Melo, parlano i produttori: come sarà la campagna 2024
A spaventare per la qualità delle mele sono stati meteo instabile e fitopatologie. Da Nord a Sud Italia un viaggio alla scoperta di questa annata produttiva
Siamo entrati nel cuore della stagione delle mele e in vista della raccolta i melicoltori hanno dovuto affrontare diverse difficoltà fra meteo instabile e fitopatologie. I produttori si aspettano perciò rese un po' più basse ma con frutti di buona qualità.
Dal Trentino Alto Adige all'Emilia Romagna e dalla Toscana alla Campania, Agronotizie® ha intervistato quattro aziende agricole per avere una panoramica che va dalle condizioni dei meleti alle previsioni per la commercializzazione del raccolto.
Meteo: l'impatto sulla campagna
Il Trentino Alto Adige in quanto a maltempo non ha avuto tregue durante la fase di fioritura e di formazione del frutto. Come spiega Luca Giuliani, titolare dell'azienda agricola Giuliani - MelaDoc (Tn): "Noi abbiamo avuto dei danni da gelata primaverile, quindi, non è proprio ottima come annata. Ci mancherà un 20-30% di produzione credo a fine raccolta". Le zone di coltivazione trentine, infatti, prima sono state colpite in aprile dalle gelate tardive e poi da abbondanti e continue piogge che hanno reso difficili le operazioni di routine in campo.
In Emilia Romagna, rispetto all'annata 2023, non c'è stata nessuna gelata tardiva. La fioritura e la formazione dei frutticini non è stata perciò compromessa.
"Complessivamente la campagna mele 2024 sembra essere buona - spiega Giada Galeotti, coadiuvante dell'azienda agricola 'Rodolfi Roberta' di Ferrara - ". L'andamento meteo, come sempre negli ultimi anni, è stato quello di una primavera piovosa, seguito poi da un'estate molto calda. Al momento, a parte qualche mela colpita da scottature non riscontriamo altri danni alla produzione".
Anche in Toscana non ci sono state gelate tardive, ma comunque con un meteo molto instabile. Michael Gschleiner, titolare dell'azienda biologica Podere Fontecornino (Si) infatti dice: "Un'annata un po' di estremi però diciamo ce la siamo cavata abbastanza bene, poteva andare peggio. Alla fine, ci sono stati anche dei vantaggi, un maggio e un giugno molto piovosi hanno creato dei problemi a livello di funghi o di afidi, però se si ha un impianto abbastanza carico la produzione è più alta perché i frutti tendono a crescere più del solito".
In Campania, infine, oltre all'assenza di precipitazioni il caldo e l'alta insolazione hanno creato scottature sui giovani frutti: "L'andamento meteo negli ultimi anni purtroppo è disastroso, quest'anno stiamo soffrendo una siccità importante. Fortunatamente in provincia di Caserta non abbiamo grossi problemi per quanto riguarda l'acqua, e quindi con gli impianti di irrigazione riusciamo a sopperire in parte a questa carenza idrica" dice Giuseppe Giaccio, presidente del Consorzio di Tutela della Melannurca Campana Igp.
"Quest'anno abbiamo una produzione quasi in linea con la media annuale. Possiamo stare al di sotto di un 15% di produzione, non di più. E si prospetta una buona qualità della mela".
Attenzione a ticchiolatura e cimice asiatica
Nel Nord e nel Centro Italia è la ticchiolatura (Venturia inaequalis) il patogeno fungino maggiormente riscontrato in meleto, in quanto favorito dalle abbondanti piogge primaverili.
"Tra le patologie la ticchiolatura è sicuramente quella che quest'anno ci ha creato più danno - spiega Galeotti -. A differenza delle annate precedenti in cui la malattia si manifestava prima su foglia e poi sui frutti, quest'anno sono stati colpiti prima i frutti e solo tardivamente le foglie; quindi, ci siamo accorti del danno ingente solo in fase di diradamento". Quest'anno, inoltre, la cultivar che ha subito più danni è stata la Fuji.
Per l'azienda agricola trentina MelaDoc la ticchiolatura si è contenuta con interventi abbastanza tempestivi, mentre per l'azienda agricola Fontecornino di Siena il patogeno si è tenuto a bada usando cultivar resistenti come la Gold Rush e la Topaz.
In Campania invece nessun attacco fungino per via dell'assenza di piogge ma persiste il problema della cimice asiatica (Halyomorpha halys) e anche quest'anno i frutticoltori sono corsi ai ripari. In questo areale le cultivar più suscettibili sono Fuji e Gala, come spiega Giaccio: "Questo è un problema nazionale ormai, tieni presente che l'anno scorso gli impianti di Fuji avevano anche il 30-40% di frutti danneggiati".
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I danni da cimice asiatica si inizieranno a contare in queste settimane di settembre, con l'invaiatura delle mele.
La questione della manodopera
Il settore primario ogni anno però lamenta una carenza di manodopera all'inizio della campagna agraria. E la raccolta in meleto richiede in genere un fabbisogno di lavoratori esterni particolarmente alto. Quali sono perciò le esperienze delle aziende intervistate durante questo periodo?
"Noi abbiamo fortunatamente della manodopera che viene da diversi anni quindi solitamente non abbiamo grossi problemi - spiega Luca Giuliani - ". Dobbiamo fare i permessi perché sono extracomunitari però comunque riusciamo quasi sempre ad avere tutta la manodopera che ci serve".
Giada Galeotti invece dice: "La raccolta cerchiamo di gestirla solo a conduzione familiare. La ricerca del personale per brevi periodi di raccolta è sempre molto difficoltosa, anni fa ci abbiamo provato, ma offrendo un periodo troppo breve di lavoro non abbiamo trovato personale da inserire temporaneamente in azienda".
"Per noi la raccolta dura un po' più di tre mesi e la manodopera riusciamo sempre a trovarla. Magari una volta era più facile, però riusciamo sempre a trovare personale. Inoltre, non lavoriamo con le cooperative ma assumiamo direttamente" spiega Michael Gschleiner.
In Campania, la raccolta della Melannurca inizierà tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. Pertanto, secondo Giuseppe Giaccio è ancora prematuro determinare quanta manodopera sarà necessaria in campo.
Rese e prezzi di vendita: qualche previsione
In Trentino a causa delle gelate tardive è abbastanza difficile stimare con precisione la resa per ettaro in quanto alcune zone sono state più colpite di altre: "Noi abbiamo una media intorno ai sei vagoni; quindi, 1 vagone sono 10mila chili per ettaro, poi ci mancherà un 20-30%" - dice Giuliani - ".Quest'anno prevediamo 4 vagoni e mezzo, perciò 45 tonnellate per ettaro di prodotto raccolto".
L'azienda agricola MelaDoc conferisce le mele ai grossisti e il prezzo di vendita varia a seconda dell'annata: bisognerà quindi aspettare le prime mele sul mercato per avere un'idea più chiara e valutare la disponibilità di prodotto sia in Europa che in Italia.
L'Azienda agricola 'Rodolfi Roberta' di Ferrara conferisce le mele presso i mercati contadini locali. "Ad oggi non sappiamo ancora a quanto venderemo il prodotto raccolto, poiché ancora non sappiamo quanto sono incrementati in percentuale i costi di produzione e costi indiretti rispetto allo scorso anno".
Per la produzione in Toscana essendo che non ci sono stati danni da gelate Gschleiner stima una resa sui 400-450 quintali per ettaro sugli impianti già in produzione. La sua azienda conferisce le mele a diversi clienti (punto vendita in azienda, grossisti, grande distribuzione, punti di acquisto) e quindi con un diverso prezzo di vendita che varia anche in base alla quantità, alla qualità e al calibro dei frutti.
"Rispetto all'autunno dell'anno scorso penso che partiamo con circa 0,3 centesimi in più per i prezzi alti e con circa 0,2 centesimi in più per i prezzi più bassi".
Infine, per il Consorzio di Tutela della Melannurca Campana Igp la resa di quest'anno sarà di circa 300-350 quintali ad ettaro, e il prodotto verrà conferito ai mercati generali e alla grande distribuzione.
"Credo sarà di circa 0,70-0,75 centesimi per il prodotto grezzo" conclude Giaccio.
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Autore: Chiara Gallo