Mango, consigli per un raccolto tropicale in Italia

Tropicale di origine e mediterraneo di adozione: dalle cultivar disponibili alle cure colturali una panoramica su come ottenere un impianto remunerativo di questo frutto asiatico nei nostri areali

Mango, consigli per un raccolto tropicale in Italia - Plantgest news sulle varietà di piante

Il mango è una drupa originario dell'Asia meridionale (Foto di archivio)

Fonte immagine: © Pixelkram - Adobe Stock

In Italia il mango (Mangifera indica) può contare su poco più di un migliaio di ettari: nonostante la ridotta superficie coltivata l'interesse per questo frutto tropicale è in continua ascesa sia fra i frutticoltori che i consumatori.

 

Questa arborea sempreverde ha trovato soprattutto in Sicilia un microclima ideale per essere coltivato. Stanno però nascendo nuovi impianti anche in altre regioni del Sud Italia (Calabria, Puglia, Campania e Sardegna) anche se gli esiti produttivi, in molti casi, sono ancora incerti sul piano delle rese e della qualità, ma lasciano ben sperare in termini di ampliamento degli areali utilizzabili.

 

AgroNotizie® in collaborazione con la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana ha intervistato Vittorio Farina, professore di Arboricoltura presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo, per scoprire di più sulle esigenze di coltivazione di questa arborea.

 

La Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana si adopera per sviluppare la cooperazione scientifica e tecnica tra il mondo della ricerca, gli imprenditori ed i professionisti del settore ortoflorofrutticolo interessando con le sue azioni ed attività un ampio settore dell'agricoltura che include le colture arboree da frutto e da legno, le piante ortive, le colture floricole, le piante ornamentali, il vivaismo, i tappeti erbosi e la gestione del paesaggio e la tutela degli spazi a verde, con il fine ultimo di favorirne il progresso e la diffusione.

 

Il panorama varietale per l'Italia

Le cultivar più diffuse nei nostri areali sono ibridi selezionati in Florida perché più adattabili, come ad esempio la Kent o la Glenn. Mentre è più raro trovare cultivar di origine indocinese o indiana se non per fini sperimentali.

 

Vengono classificate in base all'epoca di maturazione del frutto, dalle più precoci alle più tardive. Il calendario di raccolta per questa specie è molto esteso: va dalla seconda-terza settimana di agosto fino alla prima-seconda settimana di novembre.

 

La qualità dei frutti cambia in base alla varietà in termini di colorazione della buccia e della polpa, di consistenza e di shelf life.

 

Le varietà di mango vengono classificate in base al calendario di raccolta

Le varietà di mango vengono classificate in base al calendario di raccolta

(Fonte: ©Jam - Adobe Stock)

 

"Sebbene il quadro varietale non sia vastissimo, ogni cultivar ha delle sue peculiarità che ne influenzano la scelta in sede di realizzazione dell'impianto" spiega Farina.

 

Cultivar precoci e medio precoci 

Fra queste spicca la Glenn per la sua elevata serbevolezza e per la sua precocità che spesso, però, ne complica la gestione agronomica costringendo l'agricoltore ad una rimozione della prima precoce fioritura per evitare successivi danni da freddo.

 

Poi c'è Maya, varietà di mango ibrido con maturazione che va da luglio ad agosto. Il frutto è apprezzato per la polpa succosa e zuccherina.

 

La varietà più diffusa però è sicuramente la Kensington Pride che ha un ciclo di maturazione medio-precoce. Produce frutti di media pezzatura, con buccia e polpa gialla, dolci e con una discreta quantità di fibre. "Questa cultivar pur non essendo la più apprezzata dai mercati europei ha sempre mostrato un comportamento più adattivo alle condizioni di coltivazione avverse, tanto che oggi viene rivalutata".

 

Cultivar tardive

Per questa tipologia sono note Keitt e Kent perché la loro maturazione arriva fino a settembre. Sono particolarmente apprezzate dal mercato per la loro resistenza alle manipolazioni e alla lunga conservazione post raccolta dei frutti.

 

Infine, ci sono Tommy Atkins e Irwin. Tommy Atkins matura fra agosto/settembre, mentre Irwin matura ad agosto/settembre se coltivata in serra o a settembre/ottobre se coltivata in pieno campo. Entrambe producono frutti profumati e caratterizzati da un colore rosso intenso della buccia.

 

"Numerose altre introduzioni varietali sono allo studio per verificarne adattabilità, rese produttive e qualità dei frutti".

 

Conoscenza e gestione per impianti performanti

Essendo una pianta di origine tropicale presenta alcuni limiti di coltivazione dovuti alle condizioni pedoclimatiche, come sottolinea Farina: "La scarsa conoscenza della pianta e del suo comportamento in clima mediterraneo è spesso fonte di insuccesso, ed è responsabile del fallimento di alcuni impianti di mango gestiti in maniera improvvisata o senza il supporto di una mano esperta".

 

La coltura quindi, se studiata e gestita correttamente, può essere estremamente adattabile al territorio di coltivazione.

 

Innanzitutto, è molto suscettibile alle basse temperature e alla ventosità elevata. Motivo per cui è consigliato utilizzare coperture idonee nei periodi autunno-invernali, come reti frangivento, reti multifunzionali o serre. Il frutticoltore deve prestare attenzione anche in estate, perché le alte temperature e un'eccessiva esposizione alla radiazione luminosa influiscono negativamente sulla qualità delle produzioni.

 

Il terreno da preferire deve essere franco-limoso, profondo per consentire all'apparato radicale di espandersi, drenante e con pH tra 5,5 e 7,5. Il mango stenta a crescere su suoli argillosi e soggetti al ristagno idrico.

 

Gestione colturale

Il sesto d'impianto in genere più consigliato è di 4 metri sia tra le file che tra le piante. Questo parametro però può variare in funzione della combinazione varietà-portinnesto, perciò è bene che il frutticoltore si affidi alla guida di un agronomo esperto.

 

"La scelta del materiale vegetale, quindi cultivar, portinnesto, età e struttura della pianta, stato fitosanitario, è fondamentale per la riuscita dell'impianto. Per questo occorre affidarsi a vivaisti esperti evitando di acquistare materiale vegetale scadente o di dubbia provenienza".

 

Nelle prime fasi di crescita occorre praticare la potatura di formazione per dare alla pianta una struttura forte e ben aerata, eliminando anche le infiorescenze in modo da favorire lo sviluppo di nuovi germogli. Questo aiuterà l'albero a formare un adeguato scheletro e a sostenere il peso dei frutti, facilitando così le operazioni di raccolta. Da non sottovalutare poi la potatura di produzione che è essenziale e deve tenere conto dei flussi vegetativi dell'albero che in clima mediterraneo sono diversi rispetto ai climi tropicali.

 

Nel mango la potatura di formazione è importante per creare una struttura forte e ben areata della chioma

Nel mango la potatura di formazione è importante per creare una struttura forte e ben areata della chioma

(Fonte: ©Vladimir Melnik - Adobe Stock)

 

Per l'irrigazione invece? "Pur basandosi su sistemi a microportata oggi più che mai occorre tenere conto delle reali esigenze della pianta evitando sprechi. Si può adoperare l'irrigazione di precisione e/o lo stress idrico controllato".

 

E per la nutrizione minerale occorre fare riferimento ad una frequente diagnostica fogliare, tenendo conto delle esigenze per i microelementi.

 

Uno sguardo alla ricerca

Dagli anni '80 ad oggi la ricerca in termini di rinnovamento varietale e di gestione pre e post raccolta ha fatto importanti passi.

 

"Oggi si dispone di un moderno supporto per la progettazione e la gestione degli impianti - entra nel dettaglio Farina -. Gli studi condotti finora hanno dimostrato, ad esempio, come performance vegetative e qualità dei frutti in clima mediterraneo siano fortemente influenzate da alcune variabili climatiche legate all'andamento stagionale. Fornendo così agli agricoltori gli strumenti per contrastarne gli effetti negativi".

 

Come scritto nel paragrafo precedente infatti è oramai consolidato l'uso di frangivento, protezioni singole o serre. Attualmente si consigliano molto le reti multifunzionali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, come il caldo estremo e la scottatura dei frutti durante i mesi estivi e gli eventi meteo estremi in inverno.

 

Infine, per il pre e il post raccolta: "Nella direzione della qualità sono stati studiati i modelli di crescita e maturazione del frutto e l'individuazione del momento ottimale di raccolta per ottenere frutti dall'elevata qualità gustativa e nutrizionale" conclude Farina.

 

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Autore: Chiara Gallo

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