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Nocciolo, avversità e loro difesa

La coltivazione del nocciolo è in crescita: +4% di tonnellate prodotte dal 2007 al 2017. Negli ultimi anni sono cresciute anche le problematiche ambientali e le avversità biotiche. NocciolaRe ci indica la situazione nelle principali aree corilicole italiane, per capire lo stato dell'arte della produzione di nocciole made in Italy

Nocciolo, avversità e loro difesa - Plantgest news sulle varietà di piante

Nocciola, una produzione in calo del 50-60%, a causa dell'andamento climatico anomalo e della Cimice asiatica

Fonte immagine: © JolaKalmuk - Pixabay

A cura dello staff di NocciolaRe

Si è da poco conclusa un’annata da dimenticare per la corilicoltura italiana, a causa dei diversi problemi emersi che hanno causato forti contrazioni della produzione di nocciole rispetto al 2018. Dappertutto si è verificata una forte cascola precoce con perdite fino al 50-60%, che ha sicuramente amplificato gli effetti negativi delle avversità parassitarie. Il fenomeno può aver avuto diverse cause ma la principale è da individuare nelle anomale condizioni climatiche, caratterizzate da basse temperature e piogge abbondanti nei mesi primaverili a cui hanno fatto seguito temperature estive molto elevate.
La cascola precoce è un fenomeno molto complesso sulla cui eziologia possono essere reperiti ulteriori approfondimenti nell’intervista a NocciolaRe rilasciata dalla dr.ssa Nadia Valentini dell’Università di Torino.
Per i dati e le informazioni legate alla coltivazione del nocciolo puoi guardare il video reportage di Plantgest sul nocciolo.

Di seguito un punto sulle avversità parassitarie che nel corso della trascorsa stagione vegetativa hanno minacciato i noccioleti a seconda dell'area corilicola, impegnando gli agricoltori nella difesa dei loro raccolti. Per ognuna di queste aree (le principali in Italia) è stata presa in considerazione la situazione generale, che nella realtà può essere stata accompagnata da eccezioni a causa della diversità dei microclimi e delle colture limitrofe.

 
Nocciolo, una pianta arborea sempre più coltivata in Italia
La coltivazione del nocciolo è in crescita in Italia: + 4% di nocciole prodotte dal 2007 al 2017
(Fonte foto: © Agrion)


 

Nocciolo, acari ed insetti fitofagi

Tra gli insetti quelli che hanno dato più filo da torcere agli agricoltori sono stati senza dubbio le cimici, sia quella asiatica che quelle nostrane. In Piemonte si è assistito ad un aumento della Cimice asiatica (Halyomorpha halys), ma anche di Gonocerus acuteangulatus, Nezara viridula e Palomena prasina (e tante altre cimici nostrane), che negli anni precedenti invece erano state meno presenti. Gli attacchi si sono concentrati soprattutto nelle fasi immediatamente precedenti la raccolta quando la difesa è stata più problematica e la sensibilità dei frutti particolarmente elevata. La difesa ha comportato 2-3 trattamenti in prevalenza con piretroidi ed etofenprox. A questo riguardo tecnici ed agricoltori lamentano la ormai cronica scarsità d'insetticidi registrati su nocciolo per il controllo delle cimici. Nel Lazio non si è ancora verificata la temuta crescita della cimice asiatica, che pure è presente, mentre sono stati significativi gli attacchi della cimici nostrane, che sono comparse a seguito dell’innalzamento delle temperature a fine giugno e alla metà di luglio. La difesa è stata condotta con criteri simili a quelli del Piemonte, ma in alcuni casi sono state registrate percentuali di cimiciato significative, soprattutto laddove il timing di applicazione degli insetticidi rispetto al ciclo del target non è stato corretto. Anche in Campania non si è avuta una particolare espansione della cimice asiatica, che per il momento sembra essere maggiormente presente nel casertano, mentre tutt’altro che trascurabili sono stati gli attacchi delle nostrane che hanno impegnato i corilicoltori con almeno 2 o 3 trattamenti utilizzando i soliti insetticidi a partire da giugno.
L’eriofide (Phytoptus avellanae) ha colpito in relazione soprattutto alla sensibilità varietale. In Piemonte su Tonda gentile trilobata è stato segnalato in particolar misura su giovani impianti, dove è stato contenuto con trattamenti a base di zolfo posizionati nell’epoca di migrazione dalle gemme. Anche in Campania ha fatto la sua comparsa, in special modo nei giovani impianti di Tonda di Giffoni, come pure in Lazio.
La cocciniglia (Eulecanium coryli) è stata segnalata sia in Piemonte che in Campania negli impianti più vecchi, dove per la dimensione delle chiome anche la lotta diviene più difficile. Nel Lazio, contrariamente a quanto avvenuto nelle altre regioni, è stato necessario intervenire con trattamenti specifici contro il balanino che in alcuni casi ha comunque causato perdite di produzione.
Nel mese di giugno sono stati segnalati in Piemonte anche attacchi consistenti del lepidottero Ifantria americana (Hyphantria cunea) le cui larve sono in grado di defogliare le piante, mentre analoghi attacchi causati da Lymantria dispar sono stati osservati nel viterbese a fine maggio in giovani impianti di due-tre anni di età.
Infestazioni di afidi e acari tetranichidi non sono mancate un pò in tutte le aree corilicole, ma in misura tale da non richiedere normalmente interventi specifici.

 
Cimice asiatica, anche nel nocciolo un problema per la produzione
La Cimice asiatica anche nel nocciolo rappresenta una vera problematica, soprattutto al nord Italia per ora
(Fonte foto: © Osservatorio fitopatologico di Modena)
 

Nocciolo, funghi e batteri

In Piemonte le abbondanti precipitazioni primaverili hanno favorito oltre che la Gleosporiosi (Sphaceloma coryli) anche la necrosi batterica da Xanthomonas arboricola pv. Corylina, contro la quale sono stati effettuati trattamenti a base di rame o di acibenzolar metile. Inoltre sono anche aumentati i casi di un deperimento del nocciolo in impianti sia in fase di allevamento che in piena produzione con sintomi di microfillia, seccume e avvizzimento. L’eziologia di questa avversità non è stata ancora chiarita e sono in corso indagini.
Nel Lazio, a seguito delle abbondanti precipitazioni di maggio e giugno, si sono verificati significativi attacchi di Moniliosi (Monilia spp.) e di Necrosi grigia (Fusarium spp. e Alternaria spp.) a partire dalla seconda metà di giugno, per cui si è dovuto fare ricorso anche a 2 o 3 interventi specifici con fungicidi a base di boscalid+pyraclostrobin, tiofanate metile o tebuconazolo. Gli stessi trattamenti sono stati necessari in Campania contro la moniliosi.
Una recrudescenza del Mal dello stacco da Cytospora spp. è stata segnalata nei vecchi impianti di alcune aree campane.
Tutte le zone corilicole sono state interessate da manifestazioni di Mal bianco, che però non hanno quasi mai raggiunto livelli tali da richiedere specifici interventi fungicidi.

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