Reportage

Olivo, record negativo nel 2018

La stagione 2018 è stata la peggiore degli ultimi 25 anni. Per il futuro traspare ottimismo: è però necessario innovare e attuare politiche d'emergenza. Plantgest ha intervistato Riccardo Gucci, presidente dell'Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio

Olivo, record negativo nel 2018 - Plantgest news sulle varietà di piante

Olivo made in Italy, eccellenza da tutelare oggi e domani

Fonte immagine: © MarcoCentenaro80 - Pixabay

La stagione olivicola italiana 2018 ha portato alla produzione di circa 185 milioni di chili di olio extra vergine. Si tratta del 57% in meno rispetto alla stagione 2017 e del minimo storico degli ultimi 25 anni. E' quanto emerge dall'ultima elaborazione dell'Ismea-Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare pubblicata ad inizio anno. Uno dei simboli del made in Italy e del buon cibo italiano è a rischio. E' con esso tutto un settore che conta su oltre 10mila dipendenti diretti e un’indotto ed un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro. 

I dati forniti dal Coi-Consiglio oleicolo internazionale evidenziano come l'Italia sia stata nel 2016/2017 il terzo produttore mondiale sia per olive da olio che da tavola con 182mila e 39mila tonnellate (dati definitivi). Al primo posto la Spagna con 1.290.000 tonnellate per le olive da olio e 596mila tonnellate per le olive da tavola. Complessivamente sono state prodotte nel mondo 2.561.500 tonnellate di olive da olio e 2.899.500 tonnellate di olive da tavola. Le previsioni globali per la stagione 2018/2019 indicano 3.131.000 tonnellate per le olive da olio e 2.751.000 tonnellate per le olive da tavola. Per l'Italia si prevedono 265mila tonnellate per le olive da olio e 40mila tonnellate per olive da tavola.

Quale è la situazione produttiva e di mercato reale? Quali sono le prospettive future? La redazione di Plantgest ha intervistato Riccardo Gucci, presidente dell'Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio, per farci una fotografia del settore olivicolo italiano e per indicarci cosa si aspetta dal prossimo futuro.

 
Olive da olio e olive da tavola, due eccellenze del made in italy

La stagione olivicola 2018 è stata la più peggiore degli ultimi 25 anni 
(Fonte foto: © Hans da Pixabay
 

Professore qual è la situazione del settore olivicolo oggi in Italia?

"Veniamo dalla peggior annata in termini quantitiativi degli ultimi decenni - spiega Gucci -, che si somma a tante recenti annate non buone. D'altro canto ci sono segnali positivi da parte degli operatori della filiera che, nonstante la crisi, intendono investire in nuovi oliveti, nuovi frantoi e nuovi prodotti. Rispetto a qualche anno fa anche le istituzioni hanno compreso la necessità di fare nuovi oliveti e modernizzare il settore a partire dalla produzione"
 

Qual è la situazione in merito alla Xylella?

"La batteriosi lentamente avanza risalendo la Puglia, ma il pericolo maggiore forse viene ancora dalle piante ornamentali importate dal centro America. sono stati segnalati focolai di Xylella in Spagna, in Corsica, alle Baleari e in nessun caso c'entrava l'epidemia pugliese. Fortunamente tutti questi focolai sembrano estinti tranne quello delle Baleari, che mi risulta sotto controllo. I produttori possono fare molta attenzione all'acquisto delle piante, scegliere varietà tolleranti (la Leccino è una di queste) e curare i propri oliveti segnalando agli osservatori fito-sanitari regionali ogni sintomo anomalo".
 

Come vede il futuro prossimo dell’olivicoltura made in Italy?

"Tanta preoccupazione, ma anche tanto ottimismo. L'olivicoltura italiana può farcela a rilanciarsi, sarà dura, ma bisogna crederci. I mercati internazionali hanno sete di olio e l'olio italiano è molto apprezzato. Non manca il mercato ma la produzione".

 
L'olio italiano è tra i più ricercati al mondo

L'olio made in Italy, un prodotto da oltre 2,5 miliardi di euro d'indotto 
(Fonte foto: © Ulleo da Pixabay)


Nell'elaborazione di Ismea si evidenzia come ad accusare le perdite maggiori sono state le regioni del sud Italia con la Puglia, che da sola rappresenta circa la metà della produzione nazionale. La flessione stimata è attorno al 65%, a causa delle gelate e dei problemi fitosanitari che hanno colpito gli uliveti. "Si sottolinea - viene spiegato durante la presentazione - che 'negli ultimi sei anni è già la terza volta che le campagne di 'scarica' si presentano con flessioni produttive che vanno oltre la fisiologica alternanza, a causa della frequenza con cui si manifestano eventi meteorologici avversi".

E' evidente che questo crollo dei raccolti comporterà un aumento delle importazioni. Si stima che il volume di olio importato supererà il mezzo miliardo di chili: più di due bottiglie di olio di oliva su tre avranno all'interno prodotto straniero. Inoltre si segnala che per far fronte a questa situazione di crisi e di emergenza, e anche ad altre, il governo italiano ha dato il via libera al decreto legge n. 27-2019 per le emergenze in agricoltura. Per maggiori informazioni e per ulteriori approfondimenti potete visitare il sito internet ministeriale con le normative e il sito internet con le Gazzette ufficiali pubblicate.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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