Reportage

Per la vite un futuro sostenibile

Si preannuncia per il 2019 una produzione vitivinicola in calo. La viticoltura è però sempre più sostenibile. Riccardo Castaldi della cooperativa Le Romagnole, ci spiega cosa vuol dire produrre uva da vino in modo sostenibile

Per la vite un futuro sostenibile - Plantgest news sulle varietà di piante

La viticoltura sostenibile è sempre più presente in Italia

Fonte immagine: © Manfredrichter - Pixabay

La stagione vitivinicola 2019 si preannuncia in calo rispetto a quella straordinaria del 2018. Un dato però che non deve preoccupare visto che la scorsa vendemmia era stata particolarmente generosa. Rientriamo così nella media degli ultimi anni, consentendoci di guardare al futuro con ottimismo e fiducia. In base ai dati forniti da Unione Italiana Vini, Ismea ed Assoenologi le elaborazioni effettuate a fine agosto stimano la produzione nazionale di vino 2019 a 46 milioni di ettolitri, con una riduzione del 16% rispetto all’annata record del 2018, quando erano stati sfiorati i 55 milioni di ettolitri (dati Agea, sulla base delle dichiarazioni di produzione). Il dato stimato risulta da una media tra un’ipotesi minima di 45 milioni di ettolitri e una massima di oltre 47 milioni, che comunque risulterebbe inferiore alla media degli ultimi 5 anni. Nonostante una vendemmia meno generosa, l’Italia dovrebbe mantenere anche per il 2019 la leadership mondiale, perché né la Francia (43,4 milioni di ettolitri - stima al 19 agosto del Ministero Agricoltura francese) né la Spagna (forse 40 milioni di ettolitri) sembrerebbero in grado di superarla.

"Questa stagione viticola - spiega Riccardo Castaldi, responsabile direzione Le Romagnole Soc.Coop.Agr.p.a (gruppo Terre Cevico) - si prevede al di sotto di quella del 2018, annata che però è stata estremamente buona e molto sopra la media degli ultimi dieci anni. Se guardiamo alla sola media produttiva delle stagioni precedenti al 2018 (e i dati dalle raccolte di quest'anno di uve precoci) possiamo dire che si prospetta in linea dal punto di vista quantitativo. Per il Trebbiano siamo in fase di attesa, anche se man mano che la vendemmia si avvicina ipotizziamo una produzione non abbondante e del 15% circa in meno rispetto al 2018. L'aspetto qualitativo rimane comunque molto alto".

 
Trebbiano allevato a cordone libero, utile per una gestione sostenibile e meccanizzata della vite
Vitigno Trebbiano allevato a cordone libero: migliore gestione e più meccanizzazione
(Fonte foto: © Riccardo Castaldi, Le Romagnole - gruppo Cevico)


Al di la di questi dati che fotografano la situazione produttiva italiana ed emiliano romagnola è da anni che si parla molto di sostenibilità in agricoltura, ed in modo particolare in viticoltura. Ma di cosa si tratta? L’Oiv-Organizzazione internazionale della vigna e del vino definisce la viticoltura sostenibile come 'approccio globale commisurato ai sistemi di produzione e di trasformazione delle uve, associando contemporaneamente la longevità economica delle strutture e dei territori, l’ottenimento di prodotti di qualità, la presa in considerazione delle esigenze di una viticoltura di precisione, dei rischi legati all’ambiente, alla sicurezza dei prodotti, alla salute e dei consumatori e la valorizzazione degli aspetti patrimoniali, storici, culturali, ecologici ed estetici'.

"Un’azienda vitivinicola moderna - prosegue Castaldi - si può definire sostenibile quando realizza un equilibrio tra sostenibilità economica, sociale e ambientale. Una visione che abbraccia a 360° l'intera filiera e non solo quindi la riduzione dell'uso di agrofarmaci di sintesi. Se guardiamo all'aspetto agronomico è importante che le piante raggiungano un buon equilibrio vegeto-produttivo in modo da ridurre input chimici ed interventi dell'uomo, garantendo così un minore sfruttamento delle risorse in genere. Questa condizione parte anche dalle scelte corrette dell'imprenditore agricolo. Le oltre 1.100 aziende agricole associate alla nostra cooperativa vivono questo concetto di sostenibilità come un prerequisito fondamentale: un elemento che permette di identificare e valorizzare al meglio il nostro prodotto.

Se devo dare tre elementi da cui l'agricoltore può partire, lungo la strada della sostenibilità, direi: scelta corretta del vitigno e del portinnesto in base al luogo ed agli obiettivi enologici, scelta corretta del sistema d'allevamento e scelta corretta delle distanze dell'impianto. Non dobbiamo però mai dimenticare che un’azienda vitivinicola è sostenibile quando ottiene un reddito dal proprio lavoro che le garantisca un futuro"
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La viticoltura sostenibile per un vino sostenibile
L'innovazione tecnica e tecnologica come pontre tra agricoltura del passato e del futuro
(Fonte foto: © WolfBlur - Pixabay)


"La tecnica colturale - dice Castaldi -, con l'ingresso del concetto di sostenibilità, ha cambiato il proprio approccio e la sua messa in opera. E' sicuramente importante prestare la massima attenzione alla gestione sia degli input, allo scopo di ottimizzarli, che degli output, per ridurne l'impatto sull'ambiente. Ad esempio la concimazione è sempre più ottimizzata, le lavorazioni del terreno sempre meno impattanti e sempre più contenute in termini numerici, la distribuzione di fitosanitari sempre minore e l'uso di tecniche agronomiche alternativa a quelle più tradizionali è sempre più presente (ad esempio l'inerbimento totale o parziale). Anche l'irrigazione è sempre più precisa e razionale. La tecnica della cimatura è cambiata per messa in opera e per numero di operazione svolte. Attenzione anche al processo d'innovazione varietale con l'introduzione di vitigni resistenti alle principali malattie funginee (es. Peronospora e Oidio)".

"La sostenibilità, l'innovazione e la territorialità possono andare d’accordo. Anzi devono andare d'accordo. Solo attraverso la massimizzazione di questo triangolo è possibile raggiungere quei risultati utili all'imprenditore per garantire la sussitenza economica, vero collante del sistema. L'innovazione rappresenta un ponte tra l'agricoltura del passato e quella del futuro mentre il legame tra l'imprresa vitivinicola ed il territorio di origine rappresenta un elemento distintivo e valorizzativo del binomio terroir-vino".

"La sostenibilità, nel prossimo futuro sarà sempre più importante - conclude Castaldi -, anzi sarà un prerequisito inprescindibile. Dire sostenibilità diventerà dire qualità. Dobbiamo comunque ricordare che oggi il vino italiano non ha nulla da invidiare agli altri vini, così come tutto il sistema produttivo nazionale. Quello in cui dobbiamo migliorare è il valore aggiunto e la promozione del nostro prodotto".
 

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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