Nocciolo: il futuro è nel monocaule

La coltivazione ad un singolo fusto è un sistema innovativo per il nocciolo che favorisce la meccanizzazione, un'alta resa e una qualità superiore delle nocciole, rendendo la corilicoltura più competitiva e sostenibile

Nocciolo: il futuro è nel monocaule - Plantgest news sulle varietà di piante

Anche un impianto a nocciolo monocaule deve rispettare le distanze fra le file di circa 5 metri per il passaggio delle macchine agricole

Fonte immagine: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia

Nelle zone dedicate alla coltivazione del nocciolo (Corylus avellana) i sistemi di allevamento più utilizzati sono il policaule o il multicaule, sistemi tradizionali che tendono ad assecondare il naturale sviluppo dell'albero.

 

È presente però un altro ed innovativo sistema di allevamento: il monocaule o "alberello". Già molto diffuso in altri paesi produttori di nocciole, in Italia si sta facendo lentamente conoscere, e potrebbe offrire nuove frontiere per rendere la corilicoltura più competitiva e al passo con i tempi.

 

AgroNotizie® ha intervistato Moreno Moraldi, agrotecnico dello Studio di consulenza ProVerde, che collabora con la Fondazione per l'Istruzione Agraria in Perugia e con la professoressa Daniela Farinelli del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia, per fare una panoramica completa su questa tipologia di forma di allevamento.

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Monocaule, serve conoscerlo meglio

Questa forma è costituita da un singolo fusto, su cui in genere si diramano 3-4 branche principali e produttive all'altezza di circa 50-60 centimetri.

 

Le potature per ottenerla sono le seguenti:

  • 1° anno, la pianta una volta messa a dimora viene capitozzata a 80-90 centimetri da terra. In questo modo si forma già la tipica struttura a fusto unico;
  • 2° anno, si mantiene il fusto vigoroso eliminando eventuali altri virgulti che possano entrare in concorrenza con quest’ultimo e che, a sua volta, fungerà da asse centrale;
  • 3° anno, si lasciano sull'asse centrale 3-4 rami che formeranno il palco delle branche. Le branche devono essere lasciate ad altezze diverse in funzione delle condizioni ambientali della zona di coltivazione e dalle attrezzature disponibili per le future cure colturali;
  • 4° anno in poi, si eliminano i germogli nati sotto l'impalcatura, i polloni e i rami che crescono all'interno della chioma. In questo modo si mantiene un buon equilibrio vegeto-produttivo dell'albero negli anni successivi.

"L'impalcatura deve posizionarsi tendenzialmente più in alto nelle zone caratterizzate da una lunga persistenza e ristagno d'umidità. Mentre può essere scelto, qualora compatibile con le macchine, l'inserimento del primo palco a pochi decimetri da terra negli ambienti di collina più arieggiati e asciutti" spiega Moreno Moraldi, agrotecnico dello Studio di consulenza ProVerde.

 

Nelle zone più asciutte e arieggiate l'impalcatura del monocaule si può inserire anche a pochi decimetri da terra, purché resti libera ad un’altezza sufficiente per le cure colturali meccanizzate

Nelle zone più asciutte e arieggiate l'impalcatura del monocaule si può inserire anche a pochi decimetri da terra, purché resti libera ad un’altezza sufficiente per le cure colturali meccanizzate

(Fonte: Studio di consulenza ProVerde)

 

Il sesto d'impianto cambia? In realtà non ci sono differenze significative fra un impianto monocaule e policaule. Attualmente i sesti di impianto tendono a prevedere più piante per ettaro, è normale quindi progettare nuovi impianti di 5 metri per 3 metri o anche 5 metri per 2,50 metri. Anche in un impianto monocaule comunque è importante rispettare le distanze fra le file di almeno 5 metri per agevolare il passaggio delle macchine agricole tradizionali. Restringendo la distanza degli interfilari diventa indispensabile dotarsi di trattrici e di attrezzature tipiche dei vigneti e dei frutteti.

 

E i costi invece? Per quanto riguarda i costi di impianto non ci sono differenze con un tradizionale policaule. La differenza maggiore si riscontra invece nei costi di gestione. Come spiega Moraldi: "Nell'allevamento a monocaule l'asportazione dei ricacci basali, con almeno tre o più interventi all'anno, può essere effettuata meccanicamente sia con il decespugliatore a spalla sia con le nuove macchine a dischi ruotanti. Invece nel policaule non è possibile agire meccanicamente all'interno del gruppo di stanghe, pertanto, dopo la ripulitura esterna meccanizzabile, diventa indispensabile intervenire all'interno o manualmente oppure con prodotti chimici".

 

Vantaggi

Il sistema monocaule risulta particolarmente indicato per varietà caratterizzate da elevato vigore vegetativo e per aree di coltivazione pianeggianti.

Consente la meccanizzazione delle operazioni colturali, tradizionalmente eseguite manualmente, garantendo un significativo risparmio sia di tempo che economico per l'azienda agricola.

 

Inoltre, rispetto alle forme a cespuglio la qualità delle nocciole è quasi sempre migliore. Questo perché si ha nella pianta una maggiore circolazione dell'aria, dalla zona del colletto fino all'intera chioma, garantendo così un'incidenza minore di patogeni fungini e batterici. "Gli studi hanno mostrato come, dal decimo anno in poi, la produzione di frutti nelle piante allevate a monocaule sia superiore rispetto a quelle coltivate con i metodi del passato, e questo risultato lascia ben sperare".

 

Con tali caratteristiche il monocaule potrebbe quindi rispondere all'attuale esigenza di creare impianti caratterizzati da un'alta meccanizzazione e improntati su una produzione più intensiva e di qualità.

 

"Chi si avvia a realizzare nuove piantagioni di noccioli deve tenere in conto sia la situazione attuale che quella prevedibile in futuro nel corso dell'intero arco di vita del corileto. - continua Moraldi - Osservando i settori frutticoli delle pomacee e delle drupacee, ben più evoluti rispetto alle coltivazioni riferite alla frutta secca, possiamo fin d'ora comprendere come anche la corilicoltura potrà evolversi nei prossimi decenni cercando di recuperare quella differenza di sviluppo che finora non c'è stata".

 

Sfide

Nonostante i possibili vantaggi questa forma non è ancora ampiamente utilizzata in Italia. Questo perché i corilicoltori tradizionali temono di perdere la pianta in caso di importante danneggiamento dell'unico fusto presente, mentre nell'allevamento a policaule il danneggiamento di una singola pertica non compromette le altre.

 

"Si tratta comunque di un'ipotesi abbastanza remota in quanto i danni meccanici e quelli derivanti dalle avversità non portano mai allo schianto dell'intero albero. Ma soltanto, nella peggiore delle ipotesi, a delle ferite facilmente cicatrizzabili se le piante hanno una buona vigoria e un'adeguata nutrizione".

 

Policaule: tradizione sì, ma a quale costo?

Come scritto all'inizio dell'articolo per il nocciolo in allevamento tradizionale si usa il policaule, cioè 3-4 pertiche performanti distanziate tra loro, o il multicaule in cui il numero di pertiche vengono lasciate libere di svilupparsi. Forme comunque cespugliose che possono raggiungere anche i 5 metri di altezza. In Italia fanno parte della tradizione corilicola di regioni quali il Piemonte, il Lazio, la Campania e la Sicilia.

 

Si tratta però di metodi poco adatti all'uso di un parco macchine, in quanto non si riesce ad intervenire all'interno dei vari fusti, perché troppo compatti. In particolare, le difficoltà maggiori si riscontrano sia nella raccolta delle nocciole sia nell'asportazione dei polloni basali che crescono dentro il gruppo di pertiche.

 

"La difficoltà nel reperire manodopera e gli alti costi delle cure colturali eseguite manualmente spingono sempre più i coltivatori verso la ricerca di sistemi di allevamento che permettano una meccanizzazione più avanzata, compreso l'utilizzo di macchinari a controllo satellitare e privi del guidatore a bordo. - conclude Moraldi - Con tali prospettive le vecchie forme di allevamento a cespuglio rimangono prerogativa delle vecchie piantagioni. Viceversa, nei comprensori di recente sviluppo della corilicoltura, si manifesta sempre più una spiccata tendenza verso l'innovazione che finora era possibile riscontrare soprattutto negli Stati Uniti e nell'America del Sud".

 

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Autore: Chiara Gallo

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