2020
17
Arriva il pomodoro salva-clima, è come il ciliegino ma gli serve poca acqua
Il progetto internazionale del Crea che ha l'obiettivo di ottenere delle coltivazioni che si adattano alle condizioni ambientali

Il progetto parte dall'indagine su 150 tipi diversi di pomodori 'da serbo' (Foto di archivio)
Fonte immagine: © JuanCi Studio - Adobe Stock
Un pomodoro salva-clima che non teme la siccità; e che si può coltivare con poca acqua in ambienti aridi. La selezione di questo pomodoro - simile al ciliegino con elevato quantitativo di vitamina C, di beta-carotene e di antiossidanti, oltre a spiccate qualità organolettiche, e una resistenza ai microrganismi e agli agenti patogeni - è il cuore di un progetto di ricerca internazionale cui sta lavorando il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) Orticoltura e florovivaismo insieme con l'Università politecnica di Valencia, nell'ambito di Horizon 2020-Bresov.
Il progetto - che coinvolge ventidue istituti di ricerca coordinati dall'Università di Catania - parte dall'indagine su 150 tipi diversi di pomodori 'da serbo', varietà autoctone coltivate soprattutto in Spagna e nel Sud Italia, cultivar tradizionali e d'élite selezionate nel tempo per le loro caratteristiche di adattabilità climatica, minore necessità di trattamento delle piante e maggiore conservabilità invernale dopo la raccolta.
Quello che la sapienza e la manualità delle tradizioni contadine hanno saputo sui campi, viene ora approfondito e studiato dai ricercatori utilizzando le collezioni vegetali per cui il Crea è internazionalmente rinomato; la scienza guarda così l'adattabilità dei diversi tipi e si concentra sulle aree del bacino del Mediterraneo, differenziate per clima e caratteristiche del suolo.
Grazie tecniche di sequenziamento su larga scala di piccoli frammenti di Dna, sono stati identificati i geni soggetti a pressione selettiva. Le nuove conoscenze saranno utili per prossimi programmi di miglioramento genetico e per la valorizzazione mirata delle coltivazioni analizzate sui mercati globali.
"Obiettivo ultimo - spiega il ricercatore Pasquale Tripodi co-responsabile del progetto - è la possibilità di ottenere pomodori che sappiano adattarsi alle condizioni ambientali provocate dai mutamenti climatici in atto. Pertanto, oggi è fondamentale selezionare varietà produttive in grado di tollerare condizioni di stress dovute a scarso regime idrico, elevate temperature climatiche e attacchi di patogeni".
Il progetto - che coinvolge ventidue istituti di ricerca coordinati dall'Università di Catania - parte dall'indagine su 150 tipi diversi di pomodori 'da serbo', varietà autoctone coltivate soprattutto in Spagna e nel Sud Italia, cultivar tradizionali e d'élite selezionate nel tempo per le loro caratteristiche di adattabilità climatica, minore necessità di trattamento delle piante e maggiore conservabilità invernale dopo la raccolta.
Quello che la sapienza e la manualità delle tradizioni contadine hanno saputo sui campi, viene ora approfondito e studiato dai ricercatori utilizzando le collezioni vegetali per cui il Crea è internazionalmente rinomato; la scienza guarda così l'adattabilità dei diversi tipi e si concentra sulle aree del bacino del Mediterraneo, differenziate per clima e caratteristiche del suolo.
Grazie tecniche di sequenziamento su larga scala di piccoli frammenti di Dna, sono stati identificati i geni soggetti a pressione selettiva. Le nuove conoscenze saranno utili per prossimi programmi di miglioramento genetico e per la valorizzazione mirata delle coltivazioni analizzate sui mercati globali.
"Obiettivo ultimo - spiega il ricercatore Pasquale Tripodi co-responsabile del progetto - è la possibilità di ottenere pomodori che sappiano adattarsi alle condizioni ambientali provocate dai mutamenti climatici in atto. Pertanto, oggi è fondamentale selezionare varietà produttive in grado di tollerare condizioni di stress dovute a scarso regime idrico, elevate temperature climatiche e attacchi di patogeni".
Autore: Tommaso Tetro