Vertical farm per tutti? Si può fare
Le vertical farm possono essere alla portata di qualsiasi azienda agricola, anche di dimensioni relativamente piccole. Ci vogliono le idee chiare, un minimo di budget e una buona analisi del mercato nel quale si pensa di entrare

La Tunnel Farm a Torrita di Siena, in provincia di Siena
Fonte immagine: Vertical Farm Italia
Se la parola vertical farm suggerisce immediatamente l'immagine di una produzione organizzata a livello industriale, con la conseguente necessità di investimenti nell'ordine di milioni di euro, dall'edizione 2025 di NovelFarm arriva una buona notizia: le vertical farm e più in generale i sistemi idroponici o acquaponici di coltivazione possono essere alla portata di qualsiasi azienda agricola, anche di dimensioni relativamente piccole.
Ne è convinto Matteo Benvenuti, ingegnere progettista, fra i pionieri del vertical farming in Italia e cofondatore di Vertical Farm Italia, società di consulenza. Fra gli ultimi progetti da lui sviluppati c'è, per esempio, quello della prima vertical farm sotterranea pubblica, realizzata in un ex tunnel antiaereo a Torrita di Siena (Si), la Tunnel Farm.
Abbiamo incontrato Matteo Benvenuti proprio a Pordenone Fiere, a NovelFarm 2025, fiera delle nuove tecniche di coltivazione fuorisuolo e in vertical farming. Benvenuti ci ha raccontato da dove partire per realizzare la propria vertical farm aziendale. È convinto che per entrare in questo mercato servano le idee chiare, un minimo di budget e una buona analisi del mercato nel quale si pensa di entrare.
Matteo Benvenuti, ingegnere progettista, fra i pionieri del vertical farming in Italia e cofondatore di Vertical Farm Italia
(Fonte foto: Vertical Farm Italia)
La prima cosa è avere chiaro cosa sia una vertical farm e avere un'idea e un progetto in cui si crede. "Sembra scontato dirlo - ci ha raccontato Matteo Benvenuti - ma capita che ci chiedano una consulenza persone che non hanno conoscenze neanche di base di cosa sia una vertical farm e di come si coltivi, ad esempio in idroponica. Perché il progettista e l'imprenditore che ha intenzione di investire in una vertical farm collaborano al progetto ed è molto più facile intendersi se il committente ha conoscenze. In più - ha aggiunto - una volta progettata e realizzata la vertical farm questa va gestita e sarà il committente a gestirla, in questo caso l'imprenditore agricolo".
Per chi non avesse chiaro il concetto, le vertical farm sono realizzate all'interno di edifici, grazie all'utilizzo di tecniche di coltivazione fuorisuolo e in ambiente controllato. Fra i parametri da controllare ci sono i seguenti: illuminazione, temperatura, umidità relativa, CO2. Con le giuste condizioni di coltivazione si produce trecentosessantacinque giorni l'anno. In idroponica o acquaponica si fornisce poi alla coltura la giusta quantità di elementi nutritivi.
Fra le prime domande che solitamente vengono poste a Benvenuti ce ne sono due ricorrenti: quanto budget è necessario? E, posso utilizzare un vecchio capannone agricolo? Prima di poter rispondere, però, il potenziale vertical farmer deve avere chiaro il suo obiettivo, la sua idea imprenditoriale e il suo mercato di riferimento. "Si parte sempre da un obiettivo - ha continuato - se parliamo di un'azienda agricola potrebbe essere quello di individuare le specie che vuoi coltivare, magari come integrazione al business principale. Si potrebbe pensare a idee di trasformazione del prodotto, per dare maggiore valore aggiunto. L'aspirante vertical farmer deve individuare prima il mercato in cui vuole inserirsi, meglio se si tratta di una nicchia. Pensare di andare in Gdo con un prodotto coltivato in vertical farm significa immaginare di investire enormi quantità di capitale".
Già, il budget, spesso è proprio la ricerca di fonti di finanziamento a bloccare i progetti. "Il budget può andare da alcune migliaia di euro, diciamo minimo 10mila, compresa la consulenza, fino a milioni di euro. Io dico sempre: parti piccolo. Parti con un piccolo impianto pilota che puoi permetterti, con le tue sole forze. L'impianto pilota ti consente di familiarizzare, fare esperienza, capire che tipo di prodotto puoi produrre e fare anche dei market test. Vedere se il prodotto piace e a chi. Poi, con le idee chiare e un business plan serio, si può pensare di andare da una banca e di farsi finanziare un impianto più grande o di scalare con, magari, la partecipazione a qualche bando pubblico. Non conviene affidarsi subito a bandi pubblici di finanziamento agevolato o a fondo perduto perché questo ti frena, non sai se vincerai il bando e quando arriverà eventualmente la liquidità".
Da dove partire per realizzare la propria vertical farm aziendale
E ora si può anche rispondere alla seconda domanda più frequente: posso utilizzare un vecchio capannone? "Dipende dal progetto - ci ha risposto Matteo Benvenuti - in linea di massima sì, ma occorre capire bene di che capannone stiamo parlando. Se hai una serra e pensi di sfruttare la luce naturale, devi sapere che non avrai il controllo sulla luce. In un capannone, invece, una struttura che sia agibile e ben isolata puoi controllare tutti i fattori. C'è chi mi chiede di semplici tettoie, al di sotto delle quali al momento sono parcheggiati i trattori, ecco, quelle non possono diventare una vertical farm".
Avere le idee chiare, un piano di business e sapere di quanto budget si può disporre è comunque fondamentale. "Bisogna essere consapevoli dei margini che si hanno a disposizione per fare l'investimento. Conoscere quindi i costi aziendali e l'obiettivo che ci si prefigge. Il vertical farming poi richiede energia, ha molti vantaggi ma consuma molta energia. Sarebbe importante quindi poter contare su energia autoprodotta, per esempio con pannelli fotovoltaici", ha continuato Benvenuti.
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Per quanto riguarda le colture che sono state già testate e delle quali si conoscono le potenzialità, al momento non sono molte e anche grazie a tutte le edizioni di NovelFarm è chiaro che c'è ancora molto lavoro di ricerca da portare avanti. "Le colture che si conoscono meglio sono le insalate e i microgreen. Questi ultimi in particolare sono promettenti. Se hai una piccola rete di distribuzione, ad alberghi, ristoranti, eccetera, ai quali puoi vendere direttamente, l'investimento si ripaga in fretta. Anche il foraggio idroponico è molto interessante, soprattutto se inserito in azienda per autoconsumo. Ci sono studi che vanno in questa direzione e può certamente avere un senso".
Fra le ultime novità, analizzate sempre durante NovelFarm 2025, ci sono quelle fiscali. "Fino all'anno scorso - ha aggiunto Benvenuti - fra i fattori frenanti c'era l'incertezza normativa, ma con la riforma fiscale e le modifiche introdotte si è sganciata la produzione agricola dalla presenza del terreno e questo sarà certamente volàno per il settore".
Matteo Benvenuti è un entusiasta della prima ora del vertical farming ed è convinto che le aziende agricole di tutte le dimensioni possano essere della partita. "Con il vertical farming - ha sottolineato in conclusione - l'imprenditore agricolo si svincola dall'ambiente e dal meteo, può programmare la produzione e guadagna stabilità. Ha certezza quindi di quello che produrrà e questo, anche dal punto di vista bancario e assicurativo, è un grande vantaggio".
Autore: Barbara Righini