Il Piemonte punta sul castagno

Castagno Più e #CastagnoPiemonte sono i progetti del Psr che hanno l'obiettivo di rilanciare la filiera castanicola piemontese

Il Piemonte punta sul castagno - Plantgest news sulle varietà di piante

Oggi il legno di castagno non va sul mercato, di 220mila ettari, solo 50-70mila hanno capacità produttiva

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La castagna e il castagno, il frutto e il legno. Sono loro i punti avanzati dell'economia della montagna sotto i riflettori della nuova attività del Centro di castanicoltura del Piemonte.

Grazie alle strategie messe in campo dai due progetti del Psr, Castagno Più e #CastagnoPiemonte, l'obiettivo è quello di dare un senso produttivo ai 220mila ettari di bosco di castagno presenti in regione.

A lavorare insieme nei prossimi tre anni, per dare vita a questi progetti, saranno il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell'Università di Torino, il Comune di Chiusa di Pesio, enti locali e unioni montane con Uncem Piemonte. 
Ancora si uniranno segherie e imprese della filiera del legno, dottori forestali, ordini professionali, consorzi, produttori di castagne e imprese di giovani. 

"Vogliamo esaltare la triplice attitudine del castagno - spiega il presidente di Uncem Lido Riba - Frutto, legno, paesaggio e ambiente. Dobbiamo dare valore al prodotto legno e sul frutto bisogna fare di più, per sostenere le tante imprese che scommettono sul settore, come fonte primaria di reddito e come integrazione". 

"La Regione, tra le poche in Italia, ha visto giusto nel finanziare con il Psr due importanti progetti di cooperazione sul castagno - commenta Gabriele Loris Beccaro del Dipartimento di Scienze agrarie - Abbiamo molto lavoro da fare. C'è un pool fatto di competenze che vanno dall'entomologia alla comunicazione, dalla promozione e marketing fino alla gestione del bosco. Vogliamo sostenere le imprese, il mercato del frutto e del legno. Faremo un lavoro intenso con gli imprenditori, con chi entra in bosco, con il mercato". 

"Oggi il legno di castagno non va sul mercato - sottolinea Guido Locatelli di Ecoforeste srl - Di 220mila ettari, solo 50-70mila hanno capacità produttiva. Dobbiamo lavorare insieme con segherie, forestali, esperti di marketing per proporre al mercato pannelli lamellari, elementi per arredo, per pavimentazione, recinzioni piquette. Li porteremo anche nella grande distribuzione per vedere come il mercato reagisce. Spiegheremo al cliente finale il valore del tavolino in castagno del Piemonte".


Prima di tutto, cultura

Sul frutto, sull'uso della castagna e sulla valorizzazione economica del prodotto, si giocano le grandi sfide
Base per chi produce, due euro al chilogrammo fresche, una buona base di vendita per le castagne.

"I custodi dei castagneti ci mostrano quale grande patrimonio storico-culturale abbiamo in mano. Partiamo da questo. Cultura prima di tutto. E lavoriamo, con la sintesi di Uncem - precisa il sindaco di Ormea Giorgio Ferraris - per dare il giusto valore al prodotto. Penso a un nuovo snack a base di castagna fatto da una grande impresa dolciaria piemontese. Dobbiamo far mutare queste filiere, a nostro vantaggio. Il nostro prodotto non ha pari. Azione determinata su questi e altri fronti, per modificare approcci e strategia al nostro frutto. Ricchezza che va costruita e alimentata, riconosciuta".

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