Reportage

Nocciola, orgoglio del made in Italy

Domenica 9 dicembre 2018 è stata la 7° Giornata Nazionale della nocciola italiana. Plantgest ha intervistato Roberto Botta, dell'UniTo, e Sergio Lasagna, di Nocciola Piemonte Igp

Nocciola, orgoglio del made in Italy - Plantgest news sulle varietà di piante

© Nando Castoldi - IStock

Fonte immagine: IStockPhoto

La nocciola vive un momento di profondo rilancio mondiale. Così come tutta la frutta secca. La spinta di questo trend positivo proviene principalmente dall'industria dolciaria e dalle recenti scoperte salutistiche. Di pari passo è cresciuto l'interesse dei produttori, che vedono nel nocciolo una vera opportunità di coltivazione e di reddito.

Domenica 9 dicembre 2018 a Bologna (presso Fico Eatatly World), Napoli, Torino, Genova, Roma, Salerno, Catania, e presso i 270 paesi 'corilicoli' italiani, si sono tenute diverse iniziative legate alla 7° Giornata Nazionale della nocciola italiana. Tutti gli eventi sono stati promossi dall’Associazione Nazionale Città della Nocciola, per divulgare la conoscenza di questo alimento ed il suo corretto uso.

"L'Italia è il secondo produttore mondiale, dopo la Turchia - spiega Rosario D’Acunto, presidente dell’Associazione nazionale Città della nocciola, durante il suo intervento a Bologna presso Fico Eatatly World -. Oltre ad essere l'unico Paese a vantare 3 marchi europei di qualità: la Nocciola Igp di Giffoni, la Nocciola Dop Romana e la Nocciola Igp del Piemonte. E' un prodotto di altissimo profilo nutrizionale ed insostituibile nella dieta mediterranea. Via libera quindi alla quantità giornaliera di consumo di nocciola nelle famiglie italiane (si suggeriscono 42 grammi di frutta secca al giorno), nelle scuole e come intermezzo tra un pasto e l’altro per gli sportivi e per tutti coloro che si vogliono bene e vogliono stare in forma".

 
Nocciole, si suggeririsce di consumare 42 grammi al giorno di frutta secca

Dal 1961 al 2016, in base ai dati Fao, c'è stato in Italia un incremento produttivo del 55%
(Fonte foto: ©Grafvision - Fotolia)

Dal 1961 al 2016 l'incremento produttivo in Italia è stato del 55%, passando dalle 55.379 tonnellate alle 120.572 tonnellate. In questo periodo però c'è stata grande variabilità produttiva: il picco è stato nel 1989 con 127.248 tonnellate. Nel mondo invece l'incremento è stato del 313%, passando dalle 179.755 tonnellate del 1961 alle 743.455 tonnellate del 2016 (Fonte dati Fao). In base ai dati Istat la produzione italiana nel 2018 è stata di 145.430 tonnellate: +10,8% rispetto al 2017 e +20% rispetto al 2016. A livello regionale il primo posto è del Lazio con 56mila tonnellate nel 2018 (+12% sul 2017) seguito poi dalla Campania con 42mila tonnellate (+10%), Piemonte con 32mila tonnellate (+3%) e Siclia con 12mila tonnellate (+32%). Nel 2016 la leadership mondiale è stata della Turchia con 420mila tonnellate (circa il 56% della produzione totale), seguita dall'Italia (il 16% della produzione totale). Il Bel Paese ha però un grande potenziale di sviluppo grazie ad un territorio che, da Nord a Sud, è particolarmente vocato alla coltivazione di eccellenti varietà di nocciola.

 
Nocciole, l'Italia è il sedondo produttore mondiale

L'Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole, dopo la Turchia
(Fonte foto: ©MyriamsFotos - Pixabay)

Proprio in quest'ottica s'inserisce l'attività di diverse aziende dolciarie italiane: sviluppare una produzione corilicola 100% made in Italy, attraverso la creazione di un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con gli attori della filiera, a sostegno degli imprenditori agricoli italiani. Il primo elemento è 'Progetto Nocciola Italia', promosso dalla Ferrero Halzelnut Company la divisione interna del Gruppo Ferrero. L’obiettivo auspicato è quello di mettere a dimora 20mila ettari di nuove piantagioni di noccioleto (+30% circa dell’attuale superficie) entro il 2025. Il secondo elemento è 'Noccioleti italiani', un piano a lungo termine in favore delle nocciole creato dalla Loacker in partership con il Gruppo Cattolica assicurazioni e l'Università di Padova. 

Per approfondire alcuni aspetti agronomici e commerciali di questa pianta, e del suo frutto, la Redazione di Plantgest ha intervistato Roberto Botta, Professore di Arboricoltura all'Università di Torino, e Sergio Lasagna, presidente del Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte Igp.
   
 
Nocciole, la frutta secca più consumata al mondo

Oggi in Italia sono coltivati circa 80mila ettari di noccioli
(Fonte foto: ©Grafvision - IStockPhoto)

Prof. Botta nel 2015 secondo Istat gli ettari coltivati a nocciolo in Italia sono stati 71.520. Qual è la situazione oggi?
"In base ai dati aggiornati gli ettari sono circa 80mila - spiega Botta -. La produzione oggi rappresenta circa il 13% di quella mondiale, con prospettive di crescita importanti visto l'aumento dei consumi. La Turchia continua a dominare il mercato. Produzioni significative in Usa, Georgia, Azerbaijan, Spagna, Cile e Cina".

L'Italia oggi esporta oltre 26 mila tonnellate all'anno di nocciole. Quali sono le iniziative per avere un export competitivo?
"La bilancia import/export di nocciole in Italia - continua Botta - pende a favore delle importazioni, perché la nostra forte industria dolciaria deve approvvigionarsi all’estero per soddisfare i propri fabbisogni. Il prodotto italiano è comunque di qualità, e questo consente un certo export. Sarà però necessario fare scelte varietali adeguate e migliorare le tecniche di produzione per essere più competitivi, con attenzione a qualità, produttività e sostenibilità".

 
Un impianto di nocciolo in Piemonte

Un esempio d'impianto di nocciolo in areale piemontese
(Fonte foto: ©Agrion-Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, Ex Creso)


Innovazione varietale come elemento di crescita e di sviluppo. Qual è la situazione nel nocciolo? Come può aiutare il comparto?
"In Italia si coltivano varietà tradizionali - prosegue Botta - e vi sono poche alternative valide. Diverse cultivar italiane hanno caratteristiche che le rendono particolarmente adatte agli usi industriali ma non sono esenti da difetti. Sarebbe interessante sia valutare nuove cultivar ottenute dal miglioramento genetico più recente, sia promuovere programmi di miglioramento genetico italiani che possano garantire il futuro sviluppo della corilicoltura".

Nocciolo e meccanizzazione? Qual è il rapporto oggi in vista anche di una intensificazione della sua coltivazione?
"La moderna gestione del noccioleto - conclude Botta - prevede l’uso di mezzi meccanici praticamente in tutte le fasi della coltivazione, almeno dove possibile. Questo non solo per la maggior efficienza di questi (basi pensare alla raccolta), ma anche per la carenza di mano d’opera che si sta osservando in diverse aree di coltura. Quindi è importante creare impianti fin da subito progettati per la gestione interamente meccanizzata. In prospettiva si potrà arrivare a forme di coltivazione basate sull'agricoltura di precisione che consentano di ridurre ed ottimizzare l’uso delle risorse (acqua, fertilizzanti, diserbanti e pesticidi) diminuendo costi ed impatto ambientale".

 
Nocciola, l'Italia è il secondo produttore mondiale

La meccanizzazione è importante nella coltivazione del nocciolo
(Fonte foto: ©Agrion-Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, Ex Creso)


Per avere informazioni più sull'aspetto commerciale e comunicativo abbiamo voluto confrontarci con Sergio Lasagna, presidente Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte Igp.
"La situazione degli ultimi tre anni per la nocciola Piemonte Igp - spiega Lasagna - è la seguente: al 30 giugno 2016 i quintali utilizzati del raccolto 2015 sono stati circa 53mila (dato stabile da alcuni anni), nel 2017 sono stati circa 99mila del raccolto 2016 e nel 2018 circa 61mila del raccolto 2017. Il trend è in crescita e la differenza tra il 2017 e 2018 è dovuto alla scarsa produzione del raccolto 2017 rispetto il 2016, causato dalla fisiologica alternanza di produzione del nocciolo e da problemi climatici. Per essere competitivi l'aspetto comunicativo è importante. Noi come Consorzio valorizziamo e promuoviamo la Nocciola del Piemonte Igp attraverso la comunicazione e la partecipazione ad eventi di livello regionale, nazionale ed internazionale. Credo che il futuro del Consorzio e della Nocciola Piemonte Igp sia positivo e in crescita, in quanto il consumatore è sempre più attento all'uso di prodotti a marchio Igp e Dop che garantiscono tracciabilità e sicurezza alimentare e legame con il territorio. Dobbiamo difenderci dalle dinamiche globalizzanti e provare a vincere le sfide del futuro continuando ad essere locali nel globale. La nostra Nocciola Piemonte IGP rappresenta cultura e territorio del Piemonte"

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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