2020
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Come fare per…
Sorgo, continua a crescere
Il sorgo è pianta che consuma poco i fattori di produzione, rispetto ad altri cereali. Un vantaggio per l’ambiente e per il portafogli dell'agricoltore. Il 21 novembre 2019 ad Ozzano dell'Emilia (BO) un convegno per approfondire temi agronomici e di mercato.
Il sorgo (Sorghum vulgare o Sorghum bicolor) è una pianta erbacea annuale delle Graminacee. E' il quinto cereale dopo grano, riso, mais e orzo per importanza economica. Può essere usato sia nell'alimentazione animale che in quella umana. Nella filiera zootecnica può essere impiegato come foraggio o per la produzione di granella, a seconda della specie e della varietà. Interessante anche l'uso come prodotto da biomassa per biogas.
Nel mondo nel 2017 sono stati coltivati 40.674.113 ettari per una produzione di 57.601.588 tonnellate: rispetto al 2007 +10% per superfici e +8,5% per quantità. I maggior produttori a livello mondiale sono gli Stati Uniti con 9.241.760 tonnellate, seguiti da Nigeria con 6.939.000 tonnellate, Messico con 4.854.110 tonnellate, Etiopia con 4.815.595 tonnellate ed India con 4.570.000 tonnellate. In Europa la produzione nel 2017 è stata di 944.490 tonnellate (+45% rispetto al 2007) su una superficie di 295.853 ettari (+65% rispetto al 2007). L'Italia è il primo Paese europeo con 240.694 tonnellate, seguita da Ucraina, Francia e Bulgaria. (Fonte dati Faostat)
Oggi la produzione ad ettaro media in Italia è di 70-75 quintali/ettaro per un prezzo di circa 15,5-18,5 euro/quintale, che permette di avere una discreta redditività. In alcuni areali si arriva a 90-95 quintali/ettaro.
Il sorgo può essere una valida alterniva alimentare al mais per la filiera zootecnica, visto l'interessante composizione chimica da un punto di vista nutrizionale ed energetico. Sarà però necessario migliorarne ulteriormente la resa ad ettaro, fornire garanzie produttive concorrenziali con il mais ed affinare la tecnica di coltivazione. Il suo futuro quindi è roseo, ma è necessario incanalarlo in un percorso agro-industriale e di filiera dove il valore del prodotto è alto e dove tutti gli anelli possono avere la propria marginalità". Guarda la video intervista a Bergami sul sito internet di Sorghum ID, Organizzazione Interprofessionale Europea del sorgo.
Il sorgo è il quinto cereale al mondo per importanza
(Fonte foto: © Kathryn Cox - Pixabay)
Grande successo di partecipazione per il Convegno 'Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro' che si è tenuto il 21 novembre 2019 presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna (Ozzano dell'Emilia). L'evento è stato organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Europea Sorghum ID. “Sulla coltivazione del sorgo l’attenzione e l’interesse degli agricoltori è in continua crescita - spiega Charles-Antoine Courtois, Responsabile del Progetto Sorghum ID, nel comunicato stampa di presentazione dell'evento -. I numeri ci stanno dando ragione. Nel 2019 gli ettari coltivati a sorgo da granella nell'UE28 sono stati 172mila (+30% rispetto al 2018), con una produzione stimata di 936mila tonnellate (+30% rispetto al 2018). Dal 1970 al 2017 è stato possibile ottenere in media un aumento di 3 tonnellate/ettaro. Il sorgo non deve essere considerato un ingrediente secondario nella razione alimentare zootecnica, bensì fondamentale come ottima integrazione al mais. La ricerca scientifica sul miglioramento genetico deve andare avanti e favorire una collaborazione tra enti pubblici e privati. I risultati fin qui raggiunti sono soddisfacenti ma esistono ancora ampi margini di intervento, non ultima la possibilità di anticipare le semine a periodi in cui la temperatura del terreno non supera i 7-8 gradi, a fronte dei 12 gradi richiesti oggi. Questo ci permetterebbe di estendere la coltivazione del sorgo verso i Paesi del nord Europa”.
Il sorgo potrebbe sostituire il mais nel futuro, grazie alle sue peculiarità intrinseche
(Fonte foto: © Vijayanarasimha - Pixabay)
Sorgo, pianta rustica e sostenibile per l'ambiente ma anche per il reddito dell'agricoltore
(Fonte foto: © Jaboo - Adobe Stock)
Queste condizioni si riscontrano in parecchie regioni italiane: Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania. Possono verificarsi anche in molte di quelle zone collinari svantaggiate, comunemente dette 'marginali'. Nelle regioni meridionali, troppo aride, il sorgo senza irrigazione non può essere proposto, ma potrebbe dare eccellenti risposte produttive ad irrigazioni limitate o di soccorso.
Di seguito alcune informazioni interessanti sul sorgo estratte dall'intervento di Andrea Formigoni, docente presso il Dimevet dell’Università di Bologna, durante il convegno 'Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro' . "Abbiamo effettuato negli ultimi anni alcune prove con il sorgo in allevamenti di bovine da latte destinate alla produzione di Parmigiano Reggiano. I dati raccolti hanno dimostrato che il sorgo granella può sostituire il mais senza particolari inconvenienti. Per quanto riguarda il sorgo da foraggio i risultati hanno confermato alcuni aspetti molto importanti: fibra che si degrada più rapidamente, elevata quota di zuccheri, buona propensione all’insilamento. L'uso del sorgo come unico cereale nella produzione di latte per Parmigiano Reggiano ha portato ad avere nelle 'forme di formaggio' una percentuale di grasso pari al 3,33% (3.21% con mais e orzo) e 3,04% di proteina (2.97% con mais e orzo). Mentre i riscontri ottenuti con l'uso di silosorgo in sostituzione di silomais hanno dato risultati pressochè identici”.
Oltre all’alimentazione zootecnica il sorgo offre grandi opportunità anche per la produzione di biogas “Qui la scelta varietale - ha illustrato Mirco Garuti del Crpa di Reggio Emilia - si rivela cruciale in termini di resa di sostanza secca/ettaro. Sicuramente il sorgo da biomassa, alla luce degli studi fin qui condotti, appare come il miglior fenotipo per la produzione di biometano, soprattutto quello definito avanzato. A questo riguardo il Decreto del Mise, che stabilisce l’elenco delle biomasse da utilizzare per la produzione di biocarburanti avanzati, prevede anche la presenza del sorgo, inserito in cicli colturali in grado di aumentare l’efficienza d’uso del terreno migliorando la sostenibilità di un sistema che nel contempo può produrre cibo e bioenergia”.
Nel mondo nel 2017 sono stati coltivati 40.674.113 ettari per una produzione di 57.601.588 tonnellate: rispetto al 2007 +10% per superfici e +8,5% per quantità. I maggior produttori a livello mondiale sono gli Stati Uniti con 9.241.760 tonnellate, seguiti da Nigeria con 6.939.000 tonnellate, Messico con 4.854.110 tonnellate, Etiopia con 4.815.595 tonnellate ed India con 4.570.000 tonnellate. In Europa la produzione nel 2017 è stata di 944.490 tonnellate (+45% rispetto al 2007) su una superficie di 295.853 ettari (+65% rispetto al 2007). L'Italia è il primo Paese europeo con 240.694 tonnellate, seguita da Ucraina, Francia e Bulgaria. (Fonte dati Faostat)
Sorgo, cresce l'interesse
"Il sorgo in Italia sta suscitando grande interesse - spiega Marco Bergami, produttore di sorgo da oltre 20 anni - grazie alle sue caratteristiche nutritive ed agronomiche. E' pianta molto rustica che si presta molto bene ad adattarsi al cambiamento climatico in corso ed alle nuove esigenze di sostenibilità economica ed ambientale. Il reddito è interessante grazie tra l'altro ad un basso costo iniziale d'impianto, a bassi costi di gestione (ad esempio basse esigenze idriche: circa la metà dell'acqua per il mais), a lavorazioni superficiali e poco profonde, ad un mercato con trend decisamente positivo, all'assenza di gravi problematiche fitosanitarie (ad esempio privo di micotossine), alla non necessità di essiccazione della granella in post-raccolta, alla facilità di coltivazione ed allo scarso bisogno di concimazioni.Oggi la produzione ad ettaro media in Italia è di 70-75 quintali/ettaro per un prezzo di circa 15,5-18,5 euro/quintale, che permette di avere una discreta redditività. In alcuni areali si arriva a 90-95 quintali/ettaro.
Il sorgo può essere una valida alterniva alimentare al mais per la filiera zootecnica, visto l'interessante composizione chimica da un punto di vista nutrizionale ed energetico. Sarà però necessario migliorarne ulteriormente la resa ad ettaro, fornire garanzie produttive concorrenziali con il mais ed affinare la tecnica di coltivazione. Il suo futuro quindi è roseo, ma è necessario incanalarlo in un percorso agro-industriale e di filiera dove il valore del prodotto è alto e dove tutti gli anelli possono avere la propria marginalità". Guarda la video intervista a Bergami sul sito internet di Sorghum ID, Organizzazione Interprofessionale Europea del sorgo.
Il sorgo è il quinto cereale al mondo per importanza
(Fonte foto: © Kathryn Cox - Pixabay)
Grande successo di partecipazione per il Convegno 'Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro' che si è tenuto il 21 novembre 2019 presso il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna (Ozzano dell'Emilia). L'evento è stato organizzato dall’Organizzazione Interprofessionale Europea Sorghum ID. “Sulla coltivazione del sorgo l’attenzione e l’interesse degli agricoltori è in continua crescita - spiega Charles-Antoine Courtois, Responsabile del Progetto Sorghum ID, nel comunicato stampa di presentazione dell'evento -. I numeri ci stanno dando ragione. Nel 2019 gli ettari coltivati a sorgo da granella nell'UE28 sono stati 172mila (+30% rispetto al 2018), con una produzione stimata di 936mila tonnellate (+30% rispetto al 2018). Dal 1970 al 2017 è stato possibile ottenere in media un aumento di 3 tonnellate/ettaro. Il sorgo non deve essere considerato un ingrediente secondario nella razione alimentare zootecnica, bensì fondamentale come ottima integrazione al mais. La ricerca scientifica sul miglioramento genetico deve andare avanti e favorire una collaborazione tra enti pubblici e privati. I risultati fin qui raggiunti sono soddisfacenti ma esistono ancora ampi margini di intervento, non ultima la possibilità di anticipare le semine a periodi in cui la temperatura del terreno non supera i 7-8 gradi, a fronte dei 12 gradi richiesti oggi. Questo ci permetterebbe di estendere la coltivazione del sorgo verso i Paesi del nord Europa”.
Sorgo: semina, diserbo e raccolta
"Il sorgo si semina da fine marzo a fine aprile - conclude Bergami -, anche se è necessario porre attenzione a non seminare troppo anticipatamente: devono essere presenti temperature di 14-16°C, periodo corrispondente nel centro-nord Italia all'incirca nella seconda metà di aprile. Generalmente si usano seminatrici di precisione pneumatiche usate per il frumento, e opportunamente regolate. Le esigenze termiche del sorgo sono maggiori rispetto al mais. Con gli ibridi medio-precoci, che sono i più coltivati, la semina si fa a file distanti 0,40-0,50 metri. Va previsto l’impiego di 10-15 Kg/ha, per ovviare alle inevitabili fallenze (40-50%). La profondità ideale è di 20-30 mm (massimo 40 mm) in terreno possibilmente ben rassodato da una rullatura presemina. Il diserbo è un'altro aspetto molto importante. Per questo motivo è importante preparare con cura il letto di semina effettuando lavorazioni accurate ed utilizzando disseccanti in pre-semina, per ridurre il più possibile la crescita di malerbe. Si raccoglie da metà agosto fino a metà settembre, con la metitrebbia. Successivamente possiamo liberare facilmente il terreno e prepararlo per la coltivazione di colture autunno-vernine (ad esempio frumento tenero o frumento duro)".Il sorgo potrebbe sostituire il mais nel futuro, grazie alle sue peculiarità intrinseche
(Fonte foto: © Vijayanarasimha - Pixabay)
Sorgo e terreno
Il sorgo si adatta a vari tipi di terreno, anche se preferisce quelli argillosi e profondi. Tollera la salinità ed un'ampia gamma di acidità (da pH 5,5 a 8,5) ma è sensibile alla crosta superficiale nelle prime fasi giovanili. La perfetta preparazione del terreno è uno dei punti più delicati della coltura: per favorire l’approfondimento radicale e costituire nel terreno le giuste riserve idriche (il sorgo è pianta da asciutta) e per favorire il più possibile la nascita delle piantine ed il loro sviluppo, visto la piccolezza del seme e la delicatezza delle plantule.Sorgo e concimazione
Trattandosi di una coltura da asciutta nel sorgo si dovrà limitare la concimazione minerale, tanto più quanto più scarse sono le disponibilità idriche. In assenza della distribuzione di letame in fase di preparazione del terreno le dosi più consigliabili sono: 40-100 Kg/ha di P2O5 da dare pre-semina; 80-150 Kg/ha di azoto da dare alla semina (ad es. urea). Pur essendo il potassio (K2O) l’elemento maggiormente assorbito, può non essere distribuito nei terreni ben dotati: difficile indicare un valore corretto nei terreni non ben dotati.Sorgo, pianta rustica e sostenibile per l'ambiente ma anche per il reddito dell'agricoltore
(Fonte foto: © Jaboo - Adobe Stock)
Sorgo ed irrigazione
Il sorgo ha minori esigenze idriche del mais. È ovvio che questa aridoresistenza ha dei limiti: è pur sempre necessario che tra le riserve d’acqua del terreno e apporti di piogge durante il ciclo vitale si debba poter contare su una quantità d’acqua stimabile intorno a 300-350 mm (o 3.000-3.500 m3/ha). In terreni profondi ed a buona capacità di ritenzione idrica (quindi con esclusione di quelli sciolti) basta che piovano 120-150 mm nei mesi da giugno ad agosto per assicurare rese, se non altissime, quanto meno soddisfacenti dal punto di vista tecnico ed economico.Queste condizioni si riscontrano in parecchie regioni italiane: Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania. Possono verificarsi anche in molte di quelle zone collinari svantaggiate, comunemente dette 'marginali'. Nelle regioni meridionali, troppo aride, il sorgo senza irrigazione non può essere proposto, ma potrebbe dare eccellenti risposte produttive ad irrigazioni limitate o di soccorso.
Sorgo e difesa
In Italia le avverstità biotiche per il sorgo non sono molto, al momento. Tra le funginee abbiamo: Marciumi della pianta (Fusarium spp, Pythium spp, Ustilago maydis e Ustilago zeae), Marciumi delle radici (Rhizoctonia spp, Fusarium spp e Macrophomina phaseali). Tra gli insetti ricordiamo: Piralide del mais (Pyrausta nubialis), afidi (Aphis fabae) ed elateridi del terreno (Agriotes spp).Di seguito alcune informazioni interessanti sul sorgo estratte dall'intervento di Andrea Formigoni, docente presso il Dimevet dell’Università di Bologna, durante il convegno 'Il sorgo, la risposta a un’agricoltura che guarda al futuro' . "Abbiamo effettuato negli ultimi anni alcune prove con il sorgo in allevamenti di bovine da latte destinate alla produzione di Parmigiano Reggiano. I dati raccolti hanno dimostrato che il sorgo granella può sostituire il mais senza particolari inconvenienti. Per quanto riguarda il sorgo da foraggio i risultati hanno confermato alcuni aspetti molto importanti: fibra che si degrada più rapidamente, elevata quota di zuccheri, buona propensione all’insilamento. L'uso del sorgo come unico cereale nella produzione di latte per Parmigiano Reggiano ha portato ad avere nelle 'forme di formaggio' una percentuale di grasso pari al 3,33% (3.21% con mais e orzo) e 3,04% di proteina (2.97% con mais e orzo). Mentre i riscontri ottenuti con l'uso di silosorgo in sostituzione di silomais hanno dato risultati pressochè identici”.
Oltre all’alimentazione zootecnica il sorgo offre grandi opportunità anche per la produzione di biogas “Qui la scelta varietale - ha illustrato Mirco Garuti del Crpa di Reggio Emilia - si rivela cruciale in termini di resa di sostanza secca/ettaro. Sicuramente il sorgo da biomassa, alla luce degli studi fin qui condotti, appare come il miglior fenotipo per la produzione di biometano, soprattutto quello definito avanzato. A questo riguardo il Decreto del Mise, che stabilisce l’elenco delle biomasse da utilizzare per la produzione di biocarburanti avanzati, prevede anche la presenza del sorgo, inserito in cicli colturali in grado di aumentare l’efficienza d’uso del terreno migliorando la sostenibilità di un sistema che nel contempo può produrre cibo e bioenergia”.
Autore: Lorenzo Cricca
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