Reportage

Il meleto? In Trentino è pedonabile e sostenibile

Il 15 gennaio 2018, presso Fondazione Edmund Mach, un convegno per presentare i primi dati sul progetto 'Meleto pedonabile e sostenibile'

Il meleto? In Trentino è pedonabile e sostenibile - Plantgest news sulle varietà di piante

Il sistema trentino adotta il 100% di produzione integrata o di produzione biologica

Fonte immagine: ©Oldienfan-Pixabay

La sostenibilità economica, ambientale e sociale è un elemento sempre più importante nell'agricoltura italiana in genere. E lo è anche per il Trentino Alto-Adige, regione di grande bellezza ed interesse che ha tra gli elementi che la caratterizzano una forte 'naturalità': l'83,7% della superficie dell'Alto-Adige infatti è composta da boschi, mentre quella del Trentino è il 60,5%. Però questa sua 'naturalità' non sembra così vera agli occhi di alcuni trentini ed altoatesini. Sotto accusa l'uso degli agrofarmaci a protezione di meli e vigne.
Per dimostrare la propria anima 'green' gli operatori del settore agricolo hanno decido di far nascere nella primavera 2016 il progetto 'Trentino frutticolo sostenibile' che si è poi concretizzato lo scorso luglio nella pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità. Uno dei cardini di questo progetto sono i controlli analitici della frutta: il 99,4% dei campioni usati risulta conforme con gli standard di legge. 

Dai dati del bilancio emerge anche che in Trentino ci sono 10.578 ettari coltivati e 7.765 frutticoltori con una superficie media di 1,4 ettari, distribuiti in 30.259 appezzamenti. Il sistema trentino adotta il 100% di produzione integrata o di produzione biologica. Nell’ambito del sistema dei fitosanitari, le ultimi analisi indicato che il 65% è dato da principi attivi ammessi nel biologico. Nella regione sono 400 gli ettari di frutticoltura bio. Grazie però a nuovi progetti il biologico potrà arrivare nell’arco di 4 o 5 anni a 700 o 800 ettari, rappresentando quindi il 7-8% della superficie melicola del Trentino.

 
Un esempio di meleto pedonabile e sostenibile creato in trentino
Ecco un frutteto pedonabile creato da Apot e Fmach in trentino
(Fonte foto: ©Fmach)
 

Meleto pedonabile e sostenibile

All'interno di questo grande progetto sono stati creati tanti altri micro-progetti, più specifici e che entrano nel dettaglio di tematiche più tecniche. Uno di questi è il 'Meleto pedonabile e sostenibile', frutto della collaborazione tra Apot-Associazione produttori ortofrutticoli trentini, Fem-Fondazione Edmund Mach e Cif-Consorzio innovazione frutta che sulla base di un campionamento delle aree frutticole trentine ha messo in luce un livello soddisfacente di biodiversità del suolo che ha permesso al Ccpb Consorzio controllo prodotti biologici - che ha realizzato il lavoro - di rilasciare la prima 'certificazione' sulla base dello standard Dtp 17 'Biodiversity Alliance'

Lunedì 15 gennaio 2018 si è tenuto un incontro, presso la sede della Fem, per presentare i primi risultati di questo progetto 'Meleto pedonabile sostenibile'. “Questo importante progetto - spiega Roberto Roncador, presidente del Cif - rappresenta una delle nuove misure introdotte nell’ultimo Piano di Sviluppo Rurale per la condivisione e la disseminazione dell’innovazione prodotta dalla ricerca. S'inserisce nelle attività del nostro Consorzio che mirano ad aumentare la sostenibilità e la qualità delle nostre produzioni frutticole. Ha inoltre lo scopo d'individuare delle tipologie di allevamento del melo che possono essere adattate alle diverse aziende frutticole del Trentino in relazione alla dimensione ed organizzazione aziendale adottando in particolare tecniche di coltivazione avanzate ed adatte per contenere l’impiego di agrofarmaci riducendone la deriva".
Oggi infatti la realizzazione di un meleto specializzato impone scelte impiantistiche che, a seconda della cultivar usata, possano permettere di entrare in piena produzione in tempi brevi e siano in grado di generare una produzione eccellente sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo. Ma senza mai dimenticare la sostenibilità economica, ambientale e sociale.

 
Un momento dell'incontro orrganizzato da FMach il 15 gennaio 2018
Un momento dell'incontro orrganizzato da FMach il 15 gennaio 2018 sulla sostenibilità
(Fonte foto: ©FMach)


 

La resistenza alla ticchiolatura

"Sul fronte del giusto rapporto tra sostenibilità e qualità rientra l'utilizzo della varietà Galant® Lumaga*, mela resistente alla ticchiolatura. Essa abbina la resistenza alla patologia causata dal fungo Venturia inaequalis ed una polpa molto dolce e compatta. Il colore del frutto è rosso-pink per il 50-80% con un sovracolore leggermente striato su sfondo verdognolo-giallo e lenticelle pronunciate. Questa resistenza alla ticchiolatura - conclude Roncador - è uno degli obiettivi principali della ricerca genetica". Il progetto è iniziato nove mesi fa e prevede l’applicazione di diverse tecnologie e dei seguenti prototipi di frutteto: parete stretta pedonabile, reti antigrandine ed antipioggia, sostituzione del diserbo chimico, impianti fissi di irrigazione adattati per trattamenti fitosanitari soprachioma.

“E' una iniziativa importante di trasferimento tecnologico - ha spiegato Sergio Menapace, direttore generale del Fem - che mette in rete attività già in sperimentazione da alcuni anni presso i campi sperimentali della Fondazione, in particolare il meleto biasse e la potatura meccanica, ed introduce aspetti innovativi, come la misura di diversi parametri economici, biologici ed ambientali, tra cui, in particolare, la diagnosi precoce di malattie silenti potenzialmente emergenti a seguito della riduzione dell’uso di fungicidi".

 
Un esempio di frutteto con portinnesto nanizzante Bibaum
Anche l'innesto è importante: qui Vivai Mazzoni propone il nanizzante Bibaum
(Fonte foto©Vivai Mazzoni)
 

I terreni trentini: vitali e biodiversi

Grazie al progetto Meps sul melo pedonabile allevato a Guyot nel 2017 è stato allestito a Denno (TN) un frutteto dimostrativo con diverse tipologie di allevamento, dalla parete stretta ed alta, che richiede l’uso dei carri raccolta, fino al frutteto interamente pedonabile. Nel 2017 la tematica del frutteto in parete ha attirato oltre 1.100 visitatori di 16 nazionalità nelle aziende sperimentali della Fem di Maso Parti (TN) e Maso Maiano (TN).

“Il progetto ‘Frutteto Pedonabile Sostenibile’ esprime diversi aspetti, tutti molto significativi - ha sottolineato Alessandro Dalpiaz, Direttore di Apot -. Innanzitutto un progetto condiviso pubblico-privato che corrisponde appieno alla logica della Pei-Partnership europea per l'innovazione. Gli obiettivi che ci siamo posti sono importanti e perfettamente in linea con la sostenibilità lanciati da Apot. In questo progetto siamo stati in grado di valutare la biodiversità e la vitalità dei suoli frutticoli trentini. Questo primo importante risultato consente di guardare avanti verso spazi di miglioramento ulteriori, recuperando l'importanza del terreno come fattore primario per la qualità del frutto e la salute del frutteto”.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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