Barbabietola da zucchero biologica: tecniche, vantaggi e prospettive
Per un bietolaio produttivo servono cure agronomiche mirate, in modo da controllare sia le infestanti che i patogeni. Un focus anche sui benefici della coltura nelle rotazioni e qualche dato sul mercato dello zucchero biologico in Italia

La barbabietola da zucchero si può usare negli avvicendamenti colturali e apporta una serie di benefici al suolo (Foto di archivio)
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La campagna 2024 è stata particolarmente favorevole per la barbabietola da zucchero biologica, grazie a condizioni climatiche ottimali, con una primavera fresca e l'assenza di temperature elevate durante la raccolta, e un'assenza significativa di problematiche fitosanitarie. Un ruolo determinante in questi risultati è stato svolto anche dalla raccolta anticipata, una pratica distintiva della coltivazione biologica di questa coltura rispetto alla coltivazione convenzionale.
Dati alla mano, resi pubblici da Coprob - Italia Zuccheri, la campagna 2024 ha coinvolto circa 1.400 ettari, per un totale di 103 aziende e una produzione di saccarosio sulle 5,19 tonnellate a ettaro. Con una distribuzione nelle Regioni che ha visto per prima l'Emilia-Romagna (47%) seguita dal Veneto (23%), la Lombardia (14%) e le Marche (13%).
A livello agronomico la bietola da zucchero rappresenta un'ottima opportunità per migliorare la biodiversità aziendale, rendere più efficiente la rotazione colturale, migliorare la struttura e la fertilità del terreno.
Per ottenere questi benefici, e anche una resa soddisfacente, l'agricoltore deve applicare una gestione colturale ad hoc. In questo articolo si fa quindi una panoramica sugli aspetti più importanti per ottenere un bietolaio biologico performante, con l'esperienza pratica di un'azienda produttrice e anche qualche dato di mercato.
Tecniche agronomiche in biologico
Innanzitutto, biodiversità, rotazione colturale, struttura e fertilità del suolo sono elementi strettamente interconnessi.
La biodiversità, in particolare, implica la creazione di un equilibrio tra organismi utili e patogeni all'interno dell'ecosistema agricolo. In questo contesto, la bietola se condotta in maniera opportuna non rappresenta un ostacolo, anzi contribuisce a tale equilibrio.
Per quanto riguarda la rotazione colturale, la bietola è classificata tra le piante miglioratrici grazie al suo apparato radicale fittonante, che tende a migliorare la struttura del suolo.
L'interazione tra biodiversità e rotazione colturale contribuisce a migliorare la struttura e la fertilità del terreno, aumentando, ad esempio, l'accumulo di sostanza organica e la presenza di lombrichi. Questo processo, a sua volta, ottimizza la coltivazione delle piante e favorisce il mantenimento della biodiversità.
Per creare e poi mantenere tale circolo virtuoso la coltivazione della bietola deve partire con il piede giusto. In questo paragrafo quindi si elencano le principali cure agronomiche da applicare nell'appezzamento.
Analisi del terreno e fertilizzazione
L'analisi del terreno è una pratica fondamentale per conoscere in modo preciso il livello di fertilità, e capire come pianificare al meglio le future concimazioni. "Il dato che emerge dall'analisi del terreno deve essere correlato dalle informazioni e relative esperienze aziendali. Quindi va correlato, per esempio, alla coltura dell'anno precedente e da eventuali concimi apportati in quel periodo" dice Tommaso Iaboli, tecnico sperimentatore di Coprob - Italia Zuccheri.
È consigliato distribuire ammendanti come il letame o altri prodotti ammessi in agricoltura biologica, durante il periodo estivo dell'anno precedente.
"Sulle stoppie di una coltura, come per esempio il grano, si possono distribuire i concimi e successivamente partire con le lavorazioni principali".
In ogni caso, per la scelta del prodotto e le quantità vanno considerate le esigenze nutrizionali emerse durante l'analisi del terreno. Inoltre, prima di qualsiasi intervento è consigliato verificare che il prodotto sia ammesso in agricoltura biologica, ad esempio consultando siti adeguati come quello del Sian che ha una sezione dedicata ai fertilizzanti biologici.
"Se in fase di controllo vengono trovati dei prodotti non ammessi in biologico, si va a danneggiare sia la produzione dell'anno in corso sia la produzione degli anni successivi".
Piante infestanti
Per un efficace contenimento delle malerbe è consigliato in pre semina svolgere le lavorazioni meccaniche già nel periodo autunno-invernale nell'anno precedente.
Nella primavera successiva è bene affinare il terreno, con più passaggi e attrezzature leggere. Per esempio, si può usare uno strigliatore regolato in modo da non penetrare troppo in profondità. In questo modo si evita la perdita eccessiva di umidità, accumulata durante il periodo invernale.
Mantenere l'umidità nel sottosuolo è fondamentale per il seme: si crea un ambiente favorevole per la germinazione ed emersione in superficie.
Le lavorazioni del terreno vanno svolte anche in post semina e in questo caso gioca un ruolo chiave la tempestività. Difatti è bene intervenire quando le erbe infestanti sono ai primi stadi di sviluppo per avere un efficace controllo.
Iaboli dice: "L'obiettivo delle lavorazioni dopo la semina è quello di non far sviluppare eccessivamente le infestanti, effettuando anche più interventi meccanici ravvicinati. Il numero di interventi varia a seconda della necessità in campo, può variare da 1 fino a 4-5 interventi".
In post semina si può intervenire con diverse macchine, tenendo presente lo stadio di crescita della bietola da zucchero. Per usare un erpice strigliatore è bene aspettare le prime 2-4 foglie, mentre dalle 4-6 foglie della coltura si può effettuare al bisogno una fresatura, una sarchiatura interfilare o una rincalzatura.
Insetti patogeni
Per questo aspetto sono disponibili strumenti differenti: trappole per la cattura massale, trappole con ferormoni o trappole attrattive.
Questi strumenti sono consigliati anche dai tecnici di Coprob: "Per ogni insetto la Cooperativa ha messo in atto un programma di monitoraggio per la verifica della presenza o meno della problematica".
Un'altra buona pratica sono le bordure ai lati dell'appezzamento, in particolare con le Brassicaceae che sono molto attrattive per le specie di Altica e per i nematodi. Si consiglia di seminarle in autunno, quindi prima della semina della barbabietola, in modo da avere bordure già sviluppate e proteggere la coltura principale dagli attacchi dei patogeni.
Le bordure successivamente si possono trinciare e interrare con conseguente apporto di sostanza organica. Una doppia funzione quindi che fornisce benefici al sistema pianta-terreno.
Funghi
"Sulla barbabietola coltivata in convenzionale la malattia fungina principale è la Cercospora. Mentre, sulla barbabietola coltivata in biologico questa malattia non rappresenta un grossissimo problema" conclude Iaboli.
Questo grazie al miglioramento genetico che ha reso disponibili varietà mediamente tolleranti e alla raccolta anticipata (metà luglio) che diminuisce la possibilità di sviluppo del fungo in campo.
Infine, se il bieticoltore biologico lo ritiene necessario può trattare con prodotti a base di rame o zolfo, ma questi sono consigliati se c'è un'alta pressione della malattia fungina. Raccogliendo anticipatamente poi rispetto al convenzionale bisogna rispettare i tempi di carenza dei prodotti.
La bietola in rotazione: parla l'Azienda Ferrarini
Tra le pratiche agronomiche alla base dell'approccio biologico c'è la rotazione colturale. In questa pratica ci si può inserire la bietola, che come evidenziato nel paragrafo precedente, migliora la biodiversità agricola. Tuttavia, i suoi benefici non si limitano solo a questo aspetto: la bietola in rotazione contribuisce anche alla multi filiera e alla circolarità di un'azienda agricola.
Un esempio concreto di questa integrazione è rappresentato dall'Azienda Agricola Ferrarini di Mirandola (Mo), che coltiva la bietola biologica all'interno del proprio sistema di rotazione colturale.
"Io e mia sorella rappresentiamo la quarta generazione agricola dell'azienda di famiglia. La nostra ‘avventura' con il biologico è iniziata con un terreno in conduzione e con il fagiolino, perché era la pianta con cui avevamo un po' più di esperienza. E abbiamo cercato di capire come portare avanti questa coltivazione senza usare prodotti di sintesi" dice Andrea Ferrarini, dell'Azienda Agricola Ferrarini e socio di Coprob - Italia Zuccheri.
Dopo la conversione in biologico Ferrarini ha introdotto il sovescio, per ottenere le certificazioni come Bio Suisse: "Con il disciplinare di certificazione Bio Suisse, che è molto più restrittivo dell'attuale Regolamento 848, bisogna dimostrare che almeno il 70% della superficie agricola nel periodo invernale è destinato alla copertura vegetale".
Da qui l'esigenza di applicare il sovescio, quindi di seminare in autunno per poi trinciare e interrare le piante in marzo-aprile. Con questa tecnica Ferrarini nota che in primavera il terreno è completamente diverso, rispetto ad un terreno senza copertura vegetale.
"Dopo altre esperienze e certificazioni Coprob - Italia Zuccheri si è presentata con questo nuovo progetto della barbabietola da zucchero biologica. Assieme alla Cooperativa ho visto in Austria come coltivano questa pianta, e per me questa è stata un'esperienza molto positiva" continua Ferrarini.
Infatti il socio bieticoltore sottolinea una serie di benefici nello sviluppo delle piante ortofrutticole che seguono la bietola negli avvicendamenti: "La barbabietola ci migliora il suolo e contrasta patogeni come gli elateridi o i nematodi, quindi è un'ottima pianta da rotazione. Con queste tecniche agronomiche si può tranquillamente coltivare, sia in biologico che in biodinamico" conclude Ferrarini.
Bietola bio: un'opportunità agronomica e di mercato
Per chi già coltiva in biologico o sta valutando la conversione della propria azienda, la bietola da zucchero rappresenta un'opportunità interessante, sia dal punto di vista agronomico che commerciale.
In Italia, la superficie destinata alla bieticoltura non si limita ai tradizionali bacini produttivi dell'Emilia Romagna e del Veneto, ma è coltivata anche in aree dove questa coltura era scomparsa, come Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Marche.
Il mercato dello zucchero biologico nel canale retail è ancora di nicchia, rappresentando il 2% dei consumi, ma sta registrando una crescita costante rispetto al convenzionale. Questa tendenza è trainata da una maggiore attenzione dei consumatori alla sostenibilità ambientale dei prodotti agroalimentari.
Tutti questi aspetti sono stati approfonditi da Coprob - Italia Zuccheri durante il convegno "Zucchero biologico 100% italiano, una filiera ricca di valori. Eticità, cooperazione, sostenibilità", tenutosi martedì 25 febbraio in occasione del Sana Food 2025 a Bologna.
Autore: Chiara Gallo