Luppolo Humulus lupulus L.

Luppolo - Plantgest.com
Descrizione della pianta
Il luppolo o Humulus lupulus è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Cannabinaceae. Il luppolo cresce spontaneamente nelle zone temperate dell'emisfero settentrionale: lo si trova allo stato selvatico nell'Europa Occidentale, in Asia e nell'America del Nord. 

All'interno delle infiorescenze femminili presenta una sostanza amaricante ed aromatizzante usata per la produzione della birra, bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di un mosto fatto di cereali maltati (principalmente orzo), acqua e lieviti. Questa sostanza è la luppolina, composta da acidi amari cristallizzati e resine amare amorfe (umulone o α-acidi e luppulone o b-acidi). Il luppolo contiene inoltre cellulosa, acqua, piccole quantità di sostanze azotate e idrati di carbonio.
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Il luppolo è una pianta molto diffusa in tutte le zone a clima temperato ed il suo verdissimo fiore era già molto conosciuto prima che in Germania lo si cominciasse a coltivare. Infatti nell'antico Egitto e nell'antica Cina il luppolo era conosciuto per le sue proprietà terapeutiche, digestive, rilassanti e lenitive. Già le popolazioni dei Goti sulle alture del Caucaso usavano luppolo selvatico per aromatizzare la loro birra chiamata 'Ludi'. 
Fu probabilmente nell'alto Medioevo che il luppolo iniziò in modo più sistematico ad essere usato per la produzione di birra, a discapito di altro erbe aromatiche come il ginepro, il pino, l’abete, l’erica , lo zenzero e l’ortica. 

L’uso del luppolo è stato mantenuto poi nel tempo dai monaci Benedettini: in un documento del concilio di Aquisgrana del 817 viene autorizzato l’uso del luppolo per la produzione della birra e nel 860 si ha traccia della prima coltivazione domestica di luppolo nel paesino Gründl bei Nandlstadt in Germania. A partire dall'ottavo secolo l'uso si diffuse prima in Baviera e poi in Boemia (poi anche in nel resto dell'Europa centrale). In quest'epoca inizia anche la domesticazione del luppolo per far fronte alla crescente domanda di materia prima.  

L’importanza del luppolo fu sancita nel 1516 da Guglielmo di Baviera che lo citò tra i quattro ingredienti della birra previsti dal Reinheitsgebot (editto di purezza), il documento con il quale il governo bavarese, oltre a fissare il prezzo della birra, imponeva ai birrai l’utilizzo esclusivo di malto d’orzo, acqua, lievito e luppolo nella sua produzione.
Il luppolo è una pianta erbacea e perennante che appartiene alla famiglia delle Cannabinacee. Possiede un apparato radicale molto sviluppato e formato due tipi di radici: una parte a sviluppo orizzontale ed una parte a sviluppo verticale. Da questa cosidetta 'ceppaia' prendono origine all'inizio della primavera numerosi fusti annuali, prima erbacei e poi legnosi. Questi fusti di forma esagonale sono ricchi di nodi, da cui si sviluppano foglie opposte inizialmente cordate e poi palmato-lobate (con 3-7 lobi a bordo seghettato). Dall'ascelle delle foglie si sviluppano tralci secondari sui quali successivamente si formeranno le infiorescenze dioiche.

Solo le infiorescenze femminili producono i fiori (coni) che sono usati per la birrificazione o per uso medicinale. Quelle maschili non hanno valore commerciale, ma sono usate per impollinare le piante femminile, normalmente non molto produttive. L’infiorescenza femminile detta 'cono' si distingue in un asse spiraliforme (stelo) contornato da molte foglioline (bratte) disposte le une sopra le altre. Ogni bratta raccoglie alla propria base piccole ghiandole resinose di colore giallognolo, la 'luppolina', costituita dalle caratteristiche resine (umulone e luppulone) e dagli oli essenziali. 
Il luppolo è una pianta molto esigente e quindi è molto importante valutare con cura il luogo dove coltivarlo. Innanzitutto servono almeno 120 giorni all'anno consecutivi senza che il terreno possa ghiacciare, inoltre la pianta deve essere esposta direttamente alla luce solare per un periodo di 15 ore al giorno. I migliori raccolti si hanno con una primavera piovosa e un'estate calda e soleggiata. Nei paesi con clima secco è opportuno irrigare le piante abbondantemente. I suoli devono avere reazione neutra, devono essere profondi, permeabili, leggeri o a medio impasto. La falda non deve mai salire sopra i 50 cm di profondità. 
Prima dell'impianto è opportuno eseguire uno scasso del terreno e contemporaneamente interrare 400-500 ql/ettaro di letame maturo. Negli anni successivi, i livelli di fertilità organica possono essere mantenuti con la coltivazione di piante da sovescio tra le file. Nelle fasi iniziali di sviluppo dei tralci le sostanze accumulate nella parte iniziale sono sufficienti.

Per quanto riguarda l'azoto si usano 150-200 kg/ettaro all'anno ripartiti in parti uguali in tre epoche: dopo la sistemazione dei tralci, al raggiungimento della massima ltezza e all'inizio della fioritura. E' importante che la sostanza organica venga mantenuto durante il tempo. Per questo motivo si interrano ancora 300-400 ql/ettaro nell'inverno del scondo anno o del terzo anno e all'occorrenza si distribuisce ogni 4-5 anni.

Sempre in accordo con le analisi del terreno, il fosforo ed il potassio vengono distribuiti ed interrati durante il riposo vegetativo invernali. Il fabbisogno annuale di questi elementi è molto variabile: in media si distribuiscono 60 kg/ettaro di fosforo e 120 kg/ettaro di potassio. Le carenze di microelementi sul luppolo sono abbastanza rare e possono eventualmente riguardare lo zinco, il boro e il molibdeno. 
Il periodo della raccolta varia a seconda della varietà, dell'areale e dal clima. In genere avviene dalla metà di agosto per le varietà più precoci, alla fine di settembre per quelle più tardive. I coni vanno raccolti quando sono di colore verde chiaro, hanno le brattee chiuse e sono di consistenza elastica. La luppolina all'interno è abbondante e di colore giallo-limone. L'aroma in questa fase è intenso e privo di difetti con un'umidità attorno al 23%. La raccolta manuale è oggi diffusa nei piccoli appezzamenti o in quelle aree dove quella meccanica può essere impedita. Oggi quindi il luppolo viene raccolta quasi completamente meccanicamente.
Il luppolo raccolto deve essere essiccato per ridurne il contenuto di umidità al di sotto del 14%, in modo così da renderlo conservabile. Questo viene fatto con delle lunghe essiccazioni a basse temperature per non alterare gli aromi. Una volta essiccato il luppolo, ancora in fiore, viene conservato nei cosiddetti 'ballotti'.

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