandrino e del cuneese. Per le rifiorenti delle aree pedomontane, caratterizzate da clima estivo fresco, la raccolta scalare va da fine giugno sino all’autunno inoltrato. "Qui le varietà sono le stesse usate in Romagna - conclude Baruzzi - e nel Veronese per ambienti pianeggianti e quelle del Trentino Alto d'Adige per gli areali più montani".
Autore: Lorenzo Cricca
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