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Melo e innovazione, insieme si vince!

Si normalizza la produzione di mele nel 2018 rispetto al 2017. Ma per vincere le sfide del futuro servono nuove varietà e innovazione tecnologica. Plantgest intervista Walter Guerra del Laimburg per approfondirne il tema

Melo e innovazione, insieme si vince! - Plantgest news sulle varietà di piante

Il volume previsto per il 2018 è di 12,5 milioni tonnellate di mele in Europa mentre in Italia è di 2,2 milioni di tonnellate

Fonte immagine: Civ Consorzio italiano vivaisti

Torna il sereno sulla produzione di mele europee 2018, dopo la terribile annata del 2017 quando il raccolto era stato drammaticamente ridotto a causa di avverse condizioni climatiche. Il volume previsto di 12,5 milioni tonnellate rappresenta un dato nella media (Fonte dati Wapa-World apple and pear Association, 2018). Il settore melicolo ha però necessità di modernizzarsi, in particolare nel campo dell'innovazione tecnica e varietale, allo scopo di acquisire nuova linfa e consentire maggiore competitività e sostenibilità.
La redazione di Plantgest.com ha intervistato Walter Guerra, direttore Istituto frutti-viticoltura e dipartimento pomologia del Centro di sperimentazione Laimburg, per comprendere meglio alcuni aspetti di questo cambiamento e di verificarne i risultati in termini commerciali.

Dott. Guerra qual è la situazione produttiva per la mela nel 2018?
"Le previsioni recentemente riviste al ribasso del Wapa indicano 12,5 milioni di tonnellate il raccolto di mele in Europa. In recupero rispetto alla 'drammatica' stagione 2017 e superiore del 3% circa rispetto alla media 2014-2016. Un valore quindi che riporta la produzione alla normalità rispetto al potenziale produttivo e ridimensiona il rischio di sovraccarico del mercato. In Italia il raccolto previsto è di 2,2 milioni di tonnellate, in ripresa rispetto al 2017 ma in calo rispetto alla media 2014-2016. A livello mondiale la produzione sarà di circa 61 milioni di tonnellate di prodotto rispetto alle circa 70 milioni di tonnellate del 2017".


 
Un meleto di mele in produzione nell'areale trentino
In Europa il raccolto previsto è di 12,5 milioni di tonnellate, nella media degli ultimi anni
(Fonte foto: © Fondazione Edmund Mach)



Visti i dati produttivi cosa significa per il mercato melicolo?
"Il mercato melicolo mondiale vive dinamiche particolari. Ad esempio la forte contrazione del raccolto cinese, la politica dei dazi degli Usa, i difficili equilibri tra nord America e centro-sud America, l'embargo russo ai prodotti europei e la forte oscillazione produttiva in Europa (ad esempio il boom produttivo della Polonia nel 2018) sono solo alcuni degli elementi che fanno variare le dinamiche commerciali. Senza dimenticare come le mutate abitudini dei consumatori ed il calo dei consumi mettano ulteriore benzina sul fuoco. Diciamo che per quest'anno il volume che si prospetta dovrebbe permettere una buona annata dal punto di vista commerciale".


Quanto è importante oggi l'innovazione varietale nel comparto melicolo? 
"L’innovazione varietale è sempre più importante per il futuro della mela. Grazie alle nuove varietà è possibile avere un passepartout per crearsi nuovi mercati e distinguersi dalla massa. Senza dimenticare come proprio l'innovazione varietale permette di avere frutti sempre più adatti alle richieste del mercato per caratteristiche qualitative e per esigenze di consumo. Richieste che arrivano anche da chi i frutti li produce e che riguardano la sostenibilità ambientale ed economica. Ed anche in questo caso la ricerca sta facendo un grosso lavoro di miglioramento".

 
Impianto di mele in trentino con piante monocaule tipologia Bibaum

L'innovazione varietale e tecnica permette di dare nuova linfa al settore melicolo
(Fonte foto: © Vivai Mazzoni)



Quali sono le strade che la ricerca sta percorrendo?
"Si sta andando verso frutti a buccia rossa (l'occhio vuole la sua parte) e polpa succosa, croccante e dolce. Questi elementi sono centrali soprattutto in Italia, perchè poi ogni Paese vuole le sue mele. La ricerca quindi sta lavorando per avere varietà che abbiano queste caratteristiche combinate ad aspetti positivi dal punto di vista agronomico. Poi abbiamo le mele a polpa rossa, con alto contenuto di polifenoli, che rappresentano un prodotto 'nuovo', praticamente sconosciuto fino ad oggi per il consumo fresco su larga scala. Grazie alla loro introduzione si potrebbero aprire nuovi scenari di mercato e farci riacquistare consumatori disinnamorati. Interessante il concetto di taglia: mele a pezzatura ridotta, formato snack, per un consumo più moderno e facile. Non dimentichiamo anche nuovi ibridi a buccia gialla, mele a basso contenuto allergenico e mele ad alto valore nutraceutico".


E per quanto riguarda la resistenza alle malattie?
"Avere varietà tolleranti o resistenti alle principali malattie della specie è un elemento sempre più importante. Se non addirittura vitale. Non solo per un'aspetto ecosostenibile e per una maggiore appetibilità verso il consumatore ma anche per la necessità di abbassare i costi di produzione. Oggi comunque abbiamo varietà molto interessanti su questo fronte. Basti vedere come le varietà di mela resistenti alla ticchiolatura siano già abbastanza diffuse sul mercato. Ci sono circa 5 mila ettari coltivati nel mondo a varietà resistenti alla ticchiolatura sui complessivi circa 3 milioni di ettari coltivati a melo".

 
Mela rossa, succosa e croccante tagliata e pronta ad essere consumata

Il consumatore italiano vuole sempre più mele rosse, dolci, croccanti e succose
(Fonte foto: © AgroNotizie)


Mele 'managed' o  'commodity'. In quale direzione deve andare la mela e perchè? 
"Le mele vendute come 'commodity' esisteranno nel futuro e rimarranno ancora la parte principale di prodotto. Semmai c'è la necessità di avere cloni di queste mele migliorativi, con caratteristiche più moderne: ad esempio che colorino anticipatamente e in modo migliore. E' comunque da sottolineare la evidente crescita delle varietà Club o 'managed', mele sottoposte a controllo da parte di un'azienda detentrice del brevetto. Così è possibile programmare e gestire la produzione al meglio ottenendo garanzia sulla qualità e un equilibrio tra domanda e offerta. Senza dimenticare come questo garantisca una migliore differenzazzione del prodotto ed una sua capacità di esclusività. Due elementi che possono diventare dei veri cavalli di battaglia e darci un vantaggio competitivo e farci distinguere per qualità ed unicità. In Alto-Adige crediamo molto a questo concetto, basti vedere come sui circa 18 mila ettari coltivati a mela circa 1.500 sono a Club. In Italia oggi sono commercializzate 30 varietà esclusive: da Pink Lady® Cripps Pink* (la principale) fino a Bonita* e Morgana® Kizuri* (due delle ultime principali novità)".

Dove sta andando la melicoltura italiana nel futuro?
"Per sopravvivere ed essere remunerativa la mela deve differenziarsi ed il suo settore unire le forze e 'serrare' maggiormente i ranghi. Per potersi differenziare è molto importante investire sull'innovazione varietale, ottimizzare il prodotto finale in termini di qualità intrinseca, fortificare il settore biologico ed ecosostenibile. Per quanto riguarda l'unione delle forze è necessario confluire le forze produttive e commerciali in poche realtà per avere un maggiore potere competitivo. Infine è sicuramente necessario investire maggiori risorse sulla comunicazione, per far crescere il consumo e la consapevolezza salutistica della mela italiana. Una buona opportunità potrebbe arrivare, ad esempio, dal rafforzamento del connubio tra marchio e territorio".

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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