2019
27
Reportage
Asparago, inzia una nuova era
L'asparago è un prodotto sempre più consumato e coltivato. Interessante alternativa di reddito, soprattutto se si aumenta la meccanizzazione. Il 29-30 ottobre 2019 ad Angers (Francia) la seconda edizione dell'Asparagus day
L’Italia è il terzo paese produttore di asparago in Europa, in base ai dati Fao del 2017, con una superficie di circa 6.687 ettari ed una produzione di 46.419 tonnellate. Dati positivi che mostrano un comparto in crescita: +6% rispetto al 2010 per superfici coltivate e +7% per quantità raccolte. Ai primi due posti la Germania con 23.190 ettari e 130.881 tonnellate e la Spagna con 13.755 ettari e 63.433 tonnellate. Al mondo complessivamente sono state impiantati 1.559.426 ettari di asparago nel 2017 che hanno prodotto 8.950.306 tonnellate: +9% per ettari coltivati rispetto al 2010 e +14% per quantità. La Cina è il maggiore produttore mondiale con 1.411.578 ettari e 7.843.162 tonnellate. Seguono poi Perù con 32.365 ettari e 383.098 tonnellate ed il Messico con 26.139 tonnellate e 245.681 tonnellate (fonte dati Faostat, 2017).
Diamo uno sguardo alla situazione interna. In Italia la principale regione produttrice è la Puglia che copre il 50% delle superfici complessive. Il suo prodotto è solo verde. Seguono poi il Veneto che rappresenta il 17% delle superfici (80% bianco e 20% verde), la Campania il 7%, Il Lazio il 6% e l'Emilia Romagna il 5% (Fonte dati Cso, triennio 2017-2019). L'asparago biologico è in ascesa e già nel 2017 contava quaso 1.700 ettari coltivati complessivamente in italia, con la Puglia che domina.
Il trend positivo della coltivazione dell'asparago e influenzato dai consumi di questa Liliacea. Gli acquisti al dettaglio di asparago infatti sono incrementati nel 2016 (+13% rispetto al 2015) e nel 2017 (+2% rispetto al 2016). L'asparago ha quindi superato la crisi dei consumi, meglio rispetto ad altri prodotti orticoli. Coltivare asparago oggi per i produttori agricoli è una valida e redditizia alternativa alle colture più tradizionali, grazie anche a cinque aspetti fondamentali: un'elevata Plv ad ettaro, alte rese unitarie, prezzi abbastanza remunerativi, consumi in crescita soprattutto sul prodotto verde (e l'Italia è leader), forte legame con il territorio che ne accresce il valore aggiunto.
L'asparago in Italia è sempre più importante per consumi e coltivazioni
(Fonte foto: © Moritz320 - Pixabay)
Innovazione tecnica, varietale, tecnologica ed agronomica per l'asparago
(Fonte foto: © Pexels - Pixabay)
Un'altra novità che inizia a prendere piede negli ultimi anni è una particolare macchina per lavorare il terreno fino a una profondità di 50-60 cm e che contemporaneamente lo miscela. Ciò è particolarmente efficace nel caso d'impianti in cui le file o bine siano distanti almeno due metri. In questo modo avremo maggiore arieggiamento del suolo, minore rischio di ristagni idrici e riduzione dell'innalzamento annuale della corona dell'apparato radicale (che riduce il numero di gemme che producono turioni). Crescita anche per la tecnica del pirocontrollo, che può aiutare ad avere un minor impatto ambientale riducendo l'uso di sostanze diserbanti.
Diamo uno sguardo alla situazione interna. In Italia la principale regione produttrice è la Puglia che copre il 50% delle superfici complessive. Il suo prodotto è solo verde. Seguono poi il Veneto che rappresenta il 17% delle superfici (80% bianco e 20% verde), la Campania il 7%, Il Lazio il 6% e l'Emilia Romagna il 5% (Fonte dati Cso, triennio 2017-2019). L'asparago biologico è in ascesa e già nel 2017 contava quaso 1.700 ettari coltivati complessivamente in italia, con la Puglia che domina.
Il trend positivo della coltivazione dell'asparago e influenzato dai consumi di questa Liliacea. Gli acquisti al dettaglio di asparago infatti sono incrementati nel 2016 (+13% rispetto al 2015) e nel 2017 (+2% rispetto al 2016). L'asparago ha quindi superato la crisi dei consumi, meglio rispetto ad altri prodotti orticoli. Coltivare asparago oggi per i produttori agricoli è una valida e redditizia alternativa alle colture più tradizionali, grazie anche a cinque aspetti fondamentali: un'elevata Plv ad ettaro, alte rese unitarie, prezzi abbastanza remunerativi, consumi in crescita soprattutto sul prodotto verde (e l'Italia è leader), forte legame con il territorio che ne accresce il valore aggiunto.
L'asparago in Italia è sempre più importante per consumi e coltivazioni
(Fonte foto: © Moritz320 - Pixabay)
La coltivazione parte dalla pianta
La scelta della tipologia di pianta da coltivare è un elemento di scelta molto importante. Gli asparagi si possono coltivare a partire dalle cosiddette 'zampe' oppure partendo dal seme. Se si parte dal seme si pianta a inizio primavera in alveolo per trapiantare successivamente la piantina formata nel terreno. Se invece si parte dalle zampe queste vengono acquistate ed interrate nel terreno ad inizio primavera. "La nostra azienda - spiega Marcello Sbrighi, direttore commerciale di Coviro - da oltre 20 anni è un vivaio specializzato nella produzione di zampe di asparago. Per i territori del sud Italia le nostre principali proposte sono Grande, Atlas, De Paoli UC115, Vegalim, Starlim e Atticus. Per il centro nord Italia, a clima continentale, oltre ad Eros (la più diffusa) suggeriamo varietà come Giove, Franco, Ercole e Magnus. Caso a parte è l'area del Triveneto dove è sviluppata la coltivazione dell'asparago bianco: qui le principali varietà che noi proponiamo sono Grolim e Cumulus".Come serve per coltivarlo?
"Dal punto di vista tecnico e agronomico - continua Sbrighi - occorre una scelta del terreno ottimale, meglio di medio impasto, senza problemi di ristagni idrici. L’asparago non sopporta infatti il ristagno idrico, per cui sono importanti le lavorazioni che favoriscono l’arieggiamento del terreno: le sarchiature che vengono effettuate a mano sulla fila e le erpicature e fresature meccaniche tra le fila. La pianta soffre allo stesso modo lo stress idrico: necessita quindi di costante e frequente irrigazione. I metodi d'irrigazione migliori sono quelli a basso consumo (ad esempio ali gocciolanti interrate) e con possibilità di fertirrigare. Il terreno deve essere preparato per tempo (nel mese di novembre-dicembre). Spesso manca una programmazione adeguata e gli agricoltori decidono all'ultimo momento. Poi è importante la scelta della varietà. Occorre differenziare con varietà idonee sia al tipo di coltivazione (verde, bianco), a maggiore o minore fabbisogno in freddo a seconda della zona climatica, precoci e tardive in modo di allungare il calendario di raccolta. In questi anni sull'aspetto dell'innovazione varietale c'è stato da parte delle ditte sementiere una forte attività di ricerca di nuove varietà. L'asparago è una coltura poliannuale e generalmente occorrono 4 o 5 anni prima che la coltura entri in piena produzione e quindi trovi riscontro anche a livello commerciale".Innovazione tecnica, varietale, tecnologica ed agronomica per l'asparago
(Fonte foto: © Pexels - Pixabay)
Uno sguardo al futuro
Per guardare al futuro con rinnovato vigore l'innovazione rappresenta un elemento trascinante "La nostra azienda - conclude Sbrighi - è in contatto con le maggiori ditte sementiere per testare nuovi materiali. Si sta lavorando anche su prodotti di nicchia come asparago violetto e selvatico di gusto amarognolo. La coltura dell'asparago rimane una coltura che può dare ancora soddisfazione agli agricoltori l'importante è abbinare una corretta gestione agronomica con la gestione commerciale del prodotto. L'asparago è un prodotto mediamente caro per cui occorre trovare far sì che il consumatore quando acquista il prodotto abbia il massimo della qualità e questo si ottiene solo se dal momento della raccolta al banco di vendita venga conservato nel modo giusto. Occorre mantenere il prodotto nel banco refrigerato e avere confezioni che mantengano il giusto grado di umidità, cosa che spesso non accade".Meccanizzare, parola d'ordine
Il successo presente e futuro dell’asparago passa anche dall'innovazione dei processi produttivi. La campagna asparago 2016/17 ha visto la crescita della pratica del trapianto meccanico delle 'zampe' di asparago, grazie ad una particolare trapiantatrice. Questa macchina, in una sola operazione, consente di aprire il solco, posizionare il tubo per l'irrigazione sotterranea o superficiale, mettere a dimora la 'zampa' e ricoprirla con uno strato di circa 10 cm di terreno. In base ai dati forniti nel 2018 durante l'Asparagus day di Cesena (la seconda edizione sarà il 29-30 ottobre 2019 ad Angers) quattro persone sulla macchina con il supporto di un trattorista possono mettere a dimora dalle 25mila alle 35mila 'zampe' in 8 ore di lavoro, con un risparmio economico quantificabile in circa il 25-30% rispetto alla messa a dimora tradizionale.Un'altra novità che inizia a prendere piede negli ultimi anni è una particolare macchina per lavorare il terreno fino a una profondità di 50-60 cm e che contemporaneamente lo miscela. Ciò è particolarmente efficace nel caso d'impianti in cui le file o bine siano distanti almeno due metri. In questo modo avremo maggiore arieggiamento del suolo, minore rischio di ristagni idrici e riduzione dell'innalzamento annuale della corona dell'apparato radicale (che riduce il numero di gemme che producono turioni). Crescita anche per la tecnica del pirocontrollo, che può aiutare ad avere un minor impatto ambientale riducendo l'uso di sostanze diserbanti.
Autore: Lorenzo Cricca
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