2021
19
Reportage
Soia, pianta da riscoprire
Questa leguminosa è essenziale per le filiere agroalimentari made in Italy. Cresce l'interesse degli agricoltori italiani, anche per garantire sostenibilità ambientale ed economica
La soia è per l'Italia una coltura importante e strategica, in quanto base del fabbisogno proteico degli animali d’allevamento. Ed è proprio da questi allevamenti che si ottengono molti dei prodotti alimentari simbolo dell'eccellenza del made in Italy. La produzione di soia in Italia negli ultimi 3-4 anni però è calata: oggi è di 9,8 milioni di quintali realizzati su una superficie di oltre 256mila ettari. Numeri che permettono di coprire il 35% circa del fabbisogno interno. Il resto viene quindi importanto dall'estero, in primis dal Nord America e dal Sud America.
A livello mondiale la soia nel 2019 è stata coltivata su 120.501.628 ettari per una produzione di 333.671.692 tonnellate: +17% per superfici coltivate e +25% per volumi prodotti rispetto al 2010. Un trend dettato dal crescente interesse verso le proteine vegetali: più disponibilità negli allevamenti, migliorare la qualità dei suoli, contenere le emissioni ambientali da parte l’agricoltura e rispondere alle esigenze del mercato e del consumatore. I tre principali produttori al mondo sono Stati Uniti d'America, Brasile ed Argentina che rappresentano oltre l’80% della produzione globale.
La soia inoltre rappresenta una pianta al centro di grandi tensioni geopolitiche e di grandi problemi etici ed ambientali: dialettiche legate ai dazi tra i grandi Paesi e blocchi politici del Pianeta, la deforestazione, l'Ogm e le nuove tecniche di miglioramento genetico, etc. Per dettagli su questi aspetti si suggerisce di leggere l'articolo 'Soia, dietro c'è un mondo' pubblicato nel 2017 su AgroNotizie, con all'interno l'intervista a Paolo Annicchiarico, ricercatore del Crea - Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero-casearie di Lodi.
Il miglioramento genetico sta supportando la crescita della soia e della sua coltivazione
(Fonte foto: DarcyMaulsby - IStockPhoto)
E' evidente che riuscire a produrre più soia nata in Italia potrebbe permettere al nostro Paese di avere prodotto di qualità e certificato, utile ad elevare ulteriorimente la qualità delle nostre eccellenze. "Sulla soia c'è fermento in Italia - spiega Marco Signor, tecnico dell'Ersa -, anche se gli ultimi anni hanno evidenziato un certo calo per superfici coltivate. E' soprattutto il nord Italia ad avere avuto lo sviluppo maggiore, grazie alle condizioni ambientali più favorevoli alla coltivazione di questa leguminosa. Infatti dove le temperature primaverili sono elevate (e con scarsità di acqua) è difficile pensare di fare soia. La soia s'inserisce perfettamente in una rotazione colturale, soprattutto in quegli ambienti dove la sua diffusione è già da tempo evidente e dove quindi il rizobio è già presente nel terreno". I rizobi sono presenti nel suolo, sia per motivi naturali che per una precedente coltivazione di leguminose. Essi entrano in simbiosi con le radici di alcune piante, leguminose in modo particolare, fissando l'azoto atmosferico e rendendolo disponibile alla pianta.
E' comunque possibile aggiungerne attraverso l'inoculo diretto nel seme o applicando rizobio (in polvere, liquido o granulare) sulla superficie del seme stesso. Sono diverse le aziende che commercializzano questi prodotti e queste sementi.
E' una pianta abbastanza rustica e capace di produrre in terreni poveri. Dal punto di vista nutritivo la soia è quindi autosufficiente per l’azoto, proprio grazie alla sua capacità di fissare l'azoto atmosferico attraverso i batteri simbionti. Questo però non significa che non si debba concimare, soprattutto dopo aver effettuato un'adeguata analisi del terreno. Si ricorda che in linea generale il fosforo aumenta la percentuale di proteina nel seme mentre il potassio incrementa il contenuto e la qualità dell’olio. Attenzione però perchè la soia assorbe più potassio che fosforo. Sulla gestione dei nutrienti è importante dire che la soia reagisce meglio in terreni acidi con pH attorno a 5,5.
Hiroko*, varietà di soia prodotto e distribuita da Sipcam attraverso il marchio Asgrow
(Fonte foto: © Sipcam Italia)
Ecco l'elenco per le prime semine: Avril* (Limagrain), P21T45* (Pioneer), Guru* (All Seeds), SY Victorius* (Syngenta), Nirvana* (Agri Nord Est), Adonai* (Sivam), Hiroko* (Sipcam), Buenos* (CGS Sementi), Ekam* (American genetics), KWS Annika* (Kws), PR92M35* (Pioneer), Namaste* (RV Venturoli), Celina Pzo* (Apsov) Amma* (Sis),
Ecco quello delle seconde semine: Ginevra* (Syngenta), Eiko* (Sipcam), Zora* (Apsov).
Guarda sulla pagina della soia di Plantgest tutte le principali varietà di soia oggi in commercio. Le varietà inserite sono quelle che hanno evidenziato buone performance nel biennio o triennio dei test in alcuni degli areali (all'intreno di aziende monitorate dall'Ersa) dove sono state effettuate le prove.
"Sipcam considera la soia una coltura strategica - spiega Filippo Lazzari, Field Marketing Soia Sipcam Italia -, sia come fonte di proteine vegetali, di cui siamo estremamente deficitari in Italia ed in Europa, e sia come coltura in grado di dare un contributo sostanziale alla sostenibilità della nostra agricoltura. La soia non solo fornisce proteine con un’ottima concentrazione e con i migliori profili amminoacidici (adatti all’alimentazione sia animale che umana) ma è una leguminosa che, inserita nelle rotazioni colturali, è in grado di portare grandi benefici al terreno ed all’ambiente. Una coltura su cui abbiamo deciso di scommettere che può quindi ridurre la dipendenza dell’Europa dall’importazione di proteine vegetali ed utile per la sostenibilità della nostra agricoltura.
Da tempo guardiamo alle necessità delle diverse filiere di produzione e per questo abbiamo sviluppato linee di prodotti specifiche per le diverse destinazione d’uso. Nel nostro catalogo troviamo varietà convenzionali, varietà per il mercato alimentare e varietà ad alto ed altissimo contenuto proteico per le zootecnie di alta qualità. Tra le convenzionali tutti conoscono Hiroko* ed Eiko*, alle quali recentemente abbiamo affiancato Em Brezza*, un prodotto contraddistinti da migliorate caratteristiche agronomiche e standard produttivi sempre più alti. Per le filiere alimentari proponiamo Em Pura* e Em Neve*, varietà in grado di associare alle eccezionali caratteristiche qualitative delle elevate performance produttive del tutto paragonabili o superiori alle migliori soie del mercato. Per le filiere zootecniche c'è Em Sole*: varietà di riferimento a ciclo medio, buona adattabilità agronomica, elevato tenore proteico ed ottimi standard produttivi ed agronomici. Non dimetichiamo la linea Nav®, massima espressione genetica della soia di qualità, rappresenta la vera specialità da destinare alle filiere di più alto livello. Tutto questo è stato fatto con l’obbiettivo di creare valore aggiunto ed opportunità per gli imprenditori delle filiere agricole. Un'offerta unica nel panorama varietale europeo che permette alla soia italiana di elevarsi ed avere un nuovo concetto".
Consulta il catalogo Sipcam con le varietà di soia che commercializza.
A livello mondiale la soia nel 2019 è stata coltivata su 120.501.628 ettari per una produzione di 333.671.692 tonnellate: +17% per superfici coltivate e +25% per volumi prodotti rispetto al 2010. Un trend dettato dal crescente interesse verso le proteine vegetali: più disponibilità negli allevamenti, migliorare la qualità dei suoli, contenere le emissioni ambientali da parte l’agricoltura e rispondere alle esigenze del mercato e del consumatore. I tre principali produttori al mondo sono Stati Uniti d'America, Brasile ed Argentina che rappresentano oltre l’80% della produzione globale.
La soia inoltre rappresenta una pianta al centro di grandi tensioni geopolitiche e di grandi problemi etici ed ambientali: dialettiche legate ai dazi tra i grandi Paesi e blocchi politici del Pianeta, la deforestazione, l'Ogm e le nuove tecniche di miglioramento genetico, etc. Per dettagli su questi aspetti si suggerisce di leggere l'articolo 'Soia, dietro c'è un mondo' pubblicato nel 2017 su AgroNotizie, con all'interno l'intervista a Paolo Annicchiarico, ricercatore del Crea - Centro di ricerca per le produzioni foraggere e lattiero-casearie di Lodi.
Il miglioramento genetico sta supportando la crescita della soia e della sua coltivazione
(Fonte foto: DarcyMaulsby - IStockPhoto)
E' evidente che riuscire a produrre più soia nata in Italia potrebbe permettere al nostro Paese di avere prodotto di qualità e certificato, utile ad elevare ulteriorimente la qualità delle nostre eccellenze. "Sulla soia c'è fermento in Italia - spiega Marco Signor, tecnico dell'Ersa -, anche se gli ultimi anni hanno evidenziato un certo calo per superfici coltivate. E' soprattutto il nord Italia ad avere avuto lo sviluppo maggiore, grazie alle condizioni ambientali più favorevoli alla coltivazione di questa leguminosa. Infatti dove le temperature primaverili sono elevate (e con scarsità di acqua) è difficile pensare di fare soia. La soia s'inserisce perfettamente in una rotazione colturale, soprattutto in quegli ambienti dove la sua diffusione è già da tempo evidente e dove quindi il rizobio è già presente nel terreno". I rizobi sono presenti nel suolo, sia per motivi naturali che per una precedente coltivazione di leguminose. Essi entrano in simbiosi con le radici di alcune piante, leguminose in modo particolare, fissando l'azoto atmosferico e rendendolo disponibile alla pianta.
E' comunque possibile aggiungerne attraverso l'inoculo diretto nel seme o applicando rizobio (in polvere, liquido o granulare) sulla superficie del seme stesso. Sono diverse le aziende che commercializzano questi prodotti e queste sementi.
E' una pianta abbastanza rustica e capace di produrre in terreni poveri. Dal punto di vista nutritivo la soia è quindi autosufficiente per l’azoto, proprio grazie alla sua capacità di fissare l'azoto atmosferico attraverso i batteri simbionti. Questo però non significa che non si debba concimare, soprattutto dopo aver effettuato un'adeguata analisi del terreno. Si ricorda che in linea generale il fosforo aumenta la percentuale di proteina nel seme mentre il potassio incrementa il contenuto e la qualità dell’olio. Attenzione però perchè la soia assorbe più potassio che fosforo. Sulla gestione dei nutrienti è importante dire che la soia reagisce meglio in terreni acidi con pH attorno a 5,5.
Hiroko*, varietà di soia prodotto e distribuita da Sipcam attraverso il marchio Asgrow
(Fonte foto: © Sipcam Italia)
Quali varietà scegliere?
La scelta della giusta varietà è determinante per fare reddito. Questa vale per la soia come in qualsiasi altra pianta. In Italia si coltivano prettamente quelle che rientrano nei gruppi da 0 a II. Guardiamo quali sono state quelle che l’Ersa di Pozzuolo del Friuli (Udine) ha individuato come migliori a seguito delle varie prove in campo effettuate nel triennio 2018-2020.Ecco l'elenco per le prime semine: Avril* (Limagrain), P21T45* (Pioneer), Guru* (All Seeds), SY Victorius* (Syngenta), Nirvana* (Agri Nord Est), Adonai* (Sivam), Hiroko* (Sipcam), Buenos* (CGS Sementi), Ekam* (American genetics), KWS Annika* (Kws), PR92M35* (Pioneer), Namaste* (RV Venturoli), Celina Pzo* (Apsov) Amma* (Sis),
Ecco quello delle seconde semine: Ginevra* (Syngenta), Eiko* (Sipcam), Zora* (Apsov).
Guarda sulla pagina della soia di Plantgest tutte le principali varietà di soia oggi in commercio. Le varietà inserite sono quelle che hanno evidenziato buone performance nel biennio o triennio dei test in alcuni degli areali (all'intreno di aziende monitorate dall'Ersa) dove sono state effettuate le prove.
"Sipcam considera la soia una coltura strategica - spiega Filippo Lazzari, Field Marketing Soia Sipcam Italia -, sia come fonte di proteine vegetali, di cui siamo estremamente deficitari in Italia ed in Europa, e sia come coltura in grado di dare un contributo sostanziale alla sostenibilità della nostra agricoltura. La soia non solo fornisce proteine con un’ottima concentrazione e con i migliori profili amminoacidici (adatti all’alimentazione sia animale che umana) ma è una leguminosa che, inserita nelle rotazioni colturali, è in grado di portare grandi benefici al terreno ed all’ambiente. Una coltura su cui abbiamo deciso di scommettere che può quindi ridurre la dipendenza dell’Europa dall’importazione di proteine vegetali ed utile per la sostenibilità della nostra agricoltura.
Da tempo guardiamo alle necessità delle diverse filiere di produzione e per questo abbiamo sviluppato linee di prodotti specifiche per le diverse destinazione d’uso. Nel nostro catalogo troviamo varietà convenzionali, varietà per il mercato alimentare e varietà ad alto ed altissimo contenuto proteico per le zootecnie di alta qualità. Tra le convenzionali tutti conoscono Hiroko* ed Eiko*, alle quali recentemente abbiamo affiancato Em Brezza*, un prodotto contraddistinti da migliorate caratteristiche agronomiche e standard produttivi sempre più alti. Per le filiere alimentari proponiamo Em Pura* e Em Neve*, varietà in grado di associare alle eccezionali caratteristiche qualitative delle elevate performance produttive del tutto paragonabili o superiori alle migliori soie del mercato. Per le filiere zootecniche c'è Em Sole*: varietà di riferimento a ciclo medio, buona adattabilità agronomica, elevato tenore proteico ed ottimi standard produttivi ed agronomici. Non dimetichiamo la linea Nav®, massima espressione genetica della soia di qualità, rappresenta la vera specialità da destinare alle filiere di più alto livello. Tutto questo è stato fatto con l’obbiettivo di creare valore aggiunto ed opportunità per gli imprenditori delle filiere agricole. Un'offerta unica nel panorama varietale europeo che permette alla soia italiana di elevarsi ed avere un nuovo concetto".
Consulta il catalogo Sipcam con le varietà di soia che commercializza.
Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata