Reportage

Salvate il mais italiano

Il settore è in crisi. A rischio l'intero sistema maidicolo e le produzioni tipiche italiane. La 'Giornata del Mais 2018' tenutasi il 26 gennaio 2018 a Bergamo prova ad indicare la via della ripresa.

Salvate il mais italiano - Plantgest news sulle varietà di piante

Le rese nel 2017 sono crollate del 15% rispetto al 2016 e del 6,7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni

Fonte immagine: ©AlexasFotoscorn-Pixabay

Arrestare il trend negativo del mais italiano che dura da dieci anni ed evitare così un crollo produttivo che metterebbe a rischio le produzioni tipiche italiane. E' questo in sintesi il messaggio che arriva dalla 'Giornata del Mais 2018' che si è tenuta il 26 gennaio 2018 presso la Camera di Commercio di Bergamo, tradizionale appuntamento dove la filiera, il mondo della ricerca e le istituzioni fanno il punto sulla coltura.

Abbiamo chiesto a Carlotta Balconi, Responsabile della Sede di Bergamo del Crea Cerealicoltura e Colture Industriali, di rispondere ad alcune domande proprio sul tema mais e sulle sue criticità.
 

Qual è la situazione del mais italiano?

"E' critica e pone in evidenza lo stesso rischio di sopravvivenza delle aziende e dei sistemi di stoccaggio, visto che le quotazioni sono distanti dal coprire i costi di produzione. Ed il 2017 è stato tra gli anni più difficili, a causa anche dell'estate calda e siccitosa".
Le rese sono crollate del 15% rispetto al 2016 e del 6,7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Si segnala anche una contrazione delle superfici coltivate: nel 2017 gli ettari sono stati circa 650mila mentre poco più di un decennio fa erano oltre il milione.

 
Un campo di mais nella pronvincia lombarda
La crisi mette a richio il settore mais e le produzioni tipiche alimentari
(Fonte foto: ©Donatello Sandroni)

Che cosa chiede la filiera?

"Quattro sono i macro punti su cui si chiede di focalizzarsi: promuovere e supportare innovazioni agronomiche mirate ad aumentare rese e sanità del mais, sostenere la rete di sperimentazione pubblica, valorizzare le infrastrutture del sistema di stoccaggio, armonizzare gli interventi normativi e di politica del settore. Senza questo il futuro non pare roseo. Non dimentichiamo che il mais è strategico per la nostra zootecnia e per la tenuta dei suoi prodotti-simbolo. E' fondamentale individuare delle soluzioni operative per ridare fiducia agli agricoltori.
In quest'ottica è già operativo un progetto triennale (2014-2017) supportato dal Mipaaf chiamato 'Rete qualità cereali plus - Mais'. I risultati finali con criticità e azioni per contrastarle sono stati inseriti nel 'Documento tecnico criticità Mais', presentato proprio in occasione di questo evento".

La sintesi dei risultati dei primi 18 mesi (2014-2016) del Progetto RQC- MAIS sono pubblicate sul sito Mipaaf al seguente link: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1942.

 
Pannocchia di mais in stato avanzato di maturazione
Durante l'evento è stato presentato il 'Documento tecnico criticità Mais'
(Fonte foto: ©Couleur-Pixabay)

Può indicarci alcune di queste criticità?

"Spaziano dal controllo degli stress biotici e abiotici all'implementazione delle rese e redditività della coltura, dalla scelta varietale al ripristino dell'auto approvvigionamento nazionale, dalla valorizzazione della qualità alla fruibilità dei risultati della ricerca e sperimentazione a favore della filiera. Questo cereale è alla base dell'alimentazione di tutto il patrimonio zootecnico del Paese.
Senza mais italiano non potremmo avere tutte le produzioni Dop simbolo del made in Italy alimentare nel mondo. Basta pensare ai salumi ed ai formaggi: nei loro disciplinari di produzione si deve usare mais nei mangimi per almeno il 50% del volume totale. Risollevare il mais italiano vuol dire sostenere l'intero settore e dare una spinta a tutto il made in Italy alimentare".


 

Come l'innovazione tecnica e tecnologica può aiutare il settore?

"E' possibile recuperare competitività tramite l'innovazione agrotecnica. Ma anche grazie al miglioramento produttivo e qualitativo, in particolare modo verso la granella. L’adozione di tecnologie di agricoltura di precisione (ad es. l’impiego di sistemi di georeferenziazione e della semina variabile), le lavorazioni conservative e l'impiego di biostimolanti costituiscono strumenti utili per migliorare l’efficienza dei mezzi tecnici, ottimizzandone l’impiego, la dose e conseguentemente contenendo i costi. Tutto a favore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica del settore mais".

 
Alcune piantine di mais nella prima fase di germogliazione dal terreno
L'innovazione tecnologica e varietale può aiutare la ripresa del settore
(Fonte foto: ©Kws)

L'acqua è un elemento importante per il mais. Quali sono le nuove soluzioni irrigue?

"L’aumento dell’efficienza dell’irrigazione è un obiettivo strategico per il rilancio della coltura maidicola, anche in considerazione dell’andamento meteorologico delle recenti annate. Il 2017 è stato un anno difficile, caratterizzato da un’estate particolarmente calda e siccitosa. Le piante sono state in un elevato e continuo stress idrico e termico, con ripercussioni negative in termini di resa. Solo irrigando era possibile salvare il raccolto. Le nuove soluzioni irrigue per il mais includono: la microirrigazione a goccia (tramite ala gocciolante in superficie o sub-irrigazione) ed alcune tecnologie avanzate (es. pivot a rateo variabile). Tali impianti hanno mostrato un’elevata efficienza irrigua con risparmio di volumi, rispetto all’irrigazione per scorrimento, compresi tra il 50 e l’80% in dipendenza dal suolo e dall’andamento meteorologico".

 

Qual è la situazione in termini d'innovazione varietale?

"Il rilancio passa anche attraverso varietà innovative e sementi di qualità. Per prima cosa bisogna individuazione nell'ambito dell'ampio panorama varietale nazionale quegli ibridi più performanti ed idonei alle varie condizioni ambientali, agronomiche e di destinazione d'uso. In quest'ottica bisogna potenziare le Reti Nazionali di confronto varietale.
Poi è necessario creare nuove varietà per massimizzare le rese e la sanità della granella, senza dimenticare il miglioramento della qualità e la differenziazione genetica adattandola alle esigenze di diversi segmenti di utilizzo del mercato: zootecnia (trinciato, pastone e granella), industria alimentare, specialties; resistenza agli stress abiotici (termico ed idrico), all’allettamento, biotici (funghi micotossigeni, insetti fitofagi)".


 
Particolare di pannocchia di mais
Il problema micotossine è in crescita. 

Com'è la situazione sulle micotossine?

"Nell'ultimo decennio il problema delle micotossine, contaminanti naturali prodotte dall'attività di muffe, ha profondamente influenzato le filiere e i mercati dei cereali, mais in primis. Tale problematica è ormai riconosciuta sia in ambito scientifico che legislativo, visto l'impatto sanitario, economico e commerciale che hanno. E deve essere considerata come un evento ordinario e affrontato con tale logica. Obiettivo primario nel settore dei cereali destinati sia all’alimentazione umana, che alla zootecnia, è quindi il controllo e la riduzione di questo fattore di rischio. La prevenzione risulta essere la migliore strategia, purché sia applicata su tutta la filiera, a partire dal campo e fino alle fasi di trasformazione in prodotti finiti".
E' possibile consultare il documento 'Linee guida per il controllo delle micotossine nella granella di mais e frumento' (approvate in Conferenza Stato-Regioni) sul sito internet del Mipaaf al seguente link: https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB. php/L/IT/IDPagina/9703.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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