Minuta di Chiusi, l'antica cultivar di olivo che resiste al tempo
Molto forte e resistente a stress biotici e abiotici, ma difficile da coltivare; produttiva tutti gli anni, ma poco redditizia per una resa media produttiva in olio molto bassa. Caratteristiche, potenzialità e punti di debolezza della Minuta di Chiusi. La storia del Podere Ricavo
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La Minuta di Chiusi è presente in un minuscolo areale e in ridottissimo numero di esemplari
Fonte immagine: Podere Ricavo
Tra le oltre cinquecento cultivar di olivo coltivate in Italia, pari al 42% delle varietà a livello mondiale, ce n'è una che forse non tutti conoscono: è la Minuta di Chiusi, una cultivar autoctona di origini antichissime presente solo nel bacino intorno al comune di Chiusi, in provincia di Siena, e nei dintorni.
Qui, in una collina alle porte di Cetona, si trova il Podere Ricavo, dove vive insieme alla famiglia Federico Massoli, oggi responsabile commerciale dell'omonima azienda. "La nostra azienda a conduzione familiare - ci racconta Federico - circa quindici anni fa ha iniziato un percorso di profonda trasformazione decidendo di investire nella produzione di olio extravergine di oliva di qualità, trasformando tutta l'azienda in biologica certificata ed inscrivendo parte della produzione del nostro extravergine al Consorzio per la Tutela dell'Olio Dop Terre di Siena. Tale percorso ha portato e porta tuttora un continuo aggiornamento nella gestione e nelle pratiche agronomiche avvalendoci inoltre della collaborazione di un tecnico oleologo tra i migliori del settore".
Una scelta che li ha portati a coltivare le classiche varietà di olivo del Centro Italia, quali Moraiolo, Frantoio, Correggiolo e Leccino e che col passare degli anni si è rivelata vincente.
Podere Ricavo si trova in provincia di Siena, in Toscana, è a conduzione familiare e si distingue per la coltivazione della Minuta di Chiusi
(Fonte foto: Podere Ricavo)
Minuta di Chiusi, punti di forza e di debolezza di una cultivar antichissima
La protagonista indiscussa però è la Minuta di Chiusi, una pianta che "è stata sempre poco considerata dagli agricoltori".
Le ragioni sono presto dette:
- le olive sono molto piccole;
- la pianta è difficile da potare;
- la raccolta è complicata perché le olive sono molto resistenti al distacco dalla pianta;
- la resa media produttiva in olio è molto bassa (7-8%), per cui è poco attrattiva dal punto di vista economico.
Tutti motivi che nel corso dei secoli hanno spinto molte aziende ad abbandonare le piante di Minuta di Chiusi, sostituendole con altre varietà più facili da raccogliere e con rese di estrazione dell'olio maggiori.
Le olive sono molto piccole e la resa media produttiva in olio è molto bassa (7-8%)
(Fonte foto: Podere Ricavo)
D'altro canto però la Minuta di Chiusi è coltivata ancora oggi per alcune caratteristiche che la rendono unica:
- è una pianta molto forte e resistente agli eventi climatici estremi;
- è esclusiva perché è presente in un minuscolo areale e in ridottissimo numero di esemplari;
- è una pianta storica in quanto è rimasta immutata per secoli, mantenendo caratteristiche genetiche, estetiche e di resistenza a stress biotici e abiotici non comuni nelle altre cultivar; le piccole drupe per esempio non attraggono la mosca dell'olivo;
- risulta produttiva tutti gli anni e, come spiega orgoglioso Federico Massoli, dà soddisfazione perché permette di "proporre al mondo un olio ottenuto con estrema difficoltà, che racconta un territorio e una storia unica al mondo, con note organolettiche tipiche di questa cultivar che variano notevolmente al variare della maturazione del frutto".
"L'olio non è redditizio - continua il responsabile commerciale - ma rappresenta il nostro passato, le nostre origini; c'è chi lo accosta agli Etruschi che già producevano olio (anche se molto diverso da quello che produciamo oggi) e per questo motivo abbiamo deciso di continuare la coltivazione di queste piante, addirittura riproducendole per talea".
"L'olio prodotto dalla Minuta di Chiusi - precisa - ogni anno ci riserva delle sorprese: l'epoca di raccolta influenza decisamente le caratteristiche olfattive e gustative dell'olio, che può regalarci dei sentori di frutti di bosco, come quelli di erbe selvatiche o cardo".
Sacrapone è il monocultivar realizzato, un olio limpido, di colore verde con dei riflessi gialli che sorprende per la varietà di profumi. Assaggiandolo fruttato, amaro e piccante sono classificabili di media intensità. "I consumatori - afferma Massoli - si sono mostrati da subito molto sensibili ed interessati al tema, sostenendo la nostra produzione, scelta agevolata dal fatto che l'olio prodotto da questa varietà costituisce sicuramente una unicità".
Dall'esame olfattivo dell'olio emergono note di mandorla, frutti bosco e erbe di campo
(Fonte foto: Podere Ricavo)
Olio, investire è la parola chiave
Dunque, sfida vinta per il Podere Ricavo che oltre all'olio produce vino rosso e pasta. "Abbiamo inoltre la fortuna di avere all'interno del fondo alcune tartufaie che durante l'anno ci regalano tartufi".
Ma Federico Massoli e la sua famiglia intendono continuare a mettersi in gioco perché "il programma aziendale vede continui investimenti tendenti ad aumentare la produzione di olio extravergine di oliva, ma con la regola obbligatoria che l'obiettivo principale da raggiungere sia l'altissima qualità del prodotto finale, nel rispetto delle tradizioni che ci sono state tramandate ma sempre con una ricerca costante e minuziosa di miglioramento nelle tecniche agronomiche", conclude.
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Autore: Giulia Romualdi