Cavolo di Bruxelles, crucifera in crescita

Il cavolino di Bruxelles sta conquistando le tavole degli italiani e l'interesse dei produttori nazionali. Ma cosa serve per coltivarlo?

Cavolo di Bruxelles, crucifera in crescita - Plantgest news sulle varietà di piante

Il cavolino di Bruxelles è una delle tante varietà di cavolo prodotte e consumate in Italia

Fonte immagine: © Posinote - Adobe Stock

Se dici ad un bambino che per pranzo ci sarà cavolo la reazione sarà di disgusto. Probabilmente è una tra le verdure impossibili da far mangiare ai più piccoli. Tra tutti il cavolo di Bruxelles è tra le più odiate, a causa del suo sapore deciso ed amarognolo e dall'odoro di zolfo che emana. Ma come tutti i cavoli anche i cavolini di Bruxelles, prodotto di questa varietà di cavolo, sono ricchi di elementi nutritivi: antiossidanti, sali minerali, vitamine e fibra. Il cavoletto di Bruxelles è di stagione da novembre a marzo, e si presta molto bene per ricette più tradizionali e più moderne, gustose e salutari. Guarda il sito web dei F.lli Orsero per avere ulteriori informazioni sulle proprietà.

Il cavolo di Bruxelles o Brassica oleracea L. var. gemmifera produce i 'cavolini' come germogli ascellari del fusto. La pianta resiste bene al freddo e quindi si adatta anche agli inverni freddi della Pianura padana. Per il piccolo produttore il problema maggiore consiste nel procurarsi le idonee varietà. Tra tutti i cavoli, il cavolino di Bruxelles è d'origine molto più recente: prende il nome da Bruxelles, capitale del Belgio, dove si ritiene siano stati coltivati per la prima volta nel XVI secolo.
 
IL CAVOLO DI BRUXELLES
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In Italia nel 2019, in base ai dati Istat, sono stati prodotti 65.048 quintali di cavolini per una superficie coltivata di 367 ettari: un aumento del 15% per produzioni e del 31% per superfici rispetto al 2018. Da segnalare che per Ismea la produzione di cavoli in genere quest'anno è stata condizionata dall'andamento climatico anomalo. A differenza di quanto avvenuto per gli ortaggi a foglia, la possibilità di stoccare queste brassicacee ha consentito di gestire l'offerta sulla base dell'interesse della domanda. Per questo motivo i listini prezzi all'origine hanno mostrato una maggiore stabilità ed i produttori sono riusciti a beneficiare anche di qualche lieve incremento di prezzo.

Sono tante le varietà di questa pianta che le aziende sementiere in questi anni hanno costituito e commercializzato, ma tutte si distinguono principalmente in due grandi gruppi: le precoci (piante compatte a ciclo breve e con una produzione di cavolini numerosa e di media grandezza: produzioni da fine settembre a novembre), le semi-tardive o le tardive (con piante alte a ciclo lungo con cavolini numerosi e grandi: produzioni da novembre a dicembre per le semi-tardive e produzione da gennaio a marzo per le tardive). Guarda su Plantgest le principali varietà coltivate e le loro specifiche tecniche. La coltivazione del cavolo di Bruxelles inizia con la semina in un semenzaio protetto in contenitori alveolati da 45-50 posti e con apposito terriccio. Passate circa 5-7 settimane le piantine di cavoletti di Bruxelles sono pronte per essere trapiantate in pieno campo, con il loro pane di terra. Normalmente si mettono circa 2,5-3 piante per m2: è necessario avere una certa distanza tra pianta e pianta, sia sulla fila che tra le file. L'epoca di semina va da marzo a metà agosto, anche se il momento migliore è tra maggio e giugno quando la temperatura è intorno ai 20°C.

 
Cavoletti di bruxelles, una delle varietà di cavolo consumate
Cresce l'interesse per i cavoletti di Bruxelles in Italia
(Fonte foto: © Africa Studio - Adobe Stock)

Il terreno ideale per la coltivazione dei cavolini di Bruxelles è di medio-impasto, fertile, ricco di sostanza organica e ben drenato (per evitare ristagni). Il pH ottimale è quello neutro. Può essere buona norma effettuare una concimazione di fondo pre-impianto, usando del letame ben maturo o del compost. L'irrigazione è un elemento importante, utile per avere piante di cavolini di Bruxelles rigogliose e produttive. Per questo motivo va apportata acqua con una certa costanza ed in certe quantità. Le fasi più delicate sono il trapianto e la crescita della coltura. E' evidente che va apportata acqua anche durante le fasi più critiche durante l'estate, o in casi particolari anche in autunno. Il sito web dell'azienda sementiera Bejo può aiutare ad avere maggiori informazioni in merito al terreno ed alla coltivazione del cavolo di Bruxelles.

Può essere interessante effettuare una pacciamatura naturale, che può contemporaneamente aiutarci a mantenere il terreno umido ed evitare la crescita delle erbe infestanti. Senza la pacciamatura diventano necesssarie delle periodiche sarchiature. Nei cavolini di Bruxelles era spesso effettuata a cimatura apicale, anche se in realtà negli ultimi anni l'innovazione varietale l'ha resa sempre meno importante, se non addirittura superflua, grazie ad ibridi che riescono bene a produrre senza questo intervento. Si pratica quando il fusto è sviluppato eliminando il germoglio apicale, lasciando così solo le foglie a rosetta che lo circondano. In questo modo la pianta dedicherà maggiore energia all'ingrossamento dei cavolini. Altra operazione che si fa per favorire l'ingrossamento dei cavolini è la defogliatura: eliminare le foglie inserite sul fusto, man mano che tendono ad ingiallire.

La raccolta dei cavolini di Bruxelles si effettua a mano, grazie ad un coltellino che l'operatore usa per staccare uno ad uno i singoli cavolini. Si raccolgono da ottobre fino a tutto febbraio. Quali sono le principali avversità per i cavoli e per il cavolo di Bruxelles? Tra le crittogame ricordiamo l'alternariosi, i marciumi basali e la peronospora, le batteriosi (Xanthomonas campestris ed Erwinia carotovora); tra gli insetti gli afidi, le nottue, le cavolaie, gli elateri, l'altica e la mosca del cavolo. La cavolaia e la nottua del cavolo rappresentano i due lepidotteri più pericolosi: per ulteriori informazioni puoi leggere 'Cavoli, come difendere le piante dalla cavolaia' pubblicato su AgroNotizie.
 
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Autore: Lorenzo Cricca

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