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La coltivazione del melograno in 5 mosse

Cosa serve per realizzare al meglio un impianto di melograno e coltivarlo? La redazione di Plantgest ha raccolto alcune informazioni per voi, da tecnici e professionisti, per produrre al meglio e fare reddito

La coltivazione del melograno in 5 mosse - Plantgest news sulle varietà di piante

Fonte immagine: © Cairo & Doutcher

Il melograno o Punica granatum è una pianta arborea e frutticola la cui coltivazione in Italia è in forte crescita, grazie all'aumento dei consumi delle melograne fresche o trasformate. Le previsioni 2021-2026 indicano che il trend positivo sia ulteriormente in aumento, a causa della spinta data dal mercato verso prodotti salutistici e nutraceutici di cui la melagrana ne è una porta bandiera. Sempre più spesso infatti la melagrana è presente nella dieta alimentare quotidiana degli italiani: non più una semplice pianta ornamentale o elemento decorativo da usare in cucina ma uno tra i frutti più di tendenza del momento sia nell'alimentazione quotidiana che nella preparazione dei piatti di alta cucina. 

Oggi in Italia, in base ai dati Istat, sono coltivati circa 1.400 ettari di melograno per una produzione di oltre 177mila quintali: numeri in netta crescita e ancora insufficienti a soddisfare il fabbisogno interno. Il prodotto made in Italy viene commercializzato per il 70% in Italia e per il 30% esportato nel nord Europa. Il sud Italia è l'area più vocata, ma questo non ha fermato produttori del centro e del nord Italia. “In provincia di Taranto - spiegava Coldiretti Puglia in un comunicato del 2020 - si concentra il 40% della produzione italiana di melagrane". Uno dei protagonisti di questa crescita è stato il vivaista italo-israeliano Uzi Cairo della Cairo & Doutcher di Copertino (LE), che ha importato nuove e migliori varietà e ha adattato la tecnica di coltivazione del melograno alle esigenze del territorio italiano.

L'ambiente migliore

Il melograno è una specie tipica degli ambienti temperati - inverni non troppo freddi ed estati calde - dove esprime al meglio le sue potenzialità produttive. Ha comunque una certa adattabilità e rusticità, che gli permettono di crescere anche in areali meno idonei. Calore e luce sono sicuramente elementi importanti anche se riesce a sopportare temperature fino a 10°C sotto lo zero. Grazie a queste sue caratteristiche il melograno in Italia è maggiormente diffuso al sud anche se stanno crescendo gli impianti al centro e al nord Italia, grazie all'uso di alcune accortezze agronomiche e tecniche (ad esempio prediligere zone esposte al sole e aggiungere una protezione radicale). Il terreno deve avere buona fertilità e garantire limitati ristagni idrici (no quindi a terreni pesanti, con alto contenuto in argilla). Se l’impianto di melograno deve avvenire su terreni molto argillosi è consigliato miscelare della sabbia alla terra di scavo in fase di piantumazione. Tollera anche terreni salini, alcalini, con alto valore di calcare e con carenza di ferro. Non va bene coltivarle in aree con elevata piovosità estiva e alta umidità relativa. I melograni sono particolarmente sensibili al vento.
Il terreno va preparato al meglio: eseguire una ripuntatura con profondità minima di 70-90 cm per preparare al meglio il letto di coltivazione ed effettuare poi una rifinitura con uno o due passaggi di tiller, frese o erpici a disco.

Quale varietà coltivare? Le varietà più conosciute e coltivate sono Acco* Ako® (precoce) e Wonderful (tardiva). Risultano interessanti anche vecchie e nuove proposte: Wonderful One* (evoluzione della Wonderfull), Hicaz*, Mollar de Elche*, Parfianka* Parfianca, Emek*, Shani*, Smith* per citarne alcune.


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La melograna è sempre più amata dagli italiani, per le sue proprietà nutrizionali
(Fonte foto: © AgroNotizie)


Diamo qualche informazione sulle due varietà più richieste: Acco* Ako® e Wonderful (anche con il suo clone migliorativo Wonderful One*). La prima (con pezzatura di circa 450 grammi) è ideale per produrre succo grazie al suo sapore dolce e piacevole, l'arillo piccolo e tenero, e la giusta asprezza data dalla placenta intorno agli arilli. La seconda si presta di più al consumo fresco (ma è adatta anche alla trasformazione) grazie alla bellezza del frutto e all'elevata pezzatura (circa 600 grammi), arilli carnosi (e piccolo seme interno) e di un bel rosso rubino, sapore dolce e ben equilibrato, ed una shelf-life elevata. Si ricorda anche che Wonderful ha una produzione media più alta di Acco*.

L'impianto del melograno

La forma d'allevamento più nota in Italia è quella ad alberello, che però tende ad avere problemi di scottature da sole sui frutti. In crescita la forma d'allevamento a Y. L’orientamento delle file deve essere preferibilmente nord-sud. Ogni pianta deve essere poggiata su un cuscino di terra soffice e ricco di nutrienti spesso circa 30 cm, che percorre tutta la fila di piante. Questa leggera baulatura che si realizza permette un migliore sviluppo dei capillari radicali, ottimizzazione degli apporti idrici e nutrizionali, riduzione del cracking, ossigenazione e riscaldamento, controllo della salinità in eccesso e riduzione dell’asfissia. I sesti d'impianto dipendono dalla vigoria che la pianta può assumere. Se le conferiamo un portamento ad alberello, e i terreni sono particolarmente fertili, è opportuno tenere 4-5 metri di distanza tra le singole piante e tra le file mentre su terreni poveri con portamento cespuglioso possiamo lasciare distanze di 3 metri tra le piante.

Nelle più moderne forme d'allevamento di melograno sono presenti strutture costituita da pali in calcestruzzo precompresso, collegati tra loro da cavi e fili di acciaio tenuti in tensione da appositi ancoraggi infissi nel terreno. Si consiglia l'uso di teli pacciamanti lungo la fila per contenere lo sviluppo delle erbe infestanti, assicurare un livello costante di temperatura del suolo e ridurre le perdite per evaporazione dell’acqua d'irrigazione (fino al 50-70%). La larghezza consigliata è di circa 1,0 m e il colore è il bianco, essendo riflettente (aumenta la fertilità delle gemme e migliora la pigmentazione rossa dei frutti).


Come irrigare?

Il valore ottimale di acqua da apportare è di circa 4mila-5mila m3 all'anno per ettaro. L'impianto più usato è quello con micro irrigazione con una sola ala gocciolante da 20 mm disposta lungo la fila. Ogni gocciolatore autocompensante viene posizionato a circa 40 cm uno dall'altro. La portata di 1-2 litri ad ora (1,3 litri/h consigliati). La tendenza più moderna è quella del sistema di distribuzione localizzata a goccia con doppia ala gocciolante autocompensante antisifonante. 

Molto importante è partire da piante realizzate da vivaisti professionisti. Si può scegliere tra piante in vaso per trapianti da effettuare durante tutti i mesi dell’anno oppure piante a radice nuda per trapianti da effettuare durante il periodo autunno-vernino. Nei climi freddi si sconsigliano i trapianti nei mesi con basse temperature. L'inizio della produzione è previsto a partire dal secondo anno d'impianto, anche se la quantità sarà scarsa. Al terzo anno, invece, la produzione può raggiungere il 50% della sua potenzialità produttiva, con valori di circa 150 quintali ad ettaro. Dal quinto
anno, infine, la produzione raggiunge il massimo del suo potenziale, con valori di circa con 300 quintali ad ettaro. Quanto costa un impianto di melograno? In base ad alcune indagini possiamo dire che l'impianto costa circa 10mila euro/ettaro per una Plv di circa 15-18mila euro/ettaro.

Per avere maggiori informazioni sulla coltivazione del melograno la redazione di Plantgest consiglia di leggere 'Le proposte tecniche per la coltivazione del melograno' scritto da Vito Vitelli - agronomo, consulente, direttore del Covil e divulgatore scientifico - e pubblicato sul suo blog vitovitelli.blogspot.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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