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Orticole, nuove opportunità all'orizzonte

Il cibo in Italia sta cambiando, complice anche il fenomeno dell'immigrazione. Quali sono le principali opportunità agricole? La redazione di Plantgest ha intervistato Antonio Ferrante dell'Unimi, con il supporto della Soi-Società ortoflorofrutticola italiana

Orticole, nuove opportunità all'orizzonte - Plantgest news sulle varietà di piante

L'immigrazione in Italia ha influito sul cibo in Italia, che di seguito ha influito sulla produzione made in Italy

Fonte immagine: © S4sanchita - AdobeStock

Negli ultimi anni molti italiani hanno scelto di avvicinarsi ai sapori ed ai profumi della cucina etnica. In base ad un'indagine di Nielsen Italia del 2018 oltre 14 milioni d'italiani dicono di aver mangiato in ristoranti e locali di cucina etnica tra gennaio e marzo 2018: circa il 42% dei 33,6 milioni che hanno dichiarato di aver mangiato fuori casa almeno una volta nello stesso periodo in analisi. Un bel passo in avanti se si pensa ai primi anni '90 quando i primi fast food e ristoranti cinesi si affacciavano sul palcoscenico della ristorazione.

Sono diversi i fattori che hanno influenzato le scelte alimentari degli italiani, nel corso degli anni recenti: gli scambi turistici, le nuove richieste dei consumatori, un modificato atteggiamento nei confronti del cibo solo per citarne alcune. La cucina italiana resta comunque sempre al centro della tavola, ma con gusti che cambiano stimolati dalle diverse identità gastronomiche. Su quest'ultimo elemento rientra il concetto dell'immigrazione, fenomeno antico quanto l'uomo che ha molto coinvolto l'Italia negli ultimi decenni.

Il cibo ha oggi un potente significato culturale, cruciale per l’identità e per l'affermazione di una comunità. Un fenomeno che ha influenzato anche la produzione agricola italiana, con agricoltori che hanno deciso di produrre alcune delle materia prime spinti dall'interessante opportunità di mercato e dalla necessità di trovare alternative credibili alle colture più tradizionali oggi in crisi. In tutto questo il cambiamento climatico è stato complice.

 
Okra, ortaggio originario dell'Africa detto anche gombo
L'Okra, ortaggio da frutto che cresce tra i consumi
(Fonte foto: © talib abdulla da Pixabay" target="_blank">Talib Abdulla - Pixabay)

Per approfondire meglio questo fenomeno e per capire quali sono le piante orticole più significative di questa svolta culinaria e produttiva la redazione di Plantgest ha deciso d'intervistare Antonio Ferrante, docente di orticoltura e floricoltura all'Università di Milano.

"I grandi centri urbani - spiega Ferrante - accolgono oggi molte persone immigrate, derivanti da diversi Paesi. Un fenomeno che tende a crescere e che condiziona anche la domanda dei prodotti alimentari. Nel settore orticolo si può osservare un aumento di richiesta di specie orticole non comunemente diffuse in Italia. Infatti molti immigrati rimangono legati alle loro tradizioni alimentari ed importano numerosi prodotti, sia freschi che secchi. Questa nuova esigenza può rappresentare anche un'opportunità d'innovazione del settore orticolo italiano. Le specie richieste sono principalmente quelle di origine asiatica e africana".

"Tra le piante di maggiore interesse - continua Ferrante - c'è il Corchorus olitorius, erba annuale appartenente alla famiglia delle Malvacee, originaria delle zone tropicali e sub-tropicali dell’Asia e del subcontinente indiano. E' molto diffusa anche in Medio Oriente e nel nord Africa, dove la pianta è conosciuta anche con il nome di molokhia ed è consumata in zuppe ed in piatti tradizionali".

 
Corchorus olitorius o Molokhia, pianta usata fresca o secca per zuppe e piatti tradizionali africani
Corchorus olitorius o Molokhia, un'altra orticola molto usata nella cucina africana e mediorientale
(Fonte foto: © Antonio Ferrante - Unimi)


"In Asia, oltre ad essere consumata per l’alimentazione umana è stata utilizzata anche in farmacopea, per la presenza di composti bioattivi. Presso il Disaa dell’Università di Milano sono state effettuate diverse prove di coltivazione, sia in serra e sia in idroponica. Dal punto di vista agronomico può essere coltivato come ortaggio da foglia da taglio.
Tra gli ortaggi da frutto, invece, una specie d’interesse è l’okra o gombo (Abelmoschus esculentus L. Moench). Il mercato italiano dell’okra è una nicchia, ma in crescita soprattutto con l’aumento degli immigrati provenienti da paesi africani. Tuttavia i prezzi molto alti danno a questo ortaggio un grande potenziale. Oggi si trova soprattutto nei negozi specializzati situati nelle grandi città: si stima che solo il 60% degli immigrati africani e asiatici possa permettersi di acquistarlo. Tuttavia, la permanenza di questo ortaggio sul mercato ha iniziato a suscitare interesse anche nel consumatore italiano. In questo caso, la parte edule è il frutto che può essere mangiato cotto o crudo. I semi di gombo sono anche una potenziale fonte di olio, con concentrazioni di acido linoleico fino al 47,4%. Essendo d'origine tropicale la temperatura richiesta deve essere maggiore di 26 °C di giorno ed al disopra di 20 °C durante la notte. Pertanto, la coltivazione in Italia è tipicamente estiva. L’okra è coltivata a file con pacciamatura del terreno e con densità d’impianto di 3-7 piante/m2, con delle produzioni di 3-4 kg/m2".

"La variazione della composizione etnica di una popolazione -
conclude Ferrante - porta ad affrontare il soddisfacimento di nuove esigenze come quelle alimentari. Pertanto l’aumento della domanda può essere uno stimolo anche per gli agricoltori che possono introdurre nuove specie con effetti positivi anche per la fertilità dei terreni, visto l’introduzione di nuove specie nelle rotazioni colturali, e per l'aumento della biodiversità nelle superfici coltivate".

Questo approfondimento è stato realizzato grazie al contributo della Soi-Società ortoflorofrutticola italiana, di cui Antonio Ferrante è socio. Sin dalla sua fondazione nel 1953, la Soi (già Società orticola italiana) si adopera per sviluppare la cooperazione scientifica e tecnica tra il mondo della ricerca, gli imprenditori ed i professionisti del settore orto-floro-frutticolo, interessando con le sue azioni ed attività un ampio settore dell'agricoltura che include le colture arboree da frutto e da legno, le piante ortive, le colture floricole, le piante ornamentali, il vivaismo, i tappeti erbosi e la gestione del paesaggio e la tutela degli spazi a verde, con il fine ultimo di favorirne il progresso e la diffusione. La Soi promuove studi, ricerche, convegni, mostre attività editoriali ed altre iniziative attraverso le attività delle sue sezioni e dei gruppi di lavoro.


Bibliografia
Giro, A., & Ferrante, A. (2016). Yield and quality of Corchorus olitorius baby leaf grown in a floating system. The Journal of Horticultural Science and Biotechnology, 91(6), 603-610.
Giro, A., & Ferrante, A. (2018). Postharvest physiology of Corchorus olitorius baby leaf growing with different nutrient solutions. The Journal of Horticultural Science and Biotechnology, 93(4), 400-408.
Giro, A., & Ferrante, A. (2018). Eco-physiological responses and biochemical characterization of different accessions of Corchorus olitorius (L.). Folia Horticulturae, 30(2), 333-346.
Incalcaterra, G., & Vetrano, F. (1997). Effects of two sowing dates and plastic mulch on okra production. Acta Hort. 533: 329-336.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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