L'importanza del microclima in coltura protetta

La combinazione tra umidità, temperatura e deficit di pressione di vapore può incidere sulle manifestazioni fitopatologiche e fisiologiche delle colture baby leaf

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Per controllare tip burn e maculature clorotiche su valerianella, il parametro climatico più funzionale da controllare è il vapor pressure deficit

Fonte immagine: Antesia

La conoscenza del microclima in coltura protetta è di fondamentale importanza per gestire al meglio le nostre colture. I principali fattori che possiamo monitorare sono l'umidità relativa dell'aria, la temperatura e il Vpd (vapor pressure deficit). La combinazione di questi vanno ad incidere sulla qualità, sulle manifestazioni fitopatologiche e fisiologiche delle colture baby leaf. Il costante monitoraggio dei parametri ambientali attraverso stazioni meteo ci consente di modulare le scelte agronomiche.


Quando l'umidità relativa dell'aria è elevata per un periodo prolungato e le temperature sono favorevoli si possono evidenziare una serie di patologie funginee e batteriche a carico delle foglie e del colletto, lo stesso in condizioni di bassa umidità relativa.


Tra le principali patologie riscontrabili in campo sulle baby leaf vi sono:

 

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La sensibilità ai singoli patogeni cambia in funzione della suscettibilità varietale della coltura, dell'areale di produzione, della stanchezza del suolo e le pratiche agronomiche.


L'aumento delle temperature, dovuto ai cambiamenti climatici e allo sfasamento delle stagioni, associato a condizioni di umidità particolari, sono la causa delle più svariate manifestazioni di alterazioni fisiologiche in serra.

 

Tra queste vi sono: il tip burn, le vitrescenze e le maculature clorotiche.

 

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Maculatura clorotica su rucola

(Fonte foto: Antesia)


Nel caso specifico del tip burn e delle maculature clorotiche su valerianella, il parametro climatico più funzionale da controllare è il vapor pressure deficit, che una volta stabilite le soglie critiche da non superare, ci consente, se letto in tempo reale, di intervenire in modo appropriato, a seconda del periodo, con irrigazioni climatizzanti oppure con ombreggi (reti ombreggianti o tinteggiatura del materiale plastico di copertura).

 

Il miglioramento genetico e le tecnologie legate alle strutture serricole sono tra le soluzioni che ci consentono, ma soprattutto ci consentiranno, di mitigare ancor meglio gli effetti fisio-fitopatologici.

 

A cura di Gino Coralluzzo e Angelo Forte, dottori agronomi di Antesia, Associazione Nazionale Tecnici Specialisti in Agricoltura

Contatti: ginocoralluzzo@gmail.com, angelo.forte90@virgilio.it

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