Gelate: strategie per proteggere le piante

Ci sono diversi tipi di gelate e le piante possono essere più o meno suscettibili. In questo articolo una panoramica delle strategie più efficaci per limitarne i danni, soprattutto in questo periodo

Gelate: strategie per proteggere le piante - Plantgest news sulle varietà di piante

Irrigazione antibrina sottochioma nell'azienda agricola Pini di Solarolo, in provincia di Ravenna

Fonte immagine: Azienda Agricola Pini - Solarolo (Ra)

Gli inverni sono sempre meno rigidi e il caldo anomalo risveglia le piante prima del tempo, spingendole a fiorire quando il rischio di gelo è ancora alto. Può bastare una sola notte di freddo intenso per compromettere il raccolto. Un fenomeno, quello delle gelate tardive, che si ripresenta sempre più spesso.


È quello che sta accadendo in Emilia Romagna in queste notti, dove "l'alternanza di giornate di sole a temperature notturne molto basse, mette a rischio la tenuta di molti impianti frutticoli", spiega l'assessore all'Agricoltura, Alessio Mammi.


In provincia di Ravenna, a Solarolo, sono stati raggiunti i -3,7 °C come picco più freddo. A monitorare la temperatura Stefano Pini dell'azienda agricola Pini, dove stanno facendo il possibile per ridurre i danni: "Quando la temperatura si avvicina agli zero gradi accendiamo gli impianti antibrina nei campi di albicocco, prugni e pesche. Poi attiviamo ventoloni e ventole. Negli impianti di actinidia, che sono i più delicati, e in quelli di albicocco accendiamo anche le stufette e sottoserra accendiamo due bruciatori che sparano aria calda. Infine, per sicurezza abbiamo aperto anche la rete antigrandine per mantenere un po' più alta la temperatura. Di solito giriamo anche con il trattore con dietro il carretto del fuoco".

 

gelate-tardive-gelata-protezione-strategie-gestione-stufe-frutteto-kiwi-marzo-2025-fonte-azienda-pini-solarolo-800x1200.jpeg

(Fonte: Azienda agricola Pini - Solarolo (Ra))


Ma quindi come si formano le gelate? E quali sono oggi le strategie più efficaci per proteggere le colture?


Come funziona il fenomeno delle gelate

In agricoltura la gelata non è altro che l'abbassamento della temperatura sotto gli 0 gradi. Si divide in 3 tipi, a seconda del periodo in cui si verifica:

  • tardiva, se si manifesta a fine inverno causando danni alle piante coltivate nella fase di ripresa vegetativa;
  • precoce, se avviene in autunno inoltrato e causa danni alle produzioni tardive;
  • invernale, quando colpisce le piante durante il riposo vegetativo.

Le gelate possono essere classificate anche in base al meccanismo di trasferimento del calore:

  • sono di tipo avvettivo quando c'è vento freddo e la temperatura dell'aria scende al di sotto degli 0 gradi anche durante il giorno;
  • quelle di tipo radiativo sono caratterizzate da inversione di temperatura quando c'è cielo sereno e poco vento. In questi casi la temperatura dell'aria scende al di sotto degli 0 gradi solo durante la notte.

Le gelate di tipo radiativo sono quelle più comuni e alle quali si possono applicare i mezzi di controllo oggi disponibili.


Ma quindi, temperature così basse che danni fanno alle piante coltivate? In realtà non è la temperatura in sé il vero problema, ma il passaggio dell'acqua contenuta nelle piante dallo stato liquido a quello solido (ghiaccio). L'entità del danno, infatti, dipende dalla sensibilità della coltura al congelamento e potrà riguardare l'intera pianta o interessare solo una piccola parte del tessuto vegetale. Il tutto si ripercuote poi sulla resa o sulla qualità del prodotto finale.


Per esempio, durante una gelata tardiva sulle drupacee i danni si hanno sui fiori, su actinidia e vite sono colpiti i germogli e compromessi i fiori e i frutti successivi. Ma se la gelata si verifica dopo la fioritura i tessuti dei frutti degenerano e anneriscono e cadono in poco tempo.


Come controllare le gelate

Di solito la parola chiave quando si parla di controllo è prevenzione. Nel caso delle gelate tardive ci sono una serie di strategie indirette e passive come, per esempio, la scelta di specie e cultivar meno sensibili alle gelate o con fioritura tardiva e la scelta della loro collocazione nell'area aziendale.

 

A livello agronomico è importante limitare gli apporti idrici e gli interventi nutrizionali. Azoto e fosforo aggiunti prima di una gelata possono favorire la crescita della pianta ma anche aumentare la sua sensibilità. Allo stesso tempo alcuni nutrienti possono essere di grande aiuto; lo stesso fosforo agisce sulla divisione cellulare e può contribuire al recupero dei tessuti dopo il congelamento.


La gestione dell'impianto può salvaguardare la chioma, si consigliano infatti forme di allevamento alte e potatura ricca e ritardata. Alberi e cespugli intorno al campo, invece, possono controllare il flusso d'aria. Infine, la copertura del suolo con teli pacciamanti può riscaldare il terreno e aumentare la protezione.


Quando questi accorgimenti non bastano si possono utilizzare i metodi di controllo attivi o diretti: impianti di riscaldamento, ventilatori e impianti di irrigazione sopra e sottochioma. Questi, a differenza di quelli passivi, sono temporanei ma anche più costosi da installare e gestire. Il loro obiettivo è quello di innalzare la temperatura dell'aria nel frutteto.


Gli impianti di riscaldamento, come bruciatori e stufe, producono calore vicino alla vegetazione per tutta la durata del gelo, riducendo o prevenendo i danni. Negli ultimi anni i bruciatori a gas e le stufe a gasolio sono stati sostituiti da candele a pani di paraffina e da contenitori di cere microcristalline. Hanno costi inferiori e rese superiori del 40-60%.

 

stufe-gelata-gelate-tardive-rimedi-primavera-marzo-2025-fonte-azienda-pini-solarolo-800x1200.jpeg

Esempio di stufe a pellet

(Fonte: Azienda agricola Pini - Solarolo (Ra))


I ventilatori mescolano l'aria fredda vicino al suolo con l'aria più calda che si trova più in alto, con lo scopo di formare una temperatura uniforme nei primi 10-12 metri. I ventilatori possono aumentare la temperatura dell'aria di 5-6 gradi.


Il metodo più diffuso ed efficace è l'irrigazione antibrina che ha anche minori costi di gestione. Può essere soprachioma e avere come obiettivo quello di mantenere la temperatura degli organi vegetali vicina agli 0 gradi. Come funziona? Ricopre la vegetazione con uno strato di ghiaccio in continua formazione, fino al termine della gelata; questo metodo viene utilizzato per proteggere colture basse e con rami robusti che non si rompono sotto il peso del ghiaccio.


In zone con limitata disponibilità di acqua e terreni con problemi di ristagno si usa l'irrigazione antibrina di tipo sottochioma. In questo caso, si bagna tramite microirrigazione solo l'interfilare inerbito e non la chioma degli alberi, sfruttando il calore ceduto dall'acqua durante il passaggio da liquido a solido.

 

impianto-antibrina-frutteto-gelate-controllo-tardive-primavera-marzo-2025-fonte-azienda-pini-solarolo-800x1200.jpeg

Irrigazione antibrina sottochioma

(Fonte: Azienda agricola Pini - Solarolo (Ra))


Misurare la tempestività è fondamentale. Prima di mettere in atto i metodi di controllo attivi delle gelate gli agricoltori hanno bisogno di sapere se e quando la gelata si verificherà per avviare in tempo i sistemi di protezione. L'obiettivo è quello di evitare perdite per avviamenti tardivi e risparmiare energia riducendo i tempi di funzionamento.

 

Si consiglia di consultare i servizi meteorologici locali (oppure quello di AgroNotizie®) ma anche le mappe di rischio climatico, nonché stare molto attenti al calendario fenologico della coltura.


L'automazione e le tecnologie applicate in campo aiutano ad essere tempestivi. A questo proposito l'innovazione sta portando sul mercato macchine antigelo automatizzate e gestibili da remoto tramite smartphone, tablet e pc.


L'impatto dei cambiamenti cimatici e dell'uomo

L'agricoltura e i cambiamenti climatici sono strettamente correlati. In Italia le perdite agricole degli ultimi anni legate al riscaldamento climatico e in particolare ad eventi come le gelate primaverili e la siccità estive, secondo Ismea, sono diventate un problema ricorrente e vanno dall'8 al 39% per produzioni importanti come vino, olio, grano, mais, e patate.


Per quanto riguarda le gelate, con i cambiamenti climatici in atto, le piante coltivate vanno incontro ad un anticipato soddisfacimento del fabbisogno in freddo delle gemme, che di conseguenza escono precocemente dal riposo vegetativo invernale. In questo modo i giovani germogli e i fiori delicati sono esposti precocemente al rischio gelata.
  
Ma il clima non è l'unico responsabile. Anche le scelte agronomiche giocano un ruolo cruciale: per rispondere alle esigenze del mercato, si introducono sempre più cultivar precoci, spostando in avanti le finestre di produzione e aumentando, di fatto, il rischio di danni da gelo. Un equilibrio sempre più fragile, che impone un ripensamento delle strategie colturali e delle tecniche di protezione.

Autore: Vittoriana Lasorella

Suggerimenti? Pensi che le informazioni riportate in questa pagina siano da correggere? Scrivici per segnalare la modifica. Grazie!

In questa sezione...

I nostri Partner

I partner sono mostrati in funzione del numero di prodotti visualizzati su Plantgest nella settimana precedente

Plantgest® è un sito realizzato da Image Line®
® marchi registrati Image Line srl Unipersonale (1990 - 2025)