Orzo: la pianta che non ha paura dei cambiamenti climatici

Pubblicato su The Plant Journal un lavoro che spiega perché questo cereale è in grado di crescere in tutte le aree agricole del mondo. Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e bioinformatica del Crea: "Il clima cambia e l'agricoltura globale deve rispondere"

Orzo: la pianta che non ha paura dei cambiamenti climatici - Plantgest news sulle varietà di piante

La pianta dell'orzo 'legge' le condizioni ambientali e adatta il proprio ciclo vitale ai diversi ambienti

Cresce al tempo stesso in Islanda o in Lapponia, a Nord del circolo polare artico, o in pieno campo in Tibet ad oltre 4mila metri di quota, ma è anche l'ultima coltura prima del deserto nella regione del Medio Oriente, in aree con una piovosità inferiore a 250 mm all'anno. Stiamo parlando dell'orzo, l'unica pianta in grado di crescere in tutte le aree agricole del mondo, e proprio per questo oggetto di numerosi studi. L'orzo è molto diffuso in Europa, in tutta l'area mediterranea e in Italia, dove è utilizzato sia per l'alimentazione animale sia per la produzione della birra.

Il consorzio europeo Whealbi, di 25 ricercatori, con il contributo Italiano di Crea, Università di Milano e Ptp science Park ha pubblicato sulla rivista scientifica The Plant Journal un lavoro che descrive e spiega la capacità dell'orzo di crescere ed essere coltivato in tutte le aree del globo.

"Di fronte ai cambiamenti climatici in atto, comprendere la straordinaria capacità di adattamento dell'orzo è fondamentale per selezionare le piante da coltivare nei prossimi anni" afferma Luigi Cattivelli, direttore del Centro di ricerca Genomica e bioinformatica del Crea, "il clima cambia e l'agricoltura globale deve rispondere alla sfida con piante che cambino di conseguenza, per garantire i fabbisogni di cibo e di altri prodotti di origine agricola".

Integrando i dati di una rete internazionale di campi con quelli derivanti dalla sequenza parziale del genoma di circa 400 varietà provenienti da più di 70 paesi, i ricercatori hanno identificato decine di geni, che controllano i meccanismi grazie ai quali la pianta dell'orzo "legge" le condizioni ambientali e adatta il proprio ciclo vitale ai diversi ambienti.

"La collezione di varietà del progetto Whealbi e i relativi dati genomici rappresentano una risorsa unica per future ricerche sulla risposta delle piante agli stress" - commenta Laura Rossini del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali della Statale di Milano, che ha coordinato il lavoro di sequenziamento in collaborazione con il Ptp - "Per esempio potranno essere impiegati per studiare la resistenza alle malattie o alla ridotta disponibilità di acqua, così da applicare queste conoscenze per ottenere varietà migliorate".

"La partecipazione al progetto Whealbi - aggiunge Andrea Di Lemma, amministratore delegato Ptp science Park - ha permesso al Ptp science Park di lavorare al fianco di ricercatori di livello internazionale per poter sviluppare conoscenze che potranno essere valorizzate sia internamente, grazie alla proprietà intellettuale generata nell'ambito del progetto, che nell'implementazione di programmi di trasferimento tecnologico a favore del mondo produttivo".

Il lavoro dal titolo "Exome sequences and multi-environment field trials elucidate the genetic basis of adaptation in barley” è disponibile a questo link

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