Riso del Delta del Po Igp: sempre più competitivo grazie al bio

Nuovi prodotti biologici con aspetti nutraceutici unici: ecco il progetto Competibioriso. Obiettivo: il miglioramento della competitività del riso Igp attraverso la diversificazione

Riso del Delta del Po Igp: sempre più competitivo grazie al bio - Plantgest news sulle varietà di piante

Competibioriso è cofinanziato dai fondi Psr Regione Emilia-Romagna

Migliorare la competitività del riso del Delta del Po Igp con la diversificazione, incentivando l'innovazione, per rispondere alle richieste del mercato per una maggiore sostenibilità economica e ambientale delle produzioni della zona. E' questo lo scopo del progetto Competibioriso realizzato con la collaborazione di Consorzio di tutela, Grandi Riso, Ente nazionale risi, Consorzio Futuro in ricerca insieme ad Università degli Studi di Ferrara e Areté.

Nuovi prodotti biologici connotati da  particolari aspetti nutraceutici, di alta qualità garantita dal disciplinare di produzione, entrano a far parte della filiera produttiva del Riso del Delta del Po Igp grazie al progetto cofinanziato dai fondi Psr Regione Emilia-Romagna.

Nello specifico tre sono gli obiettivi del progetto Competibioriso:
  • Introdurre la risicoltura biologica negli areali del Delta del Po
  • Sviluppare una linea di riso integrale biologico di facile impiego per i consumatori
  • Caratterizzare e promuovere le qualità del territorio presenti nel riso biologico del Delta del Po per una sua inscrizione all'Igp.
Il riso biologico, si legge nella nota diffusa alla stampa, ha infatti un valore commerciale più elevato del riso tradizionale e la tecnica colturale biologica, evitando l'uso di prodotti fitosanitari di sintesi, incentiva tecniche colturali a basso impatto ambientale. Le nuove tecnologie consentono quindi la produzione in loco di riso dalla doppia caratteristica: bio e Igp.
 

Il territorio del Delta del Po

Il riso del Delta del Po Igp è un prodotto di altissima qualità che cresce nella zona deltizia caratterizzata da una cella climatica particolare, terreni fertili vicini al mare, e un ambiente incontaminato immerso all'interno del Parco naturale del Delta del Po. Tali caratteristiche, unite a quelle nutrizionali e organolettiche, rendono il riso del Delta del Po Igp unico e irripetibile, tanto da veder riconosciute queste peculiarità con l'ottenimento del marchio d'eccellenza di Indicazione geografica protetta nell'anno 2009.
 

Le varietà di riso del Delta del Po Igp

Diverse sono le varietà presenti sul mercato di riso del Delta del Po Igp: Carnaroli, Arborio, Baldo e Volano. Sono state ammesse alla coltivazione Igp, a seguito della recente modifica al disciplinare di produzione anche le varietà Caravaggio, Cammeo, Keope, Telemaco e Karnak. Ogni varietà ha caratteristiche ben precise, ma tutte hanno chicchi consistenti che tengono bene la cottura e che assorbono bene liquidi e condimenti. Adatti per creare piatti di qualità, grazie alla grande digeribilità, al fattore ipoallergenico, al grande tenore proteico, alle proprietà antiossidanti e alla presenza di acidi grassi essenziali quali Omega3 e Omega6, sono ideali da inserire nella dieta quotidiana.
 

Il progetto Competibioriso

Nel progetto sono state messe a punto le linee tecniche per la produzione del riso biologico nell'areale del Delta del Po tramite l'allestimento di campi dimostrativi per il confronto varietale con alcune cultivar ammesse dal disciplinare di produzione del riso Igp, Carnaroli e Arborio, alle quali è stata aggiunta la varietà Baldo.
Al momento l'areale di produzione si differenzia dalle altre aree di produzione del riso a livello nazionale, la loro evidenziazione consente una valorizzazione del riso del Delta del Po Igp, sia biologico che integrale, e può migliorarne la competitività e supportarne la tracciabilità.

Al campo di riso biologico è stata applicata la sperimentazione della tecnica di semina attraverso pacciamatura biodegradabile-compostabile e si è ottenuto un ottimo risultato di abbattimento delle erbe infestanti.
"Abbiamo voluto capire se nelle nostre zone è possibile coltivare riso in biologico. Passo dopo passo abbiamo seguito l'evoluzione e la crescita del riso ­- spiega Adriano Zanella, presidente del Consorzio di tutela del riso Delta del Po Igp -. Una scoperta importante è stata fatta nella preparazione del letto di semina. La grande piovosità dello scorso anno ha fatto ritardare le semine e abbiamo quindi lavorato più volte il terreno: le infestanti venivano quindi automaticamente soppresse con le lavorazioni".

La costante e attenta programmazione agronomica ha riportato ottimi risultati sul prodotto raccolto. Le analisi Unife, Università degli Studi di Ferrara, hanno rilevato contenuti bromatologici unici rispetto ad altre produzioni italiane. Sono stati confrontati dati di coltivazione convenzionale e biologico e i risultati evidenziano che la coltivazione in biologico migliora le già ottime caratteristiche della coltivazione convenzionale. Le produzioni convenzionali sono di alta qualità nutrizionale, mentre il contenuto di calcio e sodio è maggiore nel biologico. Il potassio resta il principale componente seguito dal magnesio e dal calcio e buoni contenuti di ferro, manganese e zinco. Sostanze fenoliche e antiossidanti sono presenti in egual quantità nelle due modalità di produzioni e ciò conferma una crescita della pianta senza stress. Gli incoraggianti risultati confermano che le produzioni risicole del Delta del Po, partendo da un prodotto di eccellenza, migliorano le proprie "performance" con la pratica del biologico.
 

Conclusioni

Il progetto ha permesso di mettere a punto una tecnica di coltivazione del riso biologico nei territori del Delta del Po, che consente di contenere la pressione delle erbe infestanti con metodi biodegradabili-compostabili e produrre un riso che mantiene le peculiarità che contraddistinguono il Riso Igp migliorando alcuni aspetti nutraceutici, nonché di porre le basi necessarie al processo di diversificazione per la coltivazione di prodotti maggiormente richiesti dal mercato. Risulta quindi interessante valutare una doppia certificazione: Igp e bio.

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