2021
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Come fare per…
Colza, sguardo al futuro
Questa coltura da rinnova, si presta bene per la produzione di bioenergie e biocarburanti. Ma come si coltiva il colza in Italia?
Il colza (Brassica napus) è una coltura autunno-primaverile appartenente alle Cruciferae, e valida alternativa ai classici cereali a paglia (frumento, orzo, mais, avena, etc) che sfruttano gli elementi nutritivi del terreno impoverendolo. E' quindi un'ottima coltura da rinnovo e può entrare a pieno diritto nei programmi di rotazione colturale.
La sua dinamica produttiva in Italia è in crescita: dal 2013 ad oggi c'è stato un +2% per superfici coltivate ed un +15% per quintali prodotti. Da segnalare che all'interno di questo periodo si sono verificate stagioni negative. In base ai dati Istat nel 2020 sono stati seminati a colza 16.764 ettari che hanno prodotto 487.155 quintali. Con questi numeri però l'Italia rimane decisamente lontano dalle prime posizioni nella classifica europea e mondiale dei produttori di colza. Il primo produttore è il Canada con 18.684.700 tonnellate, seguito da Cina con 13.484.700 tonnellate e dall'India con 9.255.660 tonnellate. Nel 2019 complessimante nel Pianeta sono state prodotte 70.510.703 tonnellate su una superficie di 34.030.921 ettari: +6% per superfici e +17% per volumi.
La sua capacità migliorativa del terreno e la possibilità di rientrare nella produzione di bioenergie e biocarburanti sono alla base di un rinnovato interesse verso il colza. Nel 2016 in base al rapporto di GSE-Gestore servizi energetici la bioenergia in genere copriva il 49% dei consumi di energia rinnovabile e l’8,5% dei consumi totali: unica fonte rinnovabile in grado di coprire le richieste di energia sotto forma di elettricità, calore e carburanti per i trasporti. Entrambi i settori sono in grande espansione. Non dimentichiamo che il miglioramento genetico ha permesso di sviluppare ibridi con un bassissimo contenuto di acido erucico e sfruttabili per la produzione di olio alimentare ed un bassissimo contenuto di glucosinolati per le farine utilizzate nell’alimentazione zootecnica.
Il colza è una coltura in crescita e che s'inserisce bene nel greening della PAC
(fonte foto: © Marvinh - IStockPhoto)
Il terreno deve essere ben lavorato e privo di ristagni idrici, pur mantenendo una certa umidità. Per quanto riguarda invece il pH ottimale, questo cambia a seconda del tipo di terreno: pH 7 se il tuo terreno è argilloso, pH 6 se il tuo terreno è argilloso-sabbioso e pH 6.5 se il tuo è argilloso-limoso.
La scelta della varietà è sicuramente un aspetto molto importante e non esiste una varietà universale, che vada bene per ogni situazione o località. Per questo motivo si consiglia di utilizzare seme certificato e garantito prodotto dalle principali aziende sementiere: Dekalb, Sis, Kws, LG-Limagrain, Pioneer, Maisadour.
"Il colza, tra le colture oleaginose, risulta essere una delle colture di maggiore interesse per KWS - spiega Daniel Grandis, Responsabile Agroservice Sud Europa di KWS -. Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi investimenti, sia a livello di miglioramento genetico che di sviluppo del settore. Il colza sta sicuramente crescendo e rappresenta un'interessante opportunità di reddito per gli agricoltori. E' una pianta dai costi colturali contenuti e con buoni livelli di valorizzazione. Dal punto di vista del miglioramento genetico stiamo lavorando per mantenere ed implementare i potenziali produttivi delle varietà KWS, adattandole ad una coltivazione sempre più sostenibile e rispettosa dell’equilibrio ambientale. Questo obbiettivo viene perseguito anche attraverso la selezione di varietà tolleranti o resistenti ai principali patogeni della coltura, limitando se non eliminando del tutto alcuni interventi fitosanitari. Un esempio su tutti: nel giugno 2020 il Terres Inovia ha pubblicato uno studio dove indica che KWS Feliciano* F1 è risultata poco suscettibile alle larve dell’Altica del colza. Inoltre ha dimostrato una resistenza (RlmS) al fungo patogeno Phoma".
Ecco alcune delle principali varietà di KWS in Italia: "Senza dubbio la varietà principale è KWS Gordon* F1 - conclude Grandis -, dall'eccellente spunto produttivo in tutti gli ambienti di coltivazione e con una produttività costante nel tempo. Tra le novità ricordiamo invece KWS Alvaro* F1, dotato di un ottimo adattamento territoriale che lo rende competitivo in tutte le tipologie di ambient, e KWS Cyrill CL* F1, tollerante ai diserbi a base di Imidazolinoni".
Il colza, è una pianta che si adatta bene alla produzione di bioenergie e biocarburanti
(Fonte foto: © Jerzy Gorecki - Pixabay)
Durante la fase di crescita della pianta e di coltivazione il colza necessita di 80-100 unità/ha di azoto (N), 60-80 unità/ha di fosforo (P2O5), 60-100 unità/ha di potassio (K2O) e 40.60 unità/ha di Zolfo (SO3). Da tenere in considerazione che tra tutti gli elementi nutritivi l'azoto rappresenta quello che influisce maggiormente sulla resa finale della pianta.
Per effettuare bene la raccolta servono macchine trebbiatrici da grano adattate, per limitare il più possibile le perdite di prodotto. Ecco alcune indicazioni utili da tenere in considerazione: la barra falciante deve essere mantenuta sufficientemente alta, in particolare in presenza di steli ancora verdi e di significative infestazioni di malerbe; la ventilazione deve essere regolata al minimo; la velocità di lavoro deve essere ridotta aminimo. Diamo due dati: la velocità di battitura (rpm) con tamburi di diametro di 600-610 mm sarà di circa 500-600 con prodotto di medie condizioni (nè troppo umido e nè troppo secco) mentre la velocità del rotore sarà di circa 450-550 rpm sempre con lo stesso prodotto.
La sua dinamica produttiva in Italia è in crescita: dal 2013 ad oggi c'è stato un +2% per superfici coltivate ed un +15% per quintali prodotti. Da segnalare che all'interno di questo periodo si sono verificate stagioni negative. In base ai dati Istat nel 2020 sono stati seminati a colza 16.764 ettari che hanno prodotto 487.155 quintali. Con questi numeri però l'Italia rimane decisamente lontano dalle prime posizioni nella classifica europea e mondiale dei produttori di colza. Il primo produttore è il Canada con 18.684.700 tonnellate, seguito da Cina con 13.484.700 tonnellate e dall'India con 9.255.660 tonnellate. Nel 2019 complessimante nel Pianeta sono state prodotte 70.510.703 tonnellate su una superficie di 34.030.921 ettari: +6% per superfici e +17% per volumi.
La sua capacità migliorativa del terreno e la possibilità di rientrare nella produzione di bioenergie e biocarburanti sono alla base di un rinnovato interesse verso il colza. Nel 2016 in base al rapporto di GSE-Gestore servizi energetici la bioenergia in genere copriva il 49% dei consumi di energia rinnovabile e l’8,5% dei consumi totali: unica fonte rinnovabile in grado di coprire le richieste di energia sotto forma di elettricità, calore e carburanti per i trasporti. Entrambi i settori sono in grande espansione. Non dimentichiamo che il miglioramento genetico ha permesso di sviluppare ibridi con un bassissimo contenuto di acido erucico e sfruttabili per la produzione di olio alimentare ed un bassissimo contenuto di glucosinolati per le farine utilizzate nell’alimentazione zootecnica.
Il colza è una coltura in crescita e che s'inserisce bene nel greening della PAC
(fonte foto: © Marvinh - IStockPhoto)
In primis terreno e varietà
Il colza va seminato a fine agosto-inizio di settembre o al più tardi a fine settembre-inizio ottobre. La semina può essere effettuata a spaglio o ancor meglio con una seminatrice pneumatica. In quest'ultimo caso si usano circa 50-55 semi/m2 per semine precoci e 60-65 semi/m2 per semine più tardive. La profondità di semina è di 2 cm con un'interfila di 40-45 cm. Durante la fase di semina è buona norma distribuire fosforo in modo localizzato.Il terreno deve essere ben lavorato e privo di ristagni idrici, pur mantenendo una certa umidità. Per quanto riguarda invece il pH ottimale, questo cambia a seconda del tipo di terreno: pH 7 se il tuo terreno è argilloso, pH 6 se il tuo terreno è argilloso-sabbioso e pH 6.5 se il tuo è argilloso-limoso.
La scelta della varietà è sicuramente un aspetto molto importante e non esiste una varietà universale, che vada bene per ogni situazione o località. Per questo motivo si consiglia di utilizzare seme certificato e garantito prodotto dalle principali aziende sementiere: Dekalb, Sis, Kws, LG-Limagrain, Pioneer, Maisadour.
"Il colza, tra le colture oleaginose, risulta essere una delle colture di maggiore interesse per KWS - spiega Daniel Grandis, Responsabile Agroservice Sud Europa di KWS -. Negli ultimi anni abbiamo fatto grandi investimenti, sia a livello di miglioramento genetico che di sviluppo del settore. Il colza sta sicuramente crescendo e rappresenta un'interessante opportunità di reddito per gli agricoltori. E' una pianta dai costi colturali contenuti e con buoni livelli di valorizzazione. Dal punto di vista del miglioramento genetico stiamo lavorando per mantenere ed implementare i potenziali produttivi delle varietà KWS, adattandole ad una coltivazione sempre più sostenibile e rispettosa dell’equilibrio ambientale. Questo obbiettivo viene perseguito anche attraverso la selezione di varietà tolleranti o resistenti ai principali patogeni della coltura, limitando se non eliminando del tutto alcuni interventi fitosanitari. Un esempio su tutti: nel giugno 2020 il Terres Inovia ha pubblicato uno studio dove indica che KWS Feliciano* F1 è risultata poco suscettibile alle larve dell’Altica del colza. Inoltre ha dimostrato una resistenza (RlmS) al fungo patogeno Phoma".
Ecco alcune delle principali varietà di KWS in Italia: "Senza dubbio la varietà principale è KWS Gordon* F1 - conclude Grandis -, dall'eccellente spunto produttivo in tutti gli ambienti di coltivazione e con una produttività costante nel tempo. Tra le novità ricordiamo invece KWS Alvaro* F1, dotato di un ottimo adattamento territoriale che lo rende competitivo in tutte le tipologie di ambient, e KWS Cyrill CL* F1, tollerante ai diserbi a base di Imidazolinoni".
Il colza, è una pianta che si adatta bene alla produzione di bioenergie e biocarburanti
(Fonte foto: © Jerzy Gorecki - Pixabay)
Colza, diserbo e concimazione
Il diserbo è una fase delicata soprattutto in pre-emergenza o in pre-semina. In base ad 'Disciplinare di produzione integrata dell'Emilia Romagna per il 2021' è possibile effettuare trattamenti in pre-semina e pre-emergenza per graminacee e dicotiledoni con Glifosate e in pre-emergenza su graminacee e dicotiledoni con Metazaclor, Pendimentalin e Clomazone. Per quanto riguarda il post emergenza su graminacee e dotiledoni abbiamo Imazamox (solo su varietà clearfield) e Metazaclor; su graminacee abbiamo Propaquizafop, Cicloxidim, Fenoxaprop-p-etile e Quizalofop p-etile isomero D; su dicotiledoni Clopiralid.Durante la fase di crescita della pianta e di coltivazione il colza necessita di 80-100 unità/ha di azoto (N), 60-80 unità/ha di fosforo (P2O5), 60-100 unità/ha di potassio (K2O) e 40.60 unità/ha di Zolfo (SO3). Da tenere in considerazione che tra tutti gli elementi nutritivi l'azoto rappresenta quello che influisce maggiormente sulla resa finale della pianta.
Raccolta, mai abbassare la guardia
A fine primavera-inizio estate i coltivatori di colza iniziano a raccogliere. Questo è un altro momento delicato, perchè se si sbaglia anche di poco si rischia di perdere prodotto e quanto di buono è stato fatto fino ad ora. Il momento ottimale di maturazione si ha quando i primi baccelli del getto principale iniziano a fessurarsi. La maturazione di trebbiatura si ha quando si raggiunge il 12-13% di umidità.Per effettuare bene la raccolta servono macchine trebbiatrici da grano adattate, per limitare il più possibile le perdite di prodotto. Ecco alcune indicazioni utili da tenere in considerazione: la barra falciante deve essere mantenuta sufficientemente alta, in particolare in presenza di steli ancora verdi e di significative infestazioni di malerbe; la ventilazione deve essere regolata al minimo; la velocità di lavoro deve essere ridotta aminimo. Diamo due dati: la velocità di battitura (rpm) con tamburi di diametro di 600-610 mm sarà di circa 500-600 con prodotto di medie condizioni (nè troppo umido e nè troppo secco) mentre la velocità del rotore sarà di circa 450-550 rpm sempre con lo stesso prodotto.
Autore: Lorenzo Cricca
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