Preceon, un nuovo modo di fare mais
Bayer ha lanciato una nuova tipologia di ibridi di mais caratterizzati da una taglia ridotta, da seminare ad altissima densità. Per l'agricoltore significa piante resistenti all'allettamento e con elevati livelli di produttività, ideali per la stalla

Un campo di Preceon a Pozzoleone (Vicenza)
Fonte immagine: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®
Oltre un secolo fa Nazareno Strampelli ridusse la taglia del grano tenero, selezionando varietà resistenti all'allettamento e in grado di produrre più granella. Cento anni dopo, Bayer ha fatto lo stesso con il mais, selezionando dei nuovi ibridi a taglia ridotta, che l'agricoltore può seminare ad altissime densità, anche sedici piante per metro quadro, e che sono molto più resistenti all'allettamento. Non solo, si tratta di ibridi che hanno produzioni elevate di biomassa e amido per unità di superficie e una fibra più digeribile. Tutte caratteristiche ideali per chi possiede una stalla di vacche da latte o un biodigestore.
Questa nuova famiglia di ibridi è stata ribattezzata Preceon e rappresenta un vero cambio di paradigma. "Non si tratta solo di nuove varietà, ma di un approccio completamente nuovo alla maiscoltura", ha raccontato Matteo Colombo, responsabile Marketing di Bayer, durante un evento organizzato lo scorso 10 settembre a Pozzoleone, in provincia di Vicenza, per illustrare ai maiscoltori locali le potenzialità dei nuovi ibridi.
"Con Preceon l'agricoltore deve approcciarsi al campo con una nuova mentalità. Per questo lo definiamo uno Smart Corn System, perché la coltivazione viene rivoluzionata dalle nostre nuove varietà. A partire dalla densità di semina, passando per la gestione delle infestanti fino alla raccolta".
Una spiga di Preceon
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Piante più basse, ma più produttive
Le piante Preceon si distinguono per una taglia ridotta di circa un terzo rispetto agli ibridi tradizionali. Nonostante la minore altezza, mantengono lo stesso numero di foglie, ma con un portamento più eretto, che migliora la penetrazione della luce e riduce la competizione tra le piante. Gli internodi ravvicinati e il baricentro più basso aumentano la stabilità meccanica, mentre una distribuzione differente della lignina nello stocco rende la fibra più digeribile. Il tutto accompagnato da uno stay green accentuato: le foglie, anche quelle basali, restano verdi più a lungo, a beneficio della fotosintesi e della finestra di raccolta.
Negli ultimi anni, eventi meteorologici estremi come trombe d'aria e nubifragi sono diventati sempre più frequenti, soprattutto nella Pianura padana. In questo scenario, la resistenza all'allettamento non è più un optional, ma una necessità. Grazie alla taglia ridotta e alla struttura più compatta, Preceon è in grado di resistere anche a venti violenti e precipitazioni intense, garantendo la stabilità della coltura fino alla raccolta. "È come un'assicurazione naturale sul raccolto", ha commentato Alessandro Cavallon, tecnico Bayer, durante l'incontro. "Preceon è dieci volte più resistente all'allettamento rispetto al convenzionale".
È ben visibile la differente suscettibilità all'allettamento tra mais convenzionale (sinistra) e Preceon (destra)
(Fonte foto: Bayer)
Densità elevate contro le infestanti
La nuova morfologia della pianta richiede densità di semina molto più elevate rispetto agli ibridi tradizionali, anche di sedici piante al m2. Uno degli effetti più immediati di questa semina è una copertura più rapida e uniforme del suolo, che riduce lo spazio vitale delle infestanti e ne limita lo sviluppo.
Anche se l'impiego di prodotti erbicidi rimane necessario, la ridotta disponibilità di luce consente una migliore gestione delle infestanti, soprattutto di quelle più difficili da controllare, che in un campo tradizionale riescono a sopravvivere, andando a seme e incrementando la banca semi del terreno. "Nei campi Preceon, le infestanti fanno fatica a emergere semplicemente perché non hanno luce a disposizione", ha osservato Cavallon.
Coltivare mais a taglia ridotta comporta vantaggi anche nella gestione agronomica. L'altezza contenuta consente l'ingresso delle macchine anche in fase avanzata di sviluppo, senza danneggiare le piante, e spesso senza necessità di trampoli. Questo si traduce in una maggiore flessibilità per la concimazione di copertura o eventuali trattamenti mirati.
La genetica "smart"
(Fonte foto: Bayer)
Inoltre, gli ibridi Preceon sono dotati di un apparato radicale più robusto ed esteso, in grado di esplorare un volume di suolo maggiore. Questo si traduce in una migliore efficienza nell'assorbimento di acqua e nutrienti, fondamentale per affrontare stress idrici o suoli difficili. La pianta, quindi, non solo resiste meglio, ma produce di più a parità di input.
FieldView, il regista in campo
A supportare tutto il sistema Smart Corn è la piattaforma digitale FieldView, che consente di monitorare lo stato della coltura in tempo reale grazie ai dati satellitari. FieldView fornisce indicazioni su vigorìa delle piante, evapotraspirazione, fabbisogni nutrizionali e, soprattutto, consente di mappare la resa. I dati raccolti possono quindi essere usati per creare prescrizioni di semina a rateo variabile, adattando densità e input alle reali potenzialità del terreno.
Con densità che arrivano a sedici piante per m2, la precisione di semina diventa un fattore critico. Doppi semi, fallanze o distanze disomogenee vengono mal tollerate.
Enrico Bighi, specialista in Precision Farming, ha fornito una serie di consigli pratici:
- Usare dischi selettori con più fori per mantenere la velocità di rotazione bassa e migliorare la deposizione del seme.
- Le seminatrici di ultima generazione consentono di monitorare in tempo reale doppi e mancanti. È possible rendere smart le macchine analogiche con dei kit after-market.
- Regolare velocità di avanzamento e profondità di semina in funzione delle condizioni del suolo (andare piano è fondamentale).
- Curare la chiusura del solco per evitare una cattiva emergenza.
- Preferire il radar rispetto al Gps per una maggiore reattività nelle variazioni di velocità.
- Evitare eccessive vibrazioni che possono alterare la regolarità di deposizione del seme.
Durante l'evento sono state mostrate le differenze tra un ibrido convenzionale e Preceon
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Più energia nel trinciato
Gli ibridi Preceon sono stati pensati per produrre più energia per chilo di sostanza secca. Grazie a un più alto numero di spighe per metro quadro, a una maggiore biomassa prodotta per ettaro, e a una fibra più digeribile (per la minore presenza di lignina), si ottiene un trinciato ideale per l'alimentazione delle vacche da latte e per gli impianti di biogas.
Chiara Pagliarin, responsabile Mais di Bayer, ha spiegato: "Il migliore stay green permette di estendere la finestra di raccolta anche di cinque-sette giorni, senza perdita di qualità. Questo offre maggiore flessibilità agli allevatori e ai contoterzisti". Le prove condotte hanno confermato che anche a stadi più avanzati di maturazione, il trinciato Preceon mantiene alte percentuali di amido e ottimi valori nutritivi.
Secondo le prove condotte dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e illustrate in sala dal professor Alessandro Catellani, gli ibridi Preceon presentano un incremento del 5-6% nella digeribilità della fibra (NDFD a 30 ore) rispetto agli ibridi convenzionali, arrivando al 65-70%. Anche il contenuto in amido risulta aumentato di due-quattro punti percentuali, con valori che superano il 35%. Il risultato è un trinciato che può arrivare fino a 1,70 Mcal/kg di sostanza secca, contro i 1,65 Mcal/kg di un mais tradizionale.
Il beneficio si riflette direttamente sulle performance delle vacche in lattazione. In una prova sperimentale condotta dall'Università Cattolica del Sacro Cuore su ventiquattro vacche Holstein, l'impiego di silomais Preceon ha portato a un incremento medio di 2 litri di latte per capo al giorno, mantenendo invariati i parametri di grasso e proteina, ma con un miglioramento nel contenuto di lattosio. Questo aumento produttivo si accompagna anche a un'efficienza alimentare superiore e a una maggiore ingestione volontaria di sostanza secca.
La chiave di queste performance risiede in più fattori: un rapporto più favorevole tra foglie e stocco, una diversa disposizione della lignina nello stelo che facilita la degradazione della fibra nel rumine, e uno stay green accentuato che consente di posticipare la raccolta fino a tre quarti della linea del latte senza perdere in qualità. Questo garantisce una maggiore flessibilità operativa e un accumulo supplementare di amido.
Dal punto di vista economico, il sistema Preceon consente anche di ridurre l'impiego di alimenti concentrati nella razione, a favore di una maggiore inclusione del silomais. Simulazioni di razione mostrano come il passaggio al silomais Preceon possa portare a un incremento dell'Income Over Feed Cost (IOFC) fino a 1 euro al giorno per vacca, grazie al miglior rapporto tra costo della razione e produzione di latte.
Infine, il trinciato ottenuto da Preceon si distingue per la sua stabilità e sanità, con un ridotto rischio di perdite in trincea e un pH ottimale per la conservazione. Tutti elementi che rendono questa nuova generazione di mais un'ottima scelta sia per gli allevatori da latte sia per le aziende agricole orientate al biogas.
Il trinciato ottenuto da Preceon si distingue per la sua stabilità e sanità
(Fonte foto: professor Alessandro Catellani)
Una nuova era per il mais
Preceon non è solo una nuova famiglia di ibridi, è un sistema agronomico integrato. Un mais più basso, più stabile, più efficiente, supportato dalla tecnologia digitale e pensato per affrontare le sfide climatiche e produttive del presente. Un mais da seminare con precisione, da gestire in modo intelligente e da valorizzare al massimo in stalla o nel digestore.
In un contesto di crisi del mais nella Pianura padana, Preceon può rappresentare un elemento di svolta, ma solo per quelle aziende in grado di innovare i propri processi produttivi. Non si può infatti pensare di coltivarlo come un ibrido convenzionale. Serve invece un cambio di mentalità, una flessibilità che oggi non tutti hanno.
Autore: Tommaso Cinquemani