Patata, tra terra e storia

Il 2017 ha visto un andamento complesso, caratterizzato da una sensibile diminuzione delle rese produttive

Patata, tra terra e storia - Plantgest news sulle varietà di piante

E' stato ed è uno degli alimenti base della dieta delle popolazioni mondiale meno abbiente

Fonte immagine: © Couler - Pixabay

Ai piedi del Croagh Patrick, il monte sacro dell'Irlanda, c'è una monumento che rappresenta un veliero. La nave ha la prua rivolta ad ovest, verso l'Oceano Atlantico. Nelle vicinanze del Custom House di Dublino c'è un'altra opera commemorativa raffigurante persone malnutrite, emaciate e vestite di stracci intente a camminare verso la Perserverance, nave che salpò proprio dalla banchina di questo edificio nel giorno di San Patrizio del 1846.

Entrambe sono simboli e ricordo della morte e dell’emigrazione in massa (milioni di persone) che contrassegnarono i tragici anni 1845-50: una delle peggiori tragedie della storia irlandese e mondiale.

Tutto questo avvenne per la mancanza di patata, alimento alla base delle dieta della popolazione meno abbiente, a causa della diffusione della malattia causata dal fungo Phytophthora infestans (detta Peronospora) che rovinò i raccolti di alcuni anni portando alla drastica riduzione delle piante coltivate. Questo crollo demografico si allargò poi all'intera popolazione europea e di conseguenza colpì quella del continente americano che fu 'travolto' dall'esodo di massa segnandone la sua storia ed il suo futuro.

L’Irlanda, naturalmente, non è il solo paese che sia stato colpito dalla carestia. Molte nazioni hanno sofferto in questo modo.

La patata ha quindi rappresentato un alimento importantissimo nel passato alimentare dell'umanità. Oltre che scintilla che ha scatenato un cambiamento epocale. Col passare del tempo però ha perso fama e superfici. AgroNotizie ha chiesto ad alcuni operatori del settore qual è la situazione di oggi a livello produttivo e di settore.
 

PATATA

Cala la produzione in Italia

"In linea generale - spiega Stefano Andraghetti, presidente di Cesac, in un comunicato - la stagione pataticola 2017 in Italia è caratterizzata da un andamento abbastanza complesso, con una sensibile diminuzione delle rese produttive provocate da un inverno anomalo e da un'estate torrida. La stagione scorsa invece ci aveva visto protagonisti. Per noi la produzione è stata di oltre 23mila tonnellate.
Alla contrazione attuale però, come dovrebbe essere normalmente, non è corrisposta una sensibile diminuzione dei prezzi, per un prodotto non regolamentato da un contratto di fornitura, provocata dal netto aumento delle semine e dalla sovrapposizione delle produzioni pataticole delle diverse regioni. In questo contesto, i segmenti di un prodotto di qualità, come le patate al selenio e le patate Dop Bologna, hanno comunque risposto bene alla fase commerciale ottenendo buone quotazioni. Nel nostro futuro sono previsti importanti investimenti che hanno tra le altre cose la volontà di rafforzare ulteriormente il comparto pataticolo, che rappresenta per noi un settore strategico".


La situazione mondiale della patata non è certo migliore. Paesi come Polonia, settimo in classifica, e Nuova Zelanda sono in difficoltà. Complessivamente producono oltre 2 milioni di tonnellate sui 368 milioni totali (Fonte Faostat 2015).
Entrambi i Paesi vedono inoltre un calo produttivo dovuto alle forti piogge (alluvioni in alcuni casi) che hanno caratterizzato l'ultima stagione. Senza dimenticare la difficoltà di raccolta e la pregiudichevole conservabilità.
In Polonia le precipitazione sono sopra la media degli ultimi 40 anni e, visto che qui il tubero è assieme ai cereali una delle più importanti specie vegetali coltivate, se ne può capire la gravità. Mentre in Nuova Zelanda si inizia a parlare di razionamento del prodotto sugli scaffali e di carenza che sta diventando un problema di sicurezza alimentare.
 
Il 2017 si festeggia il bicentenario della patata di Bologna
(Fonte foto: © Couler - Pixabay)

Il 2017 è l'anno della patata di Bologna

Dopo la crisi cerealicola del 1816 che ha portato il popolo bolognese alla denutrizione, la patata viene battezzata come primaria risorsa alimentare. Escono così il 'Saggio sulla coltivazione e su gli usi del pomo di terra e specialmente come valga a migliorare i terreni' dell’agronomo Filippo Re e l’opuscolo 'Istruzione agli agricoltori della provincia di Bologna sul coltivamento e sugli usi dè pomi di terra' scritto dal professor Giovanni Francesco Maria Contri su invito del cardinale Carlo Oppizzoni, che in una storica circolare incita i parroci a diffonderla tra i fedeli di tutta la provincia di Bologna. Oggi si festeggia il bicentenario e da allora la provincia di Bologna e l’Emilia Romagna sono diventate grandi produttrici dei 'pomi di terra'.

"Da alcuni mesi - spiega Alberto Zambon, presidente Consorzio della patata di Bologna Dop, in un comunicato - la patata bolognese ha ottenuto la tutela ed è nato il Consorzio. Il percorso di validazione è durato sedici anni. Oggi il Consorzio è in grado di salvaguardare una 'patata esclusiva' e di promuovere il legame fra produttori, territorio, gusto e tradizione. Dopo l'ottenimento della tutela in affiancamento al Consorzio, è da sottolineare l'attività dell'agente vigilatore che prevede i controlli sulle confezioni, sulla corretta indicazione della denominazione e sulla presentazione del prodotto nei punti di vendita".

La superficie coltivata nel 2017 del Consorzio è di 336,42 ettari, mentre il raccolto 2017 è pari a circa 11mila tonnellate. Gli obiettivi per il 2018 sono un +20% di prodotto e per il 2020 prevediamo un raddoppio del prodotto disponibile. Nel 2016 il volume d'affari fatturato dai soci è stato di circa 5 milioni di euro, per l'unica varietà inserita nel Piano dei controlli ovvero la Primura.
 
Definito il 29 settembre dalla Commissione Paritetica l'importo del primo acconto: è 8 cent/kg
(Fonte foto: © Dimitrisvetsikas 1969/7939 - Pixabay)

Il primo acconto è di 8 cent/kg

Nella seduta della Borsa patate del 29 settembre 2017, come riferito in una nota di Assopa, la Commissione Paritetica ha deciso di rinviare la definizione del prezzo di riferimento per il prodotto consegnato in conto deposito, fissando comunque un primo acconto di 8 centesimi al chilo. Ciò in attesa di comprendere l’evoluzione del mercato. 
L'azione è parzialmente in deroga con quanto previsto dal contratto quadro che prevede che, nel caso di andamenti di mercato particolari, si possa rivedere il prezzo di riferimento fino al 15 dicembre.
Già nella riunione del 21 luglio 2017, la medesima Commissione paritetica di Borsa patate aveva comunque già fissato in 0,65 euro al chilo il prezzo di riferimento per le patate confezionate in sacchi da 2,5 - 2,00 e 1,5 chili. 
Il Contratto quadro contiene alcune forme di tutela per il produttore come ad esempio la garanzia del pagamento di un prezzo minimo di 18 centesimi il chilo per le prime 30 tonnellate/ha di patate di prima qualità prodotte e questo fa ben sperare rispetto alla liquidazione finale.
 

Autore: Lorenzo Cricca

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