Mercato delle mele, l'evoluzione e i fattori che lo stanno condizionando

Più fluido il mercato interno. La scarsità di container reefer e il conseguente aumento dei costi dei noli rappresentano un forte ostacolo all'esportazione

Mercato delle mele, l'evoluzione e i fattori che lo stanno condizionando - Plantgest news sulle varietà di piante

I problemi legati alla scarsità di infrastrutture e alla mancanza di autisti rendono la situazione logistica ancora più complessa da gestire (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Artyom Prince - Adobe Stock

Per il mercato delle mele, le vendite nel mese di gennaio hanno fatto segnare un andamento in linea con le stagioni precedenti, con 180mila tonnellate decumulate. Le giacenze al primo febbraio di mele da tavola si riducono a quota 1.018.609 tonnellate, paragonabili a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. 
Questi i dati emersi dall'abituale riunione del Comitato Marketing di Assomela, tenutasi lo scorso 8 febbraio, che ha avuto modo di valutare l'evoluzione di mercato e i fattori che lo stanno condizionando, primi fra tutti l'aumento dei costi e i problemi al settore logistico, approfonditi grazie anche alla presenza della ceo di Nord Ovest, Valentina Mellano.

A livello varietale, le vendite di Golden Delicious in dicembre superano quelle del mese precedente e si assestano a quota 55mila tonnellate. Complice la produzione ridotta, le giacenze di Red Delicious rimangono al di sotto delle 100mila tonnellate. Per entrambe queste varietà principali i problemi restano per i calibri piccoli che fanno fatica a trovare spazio sul mercato.

Con vendite superiori alle 35mila tonnellate. segna una buona performance la Gala, le cui vendite sono procedute rispettando i piani di decumulo.
Sotto le 60mila tonnellate la giacenza della varietà Granny Smith, anche a causa della ridotta produzione. Accelera leggermente rispetto al mese precedente il mercato per la Fuji, con vendite nel mese di gennaio superiori alle 17mila tonnellate. 

Il mercato sembra essere più fluido internamente piuttosto che all'export, in modo particolare per le destinazioni oltremare. La scarsità di container reefer e il conseguente aumento dei costi dei noli rappresentano un forte ostacolo all'esportazione. Per transiti che pre pandemia richiedevano 45-50 giorni, si sono superati anche i 100 giorni e i ritardi di un paio di settimane sono ormai considerati normali. La situazione logistica a livello globale non sembra migliorerà nel breve periodo - per le mele, se è vero che tale "anormalità" scoraggia le esportazioni, è pur vero che dovrebbe scoraggiare le importazioni dall'Emisfero Sud verso l'Europa evitando così ulteriore pressione nei mesi a venire sul mercato interno.
Gli operatori poco possono rispetto ad un problema globale di tale natura, se non applicare una attenta programmazione degli ordini e una maggiore flessibilità.

In Italia, inoltre, i cronici problemi legati alla scarsità di infrastrutture e alla mancanza di autisti - si calcola ne manchino 50mila - rendono la situazione logistica ancora più complessa da gestire. Qui un maggiore sostegno al mondo dei trasporti da parte della politica potrebbe senza dubbio agevolare il lavoro degli operatori.

Assomela ribadisce la necessità di interventi concreti per evitare che i maggiori costi dovuti al prezzo delle materie prime e dell'energia, vengano assorbiti prevalentemente dalla produzione - allo stato attuale l'aumento dei costi non si riflette in un aumento delle quotazioni e questo si traduce inevitabilmente in una minore remunerazione al produttore.

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