OGM, NEL 2002 LA COMUNICAZIONE E’ MIGLIORATA
Il dato scaturisce da una ricerca realizzata dall’Osservatorio di Pavia Media Research nel primo semestre di quest’anno
Maggiore presenza di scienziati nel dibattito mediatico. E’ questo il dato più interessante emerso dalla ricerca. Ma l’atteggiamento del Governo, rispetto agli Organismi Geneticamente Modificati, è ancora negativo

Predominio delle opinioni rispetto ai fatti e all’analisi scientifica.
Era questo l’elemento determinante evidenziato dalla ricerca svolta dall’Osservatorio di Pavia Media Research lo scorso anno. In dodici mesi, fortunatamente, la situazione ha registrato un’importante modifica.
Nel primo semestre del 2002 l’atteggiamento dei mass media è mutato, e in particolare per quanto riguarda la televisione le trasmissioni e i servizi hanno fatto registrare complessivamente una maggiore maturità ed equilibrio.
Il tema resta comunque controverso e la connotazione negativa degli Ogm continua a prevalere, ma si comincia a parlare di Organismi geneticamente modificati mettendoli al centro della comunicazione e non, come avveniva in passato, facendone il semplice sfondo a dibattiti puramente ideologici.
I risultati della ricerca sono stati presentati di recente nel corso di una tavola rotonda che si è svolta presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute S. Raffaele a Cesano Maderno, in provincia di Milano.
Dal rapporto è emerso che la presenza degli scienziati nel dibattito mediatico è aumentata e che quindi l’informazione sulle agrobiotecnologie vede finalmente coinvolti coloro che dovrebbero esserne gli attori principali, in quanto tecnici della materia. E’ questo un indicatore che va verso una informazione più attenta e corretta.
Per dare alcune cifre possiamo affermare che in televisione il peso del mondo scientifico raggiunge oggi il 21%, quasi un quinto della comunicazione complessiva sul tema, mentre resta ferma al 15%, rispetto al 12% del 2001, la loro presenza sulla stampa.
Da segnalare, sempre secondo il rapporto semestrale, che finalmente l’informazione esce dalle pastoie di una generica e pregiudiziale contrapposizione tra i sostenitori delle agrobiotecnologie e i suoi avversari, per confrontarsi su temi concreti, da sviscerare volta per volta: questo perché i fatti di cronaca che irrompono all’attenzione dei media richiedono un dibattito meno sterile.
Sostanzialmente negativo l’atteggiamento dell’attuale ministro dell’Agricoltura, Giovanni Alemanno, che giudica le agrobiotecnologie inutili ed estranee alla tradizione alimentare italiana, bollandole come esempi di standardizzazione e di globalizzazione nella loro accezione deteriore e, in quanto tali, da rifiutare.
Silenzio, per lo più, dal resto dell’intero mondo politico.
Va segnalata infine l’assenza del dibattito sulle reti televisive Mediaset: quelle della Rai pesano infatti per l’87% della produzione televisiva sull’argomento. Emerge purtroppo un atteggiamento “passivo” dei mezzi di comunicazione sull’argomento Ogm, e della televisione in particolare.