Cereali: ecco i contratti di filiera del Consorzio Terrepadane

È tempo di semine e di programmi per la prossima campagna. I contratti proposti non si limitano a quelli tradizionali per il grano ma ce ne sono alcuni dedicati anche alla colza e al mais

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Nel 2022 è stato registrato un grande successo per i contratti dedicati ai cereali biologici

Fonte immagine: Terrepadane

Il Consorzio Agrario Terrepadane propone agli agricoltori gli ormai tradizionali contratti di coltivazione, divenuti un vero strumento strategico per le aziende agricole.


Fornire assistenza tecnica e agronomica alle aziende conferenti per una gestione ottimale del prodotto dalla semina alla raccolta, promuovere nuove colture e nuove varietà, cercando di orientare l'azienda agricola secondo le necessità e le nuove evoluzione del mercato: questi gli impegni del Consorzio, che attraverso i contratti di coltivazione punta a migliorare la redditività della coltura dei cereali per le aziende agricole.


I contratti che vengono proposti sono molteplici: dal tradizionale contratto Barilla per il grano tenero, ai contratti per il grano duro e i grani di forza messi a punto in collaborazione con i più grandi gruppi di trasformazione. Il pacchetto rosto è molto variegato e la novità di quest'anno è il contratto Galbusera, dedicato ad un frumento tenero per la panificazione.


Tutti i contratti puntano a valorizzare la sostenibilità della produzione e premiano questo impegno, garantendo migliori condizioni economiche.


Nel 2022, in particolare, va registrato un grande successo per i contratti dedicati ai cereali biologici, per i quali si sono raggiunti oltre 6mila tonnellate.


Visto il successo ottenuto con il frumento, il meccanismo dei contratti di coltivazione viene riproposto anche su altre colture: ad esempio la colza, che nel 2022 ha visto un contratto colza sostenibile, che ha funzionato molto bene.


Per la campagna 2023 verrà inoltre riproposto il contratto mais, per il quale entrano in campo anche gli incentivi previsti dal Pnrr.


Il Consorzio sta dunque perseverando su un cammino intrapreso con lungimiranza da più di 15 anni; un percorso che attraverso lo strumento dei contratti punta a valorizzare il prodotto.


Non a caso, la Politica Agricola dell'Unione Europea, nella programmazione che partirà dal prossimo 1° gennaio, prevede un capitolo importante dedicato ai contratti di coltivazione, come strumento fondamentale per migliorare l'efficienza delle filiere e favorire la competitività, fronteggiando l'eterna problematica della volatilità dei prezzi.

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