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Noce, superfoods sempre più al top

L'aumento dei consumi di noci e frutta secca hanno portato un aumento delle superfici coltivate a noce da frutto in Italia: nel 2019 il made in Italy ha rappresentato il 20% circa del fabbisogno. I margini di crescita sono ancora alti. Plantgest fa il punto sul settore

Noce, superfoods sempre più al top - Plantgest news sulle varietà di piante

Noce da frutto, un superfoods sempre più apprezzato in Italia e in Europa

Fonte immagine: Agronotizie

Se guardiamo al passato la produzione di noci in Italia rappresentava una preziosa risorsa economica. Diversi erano i noceti, usati sia per la produzione di frutti che di legno. Nel corso dei secoli però la coltivazione del noce è andata progressivamente calando, fino a diventare del tutto marginale. Negli ultimi anni c'è stato un cambio di passo: l'interesse per il noce ha ripreso vigore grazie alla crescita esponenziale dei consumi ed alla ricerca da parte degli agricolturi di nuove opportunità di reddito. Il noce è oggi uno dei principali superfoods: alimenti capaci, grazie a delle caratteristiche ben precise e documentate, di apportare benefici alla salute ed al benessere delle persone che gli utilizzano. Il Covid 19 (malattia associata al Sars-CoV-2 o Coronavirus-2) ha accelerato questo trend del salutismo, spingendo ulteriormente le buone prospettive di crescita della frutta secca in genere (Fonte International Nuts and Dried Fruit Council).
Scattiamo una fotografia al settore produttivo del noce nel mondo e in Italia. A livello mondiale, in base ai fati Faostat su elaborazione Plantgest, nel 2018 sono state prodotte 3.662.507 tonnellate di noci (peso con guscio) e sono stati coltivati 1.159.484 ettari: rispetto al 2008 è +39% per noci prodotte e +63% per superfici coltivate. Il Bel Paese è il 22esimo produttore mondiale di noci con 12.173 tonnellate su 3.962 ettari coltivati: +1% per tonnellate e +0,5% per ettari rispetto al 2008. Rispetto a quanto avviene nel mondo l'incremento produttivo è stato meno forte. Da segnalare, in base a quanto dichiarato da Nucis, che la produzione di noci del 2019 ha rappresentato all'incirca il 20% dell'intero fabbisogno nazionale e che sempre nel 2019 l’import ha segnato il +372% rispetto al 2000.

"L'ultima stagione nocicola - spiega Alessandro Annibali, Ceo di New Factor e Inc ambassador per l’Italia, alla 16esima giornata del noce presso l'azienda San Martino a Forlì il 2 ottobre 2020 - è stata decisamente positiva per quantità potenziali e qualità. Abbiamo già raccolto la varietà Lara® Pieral*, la più precoce, e ci stiamo apprestando a raccogliere la varietà Chandler*, la più tardiva. Il progetto In-Noce (costituito da New Factor e capofila insieme alla cooperativa faentina Agrintesa) ha l'ambizione di raggiungere nei prossimi tre anni i 500 ettari totali, circa il 5% del fabbisogno nazionale". Il progetto In-Noce coinvolge diciannove aziende agricole emiliano romagnole nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna. “La crisi, al di là degli aspetti personali e di salute, può anche essere letta come opportunità - conclude Annibali -: i consumatori sono sempre più attenti ad uno stile di vita sano ed ecosostenibile. La coltivazione specializzata ed intensiva del noce si adatta perfettamente a questi aspetti e si integra nel percorso di ripresa”.

 
Noce da frutto prodotto in noceto specializzato in provincia di Forlì
Noce da frutto, la scelta varietale è sempre più importante per gestire i costi e guadagnare
(Fonte foto: © AgroNotizie)
 

Ok, la varietà è giusta

Per ottenere una buona produzione, e sfruttare al meglio l'opportunità, sono diversi gli elementi che un produttore di noci deve gestire al meglio. In primis ricordiamo la giusta varietà. In Italia ed in Europa la facevano da padrone dapprima le varietà d'origine italiana (es. Sorrento*, Bleggiana e Feltrina) e poi quelle d'origine francese (es. Franquette*). Con l'introduzione delle varietà californiane (Chandler in primis) si è rivoluzionata la nocicoltura, aumentando le rese ed aprendo alla meccanizzazione - elementi fondamentali per essere sostenibili economicamente e per avere una nocicoltura specializzata. Le varietà più diffuse in Italia sono così diventate Lara® Pieral* (maturazione precoce), Tulare* (intermedia), Howard (intermedia) e soprattutto Chandler* (medio-tardiva). Quest'ultima è sicuramente la più diffusa a livello mondiale. Le varietà di noce da frutto raccomandate dalla Regione Emilia-Romagna (in base al Disciplinare produzione integrata 2020) sono Chandler*, Lara® Pieral* e Howard tra le varietà a fruttificazione laterale e Franquette* tra le varietà a fruttificazione terminale. Il portinnesto consigliato è il noce europeo o Junglas regia.
 

Dove è possibile coltivarlo?

Dopo l'aspetto varietale diamo qualche informazione sulla tecnica di coltivazione. Le informazioni sono tratte dalle presentazioni dei relatori, dagli interventi dei tecnici/operatori del settore e dagli atti del convegno 'Giornate tecniche Soi sul noce da frutto: innovazione e sostenibilità', che si sono svolte il 20 e il 21 settembre 2019 a Bologna (leggi l'articolo su AgroNotizie e scarica gli atti del convegno).
La pianta del noce da frutto è generalmente abbastanza rustica e si adatta bene a diversi ambienti. Predilige però terreni franchi, fertili e profondi. Il noce è assai sensibile all’asfissia radicale ed agli attacchi di Armillariella mellea e Phytophthora spp.: il terreno deve perciò essere permeabile e di facile sgrondo. Il pH del terreno deve essere compreso tra 5 e 6,5: nei suoli troppo acidi pH 4-5 il guscio dei frutti resta tenero e in quelli troppo basici possono comparire manifestazioni di clorosi ferrica. Vanno evitati i suoli con presenza di calcare attivo. Resiste a basse temperature ma è sensibile alle gelate tardive; il suo fabbisogno in freddo è di 1000-1500 ore a t°<7°C. Il numero di ore d'insolazione è fattore correlato alla produttività: in ambienti con meno di 1000 ore d'insolazione tra maggio e settembre, i frutti hanno la tendenza ad avere gusci difettosi. Una piovosità superiore a 800-900 mm/anno, ben distribuita durante la stagione vegetativa, assicura una disponibilità idrica sufficiente. Il noceto va impiantato privilegiando le zone riparate dal vento.
Il sistema che oggi viene maggiormente consigliato è quello a piramide o vaso strutturato, che permette di contenere lo sviluppo delle piante, anticipare la produzione e favorire la potatura meccanica. In questo caso specifico le distanze saranno di 7,0 x 3,5-5. Qui vanno utilizzate varietà a fruttificazione laterale, portamento semi-assurgente e medio o scarso vigore. Negli impianti pre esistenti era invece presente la forma in volume a vaso, usata con varietà a fruttificazione terminale (oltre che con portamento più assurgente ed elevato vigore). Per questa situazione le distanze d'impianto sono di 7,0-8,0 x 5,0-6,0 metri.


 
Noceto specializzato ed adatto alla gestione meccanica
Oggi la coltivazione del noce è sempre più specializzata e meccanizzata: noceto dell'Az. Agr. San Martino di Forlì
(Fonte foto: © AgroNotizie)
 

Attenzione all'impollinatore del noce

Non possiamo dimenticarci, se vogliamo produrre bene, l'impollinazione e la gestione degli impollinatori. Il noce presenta sulla stessa pianta sia gli organi riproduttivi maschili (stami) che quelli femminili (pistillo) che hanno un buona capacità di autofencodarsi. C'è però la possibilità che la fioritura maschile preceda (anche di molto) quella femminile, riducendo così di fatto la fecondazione della pianta e la conseguente produzione. Per questo motivo è necessario inserire nell'impianto una varietà impollinante che abbia fioritura maschile simile a quella della varietà prescelta. Ecco alcune combinazioni varietà-portinnesto, tratte sempre dal convegno Soi di Bologna del 2019: per Chandler* ad esempio l'impollinatore consigliato è la varietà Franquette*, oltre Fernette* e Cisco; per Lara® Pieral* abbiamo Franquette* e Ronde de Montignac*; per Howard abbiamo Franquette*, Fernette* e Cisco. Si consiglia d'inserire all'incirca un impollinatore ogni 20 piante della varietà coltivata.
 

Acqua e inerbimento, sempre più importanti

Passiamo ora all'inerbimento dell'impianto. Questa tecnica è sempre più importante e sempre più usata in quanto permette di preservare la qualità delle noci cadute a terra, facilitare le operazione di gestione delle piante e della raccolta, avere una tempestiva entrata in campo nei momenti di criticità agronomica. Inoltre grazie all'uso di macchine trinciatrici e trinciasarmenti per gestire il manto erboso è possibile limitare il diserbo chimico. Altro elemento critico nella coltivazione del noce è l’approvvigionamento idrico, soprattutto nei primi quattro-cinque anni di vita (periodo che precede l'inizio della piena raccolta). Le piante adulte invece sono particolarmente esigenti durante la fase d'ingrossamento frutti, che all'incirca avviene tra luglio e settembre, normalmente poco piovosa in molti ambienti nocicoli. Il fabbisogno idrico - in base a quanto specificato da Netafim (guarda la pagina dedicata al noce) - si aggira sui 500-600 mm stagionali, concentrati soprattutto nel periodo più critico. Quali sono le tecniche d'irrigazioni più adeguate? La microaspersione (goccia e microjet in particolare) viene solitamente preferita in contesti in cui si vuole mantenere inerbito l'interfila. In questo caso grazie a questa irrigazione si è in grado di coprire una maggiore superficie. Più moderna e performante è la subirigazione che offre il vantaggio di non avere alcun ingombro fisico ed permette d'aumentare l'efficienza irrigua (l'acqua non è soggetta a perdite per ruscellamento ed evaporazione) .

 

Guarda il video reportage di Plantgest sulla giornata Soi sul noce, svolte a Bologna il 20-21 settembre 2019
(Fonte video: © canale Youtube Plantgest)
 

Fertilizzazione, importante già dall'impianto

E' sempre importante effettuare un'analisi del terreno per individuare correttamente lo stato di salute del terreno e la quantità di elementi presenti. In linea generale un noceto specializzato ed inerbito richiede prima dell'impianto un elevato apporto di ammendanti organici, soprattutto in quei terreni scarsamente dotati di sostanza organica (inferiore all'1,5%). L'apporto deve essere fatto con ammendanti maturi e con un rapporto carbonio/azoto non bassi (ad esempio il letame paglioso ben maturo). Un buon intervento è indicabile in circa 500 quintali per ettaro, distribuito per due terzi all'impianto e per un terzo prima della semina del cotico erboso permanente (normalmente tarda estate del terzo anno). Questa concimazione all'impianto permette di ridurre poi le concimazioni negli anni successivi, a meno che non avvengano situazioni produttive ed ambientali particolari.
Diamo qualche informazione presa dal Disciplinare produzione integrata 2020 della Regione Emilia Romagna:
  • Azoto: nel primo anno circa 30 kg/ha, nel 2° anno 50 kg/ha, nel 3° anno 75 kg/ha e dal 4°-5° anno in poi 90 kg/ha (dotazione normale del terreno) con una produzione di circa 3,2-4,8 t/ha;
  • Fosforo: nel 1° anno 20 kg/ha, nel 2° anno 30 kg/ha, dal 3°-4° anno in poi 40 kg/ha (dotazione normale del terreno) con una produzione di circa 3,2-4,8 t/ha;
  • Potassio: nel 1° anno 20 kg/ha, nel 2° anno 40 kg/ha, dal 3°-4° anno in poi 60 kg/ha (dotazione normale del terreno) con una produzione di circa 3,2-4,8 t/ha.
Ulteriori informazioni e dettagli sulla concimazione del noce e su alcuni prodotti da utilizzare è possibile consultare alcuni siti web di produttori di fertilizzanti: per citarne alcuni Fomet, Ilsa Group e Cifo.

Per essere sempre aggiornati sul mondo del noce e sulla sua coltivazione rimani sintonizzato su Plantgest.com e su AgroNotizie.it.

Bibliografia
  • Giornate tecniche Soi sul noce da frutto: innovazione e sostenibilità (relazioni, abstract, interviste, prove in campo, etc..) - 20 e il 21 settembre 2019 a Bologna;
  • Disciplinare produzione integrata Regione Emilia-Romagna 2020;
  • www.nutfruit.org;
  • www.nucisitalia.it;
  • www.netafim.it;
  • www.ilsagroup.com;
  • www.cifo.it;
  • www.faostat.org;
  • Evento "Il noce da frutto: opportunità per il territorio? Considerazioni ed esperienze" del 7 ottobre 2019 a Imola (BO);
  • Evento "Il noce da frutto in Emilia - Romagna. Innovazione e sviluppo della filiera" dell'8 maggio 2018 a Rimini (RM) all'interno del Macfrut;
  • Speciale 'Il noce da frutto' su Agricoltura: 'Mercato mondiale: buone prospettive di crescita per l'Italia', settembre 2006.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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