2017
30
Come fare per…
Come diradare il melo?
Il video tutorial dei Salvi Vivai ti spiega come farlo
Il diradamento è in frutticoltura una pratica fondamentale. Consente d'ottenere una produzione di qualità nell'anno in corso, ma anche di favorire un normale ritorno a fiore nell'anno successivo (normalizzando il carico produttivo della pianta). Anche nel melo questa tecnica ha grande importanza ed il periodo per farlo è tra giugno e luglio.
Ad oggi il modo migliore per operare, in un impianto intensivo, è quello di eseguire due interventi: una prima parte chimica e poi una seconda parte manuale per affinare il lavoro fatto precedentemente. Una nuova possibilità si è presentata negli ultimi anni con l’introduzione di una macchina diradante, per sostituire il diradamento manuale (decisamente più costoso e lungo).
I Salvi Vivai di Ferrara ti spiegano come fare il diradamento attraverso un breve video tutorial.
"La strategia diradante da adottare nei diversi meleti - spiega Michele Giori, tecnico e commerciale di Salvi Vivai - deve tener conto della sensibilità varietale, delle condizioni metereologiche e dello stato della pianta. Per spiegarvi come eseguirla al meglio abbiamo scelto un impianto di Pink Lady® Rosy Glow* presso Runco di Portomaggiore (FE). Il sistema d'allevamento adottato è il fusetto, il portinnesto è l'M9 e la distanza delle piante è 1 metro lungo la fila e 3,5 metri tra le file. Nel nostro caso abbiamo scelto di effettuare un primo trattamento chimico ed una successiva fase manuale".
"Partiamo dall'operazione chimica - continua Giori -. La sostanza attiva è il 6-benziladenina al 2% con un quantitativo di 5 litri/ettaro, effettuata quando il frutto centrale del mazzetto fruttifero ha raggiunto i 10 mm circa. La sua efficacia è influenzata dalle condizioni climatiche che si verificano durante l’applicazione e nel corso dei giorni successivi al trattamento. Per quest'anno (il 2017) le condizioni ambientali hanno permesso un ottimo risultato finale".
"Arrivati a circa metà giugno - conclude Giori - si esegue una successiva fase di affinamento, attraverso un'operazione manuale. Ogni ramo di 1 cm circa di diametro, presente nella pianta, dovrà portare 4-5 mele. In questa fase togliamo i gruppi di mele che non sono caduti chimicamente e togliamo quelle mele particolarmente all'ombra. Cerchiamo di far si che la pianta produca al meglio sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo: per noi l'optimum sono 100-110 mele per albero.
Ad oggi il modo migliore per operare, in un impianto intensivo, è quello di eseguire due interventi: una prima parte chimica e poi una seconda parte manuale per affinare il lavoro fatto precedentemente. Una nuova possibilità si è presentata negli ultimi anni con l’introduzione di una macchina diradante, per sostituire il diradamento manuale (decisamente più costoso e lungo).
I Salvi Vivai di Ferrara ti spiegano come fare il diradamento attraverso un breve video tutorial.
Michele Giori, tecnico di Salvi Vivai, ti spiega come diradare il melo (Fonte video: ©AgroNotizie)
"La strategia diradante da adottare nei diversi meleti - spiega Michele Giori, tecnico e commerciale di Salvi Vivai - deve tener conto della sensibilità varietale, delle condizioni metereologiche e dello stato della pianta. Per spiegarvi come eseguirla al meglio abbiamo scelto un impianto di Pink Lady® Rosy Glow* presso Runco di Portomaggiore (FE). Il sistema d'allevamento adottato è il fusetto, il portinnesto è l'M9 e la distanza delle piante è 1 metro lungo la fila e 3,5 metri tra le file. Nel nostro caso abbiamo scelto di effettuare un primo trattamento chimico ed una successiva fase manuale".
"Partiamo dall'operazione chimica - continua Giori -. La sostanza attiva è il 6-benziladenina al 2% con un quantitativo di 5 litri/ettaro, effettuata quando il frutto centrale del mazzetto fruttifero ha raggiunto i 10 mm circa. La sua efficacia è influenzata dalle condizioni climatiche che si verificano durante l’applicazione e nel corso dei giorni successivi al trattamento. Per quest'anno (il 2017) le condizioni ambientali hanno permesso un ottimo risultato finale".
"Arrivati a circa metà giugno - conclude Giori - si esegue una successiva fase di affinamento, attraverso un'operazione manuale. Ogni ramo di 1 cm circa di diametro, presente nella pianta, dovrà portare 4-5 mele. In questa fase togliamo i gruppi di mele che non sono caduti chimicamente e togliamo quelle mele particolarmente all'ombra. Cerchiamo di far si che la pianta produca al meglio sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo: per noi l'optimum sono 100-110 mele per albero.
Autore: Lorenzo Cricca
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