Storie

Mais, corsa verso la salvezza

La crisi del mais made in Italy continua, ed il futuro appare cupo. Firmato a Roma il 13 giugno 2018 un accordo per rilanciarlo

Mais, corsa verso la salvezza - Plantgest news sulle varietà di piante

Nel 2017 le rese sono crollate del 15% rispetto al 2016. Gli ettari oggi coltivati sono circa 650mila mentre poco più di un decennio fa erano oltre il milione

Fonte immagine: © patrick - Fotolia

Lo scorso 13 giugno è stato firmato a Roma, a margine dell'incontro 'Mangimi italiani, mais materia prima strtegica', un MoU-Memorandum of Understanding per rilanciare la filiera del mais italiano, che da anni vive un periodo di profonda crisi.

Il trend produttivo è infatti negativo da circa dieci anni. Senza dimenticare le difficoltà sui prezzi e sui costi di produzione. Tutto questo mette a rischio l'intero settore maidicolo, oltre che le produzioni tipiche italiane, visto che il mais rappresenta la base dell'alimentazione animale in Italia. Il 2017 è stato uno degli anni più difficili, a causa anche dell'estate calda e siccitosa. Le rese sono crollate del 15% rispetto al 2016 e del 6,7% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Si segnala anche una contrazione delle superfici coltivate: nel 2017 gli ettari sono stati circa 650mila mentre poco più di un decennio fa erano oltre il milione.

Nel memorandum sono state fissati gli impegni che i firmatari dovranno perseguire per invertire questo trend negativo: promuovere ogni azione e forma di collaborazione, in comune o autonomia con i propri associati, per la produzione di mais italiano; favorire l'approvigionamneto delle filiere agro-zootecniche-alimentari con mais di produzione nazionale; promuovere la produzione di mais italiano per riportarla a livelli vicini alle richieste della domanda interna e ridurre la dipendenza dall'estero; accrescere gli standard di qualità e sicurezza del mais di produzione nazionale; definire strumenti contrattuali idonei a favorire le relazioni commerciali tra gli agricoltori e gli altri operatori della filiera (a monte e a valle); sostenere sistemi di produzione mirati ad una efficiente gestione delle risorse e a realizzare una produzione sostenibile con benefici ambientali, economici e sociali per il Sistema Paese; produrre studi, ricerche, attività di formazione e d'informazione per favorire la conoscenza e lo svilupoo di ogni tecnologia e pratica agronomica idonea a migliorare la produzione di mais sotto il profilo sia qualitativo che quantitativo.

 
Pannocchie di mais pronte per essere sgranate e lavorate

Il 13 giugno 2018 è stato firmato il memorandum per salvare il mais made in Italy
(Fonte foto: © Hans - Pixabay)


Il documento di salvaguardia è stato approvato da Alleanza delle Cooperative italiane agroalimentari, Ami-Associazione maiscoltori italiani, Assalzoo-Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, Assosementi-Associazione italiana sementi, Confagricoltura, Cia-Confederazione italiana agricoltori e Copagri-Confederazione produttori agricoli.

"Nel 2017 - spiegava Felice Assenza, direttore generale del Mipaaf, a marzo 2018 - la produzione complessiva è stata di sei milioni di tonnellate. Per coprire il fabbisogno interno abbiamo dovuto ricorrere all’importazione di 6,7 milioni di tonnellate, pari al 53% del fabbisogno nazionale. Considerando che nei primi anni duemila eravamo autosufficienti, è stato fatto un bel passo indietro. Siamo di fronte ad un deficit economico di 1,2 miliardi di euro, tale è il valore del mais importato". Il memorandum sottoscritto prende proprio atto di questa situazione, cercando di far ritornare in primo piano una coltura che rappresenta le fondamenta dell’economia agricola, ma anche della tradizione culturale e popolare.
 

L'innovazione può aiutare

E' possibile recuperare competitività anche grazie all'innovazione agrotecnica ed al miglioramento produttivo e qualitativo. L’adozione di tecnologie per l'agricoltura di precisione (ad es. l’impiego di sistemi di georeferenziazione e della semina variabile), le lavorazioni conservative e l'impiego di biostimolanti costituiscono strumenti utili per migliorare l’efficienza dei mezzi tecnici, ottimizzandone l’impiego, la dose e conseguentemente contenendo i costi. Tutto a favore della sostenibilità ambientale, sociale ed economica del settore mais.

 
Pannocchia di mais in sviluppo su pianta

L'innovazione tecnologica ed agronomica possono far aumentare la competitività delle aziende
(Fonte foto: © Couleur - Pixabay)


"Oggi le aziende agricole italiane hanno difficoltà a fare reddito - spiega Giorgio Cassarini, responsabile marketing di Dekalb-Monsanto -. I costi di produzione sono sempre più lati e le rese produttive non sono all'altezza delle necessità. Il settore maidicolo non è da meno. La tecnologia oggi può essere fondamentale per riuscire a stare in piedi. Le soluzioni ci sono e non sono più fantascienza. E allora usiamole.
Per consentire agli agricoltori di lavorare al meglio abbiamo cambiato il nostro modo di fare ricerca e di fare breeding. Il primo passo di questo cambiamento si chiama Dekalb smart planting, una soluzione pensata per trasformare i dati in risultati concreti aiutando a sfruttare al meglio tutto il potenziale delle sementi Dekalb ottimizzando le risorse ed incrementando la resa di ogni campo.
Ogni campo infatti è diverso, per terreno e condizioni ambientali. Per massimizzare i profitti, gli agricoltori devono scegliere gli ibridi più adatti ai loro terreni e seminarli con la giusta densità. Le decisioni prese al momento della semina sono cruciali, perché fino al 30% della vostra resa dipende proprio da tali scelte"
.

Un altro elemento importante è legato all'agricoltura di precisione. In quest'ottica rientra la tecnologia della semina a rateo variabile (Vsr). "Questa innovativa tecnologia di semina - conclude Cassarini - consente di modificare la densità di messa a dimora ad ogni specifico metro di terreno, per adattarla alle varie condizioni del campo e dell'ambiente. Così siamo in grado d'aiutarti a seminare l'ibrido giusto alla giusta densità, ottenendo tranquillamente 10-20 quintali ad ettaro in più a parità di condizioni iniziali. I reali vantaggi nell'uso delle seminatrici a rateo variabile sono: monitoraggio dei dati in tempo reale, rateo variabile, controllo attivo della profondità e aumento della velocità di semina".

 
Campo di mais nelle prime fasi di sviluppo delle piante

La semina a rateo variabile permette di seminare il giusto ibrido alla giusta densità, metro per metro 
(Fonte foto: © Donatello Sandroni - AgroNotizie)
 

Anche l'acqua è importante

L'irrigazione, in taluni casi, può costituire un terzo dei costi operativi legati al mais. Per questo motivo l'ottimizzazione del proprio sistema di irrigazione rappresenta un aspetto cruciale per evitare costose inefficienze. Grazie a Dekalb smart Irrigation è possibile avere un'immagine chiara del proprio attuale consumo idrico ed un'istantanea di ciò che è avvenuto il giorno precedente, come ausilio per decidere quanto irrigare. Approfittando della guida completa all'irrigazione, è possibile sapere: i giorni mancanti prima che si verifichi uno stress idrico e la previsione del calo di disponibilità idrica del suolo.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

In questo articolo

Suggerimenti? Pensi che le informazioni riportate in questa pagina siano da correggere? Scrivici per segnalare la modifica. Grazie!

In questa sezione...

I nostri Partner

I partner sono mostrati in funzione del numero di prodotti visualizzati su Plantgest nella settimana precedente

Plantgest® è un sito realizzato da Image Line®
® marchi registrati Image Line srl Unipersonale (1990 - 2024)