Reportage

Vite, un'ottima annata per il 2018

Si prospetta, in base ai dati Uiv e Ismea, una produzione di vino di 49 milioni di ettolitri, con un recupero del 15% rispetto 2017

Vite, un'ottima annata per il 2018 - Plantgest news sulle varietà di piante

L’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy e conferma la leadership mondiale come produttore

Fonte immagine: © Bru-nO - Pixabay

Nel 2006 usciva nelle sale cinematografiche il film "Un'ottima annata-A Good Year" diretto da Ridley Scott e con protagonista Russell Crowe. Nel 2018 questo titolo può essere usato per descrivere sinteticamente come si preannuncia la vendemmia. Stiamo comunque parlando di dati previsionali, visto che per alcune aree la raccolta è già entrata nel vivo mentre per altre è alle porte. Il 4 settembre scorso l’Uiv-Unione italiana vini e Ismea-Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare hanno presentato le loro stime: una produzione di vino di 49 milioni di ettolitri, con un recupero del 15% rispetto ai 42,5 milioni indicati per il 2017 da Agea. Ora sarà decisivo l’andamento climatico per determinare volumi esatti e qualità. 

"La campagna vitivinicola 2017 - spiega Uiv in un comunicato stampa - è stata contrassegnata da scarsissima produzione e la lettura dell’incremento stimato, pur rilevante, potrebbe non bastare a recuperate le perdite dello scorso anno. E' il caso soprattutto delle regioni del centro Italia, dell’Emilia-Romagna e della Sicilia. Questo risultato permetterebbe all'Italia, comunque, di mantenere la leadership mondiale, nonostante i notevoli incrementi produttivi stimati anche per Francia (46,1 milioni di ettolitri) e Spagna (43 milioni di ettolitri)".

 

Previsioni vendemmia 2018, rispetto al 2017, nel sud Italia
(Fonte infografica Twitter Ismea-@Ismea Official)


"In Italia lo sviluppo dei vigneti - continua il comunicato di Coldiretti -, iniziato sotto i migliori auspici, è stato poi condizionato da un clima bizzarro che ha alternato gelate, piogge ed umidità. Il risultato finale sia sul fronte quantitativo che qualitativo comunque dipenderà per ogni vitigno, come prassi, dal periodo immediatamente precedente la vendemmia. Già in molte regioni, per esempio, si è fatta richiesta di ricorrere alla pratica dell’arricchimento. E' stato soprattutto il sud Italia ad aver registrato le maggiori criticità legate all’andamento meteo, con piogge record, umidità sopra la media non compensata da venti soddisfacenti di Scirocco e Maestrale. Tutto questo ha reso faticosa la gestione del vigneto ed influito sulle operazioni vendemmiali, soprattutto per le varietà rosse: per queste, potrebbe rendersi necessario un raccolto anticipato, con il rischio di sacrificarne la gradazione ottimale. Un minimo comune denominatore rispetto alla situazione attuale è l’estrema attenzione che i produttori hanno posto al monitoraggio dei vigneti e questo è uno di quegli anni in cui la capacità del viticoltore farà la differenza sul risultato finale".


Da segnalare anche le stime previste da Assoenologi, che individuano risultati soddisfacenti e raccolte in ritardo di circa 7-15 giorni rispetto allo scorso anno. "Ad oggi - informa Assoenologi -, con la dovuta cautela, stimiamo un quatitativo di vino prodotto superiore al 20% rispetto allo scorso anno. La qualità appare buona anche se tendenzialmente eterogenea: alcune aree con valori eccellenti ed altri scadenti. Ipotizziamo che la produzione d'uva possa oscillare tra i 76 e i 78 milioni di quintali che, applicando il coefficiente di conversione del 73%, danno tra i 55 e i 57 milioni di ettolitri di vino".  

 

Previsioni vendemmia 2018, rispetto al 2017, nel centro Italia
(Fonte infografica Twitter Ismea-@Ismea Official)
 

Vino, record storico dell’export

Con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino 'made in Italy': +4% rispetto allo scorso anno, quando avevano raggiunto su base annuale circa 6 miliardi di euro. Dato quest'ultimo che rappresentava la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Il dato emerge da un'analisi della Coldiretti su dati Istat, relativi ai primi cinque mesi del 2018.
"La vendemmia italiana - sottolinea la Coldiretti - impegna 310mila aziende agricole e quasi 46mila aziende vinificatrici, su una superficie a vite di 652mila ettari. Si tratta di una attività che attiva un motore economico che genera oltre 10,6 miliardi di fatturato dalla vendita del vino, realizzato più all’estero che in Italia. Inoltre offre opportunità di lavoro nella filiera per circa 1,3 milioni di persone tra quelle impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale e quelle presenti in attività connesse e di servizio. Le vendite hanno avuto un incremento in valore del 3,7% negli Usa che sono di gran lunga il principale cliente, ma l’aumento è stato del 3,6% in Germania e un vero balzo del 12,2% si registra in Francia storico concorrente del made in Italy. In controtendenza rispetto all’aumento generale sono le esportazioni in Canada, che risultano in calo dell’1% dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio (Ceta). A preoccupare per il futuro sono i rischi connessi agli accordi internazionali siglati o in via di definizione, dove sono centinaia le Doc italiane che potrebbero rimanere senza tutele. In Canada ad esempio non trovano al momento tutela importanti vini. E tutto questo mentre nel mondo proliferano falsi di ogni tipo, con il Prosecco che guida la classifica dei vini più taroccati".

 

Previsioni vendemmia 2018, rispetto al 2017, nel nord Italia
(Fonte infografica Twitter Ismea-@Ismea Official)


 

"Sarà una vendemmia migliore di quella del 2017 - dice la Cia-Agricoltori italiani -. Nonostante il maltempo agostano, che ha colpito alcune aree vitivinicole del Paese, la raccolta delle uve e la produzione di vino registrerà un incremento sostanziale in volume ed un miglioramento della qualità. La produzione nazionale si dovrebbe attestare attorno ai 48 milioni di ettolitri, con una crescita media compresa tra il 10% e il 15%. Due criticità potrebbero comunque minare la vendemmia 2018 appena cominciata: fenomeni particolarmente violenti di maltempo e danni causati da animali selvatici. C’è comunque ottimismo tra i filari e nelle aziende, dove le uve si presentano ottime in tutte le aree vocate. Sole e caldo hanno lavorato bene e questo sarà riscontrabile dai consumatori una volta che il vino sarà nei calici".  

“A parte qualche zona colpita dalla gradine - sottolinea Confagricoltura -, come la Puglia, le piogge, spesso necessarie, delle ultime settimane non hanno provocato danni generalizzati ed ora i viticoltori possono affrontare la vendemmia, anche se con un pò di ritardo, con ottimismo. La qualità delle uve appare ottima, con acidità e gradazione che sono nei giusti parametri; la quantità sembra in aumento rispetto al 2017, annata piuttosto avara. Ecco alcuni dati previsionali: aumenti dei raccolti in Emilia-Romagna di circa il 25%; in Veneto, Trentino e Umbria l'aumento è del 15-20%; in Lombardia e Marche tra il 5 ed il 10%; in Puglia i raccolti saranno probabilmente nella media. In alcuni areali del Lazio invece si annuncia un calo della produzione dovuta alla forte pressione di malattie fungine".

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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