RESIDUI CHIMICI SU ORTOFRUTTA, IRREGOLARE SOLO L’1,5%

I consumatori possono dormire sonni tranquilli sui prodotti fitosanitari: dal '92 al 2000 le irregolarità accertate durante i 66 mila controlli sulla quantità di residui chimici presenti nei prodotti ortofrutticoli, si sono abbassate di 4 punti percentuali, passando dal 5,5% a valori che si attestano tra l'1,3 e l'1,5%.

Il dato che attesta l'elevata qualità e la capillarità delle indagini svolte dal ministero per le Politiche agricole e forestali e dalle Regioni a tutela della sicurezza dei consumatori svolte è emerso in occasione dei lavori delle 'Giornate fitopatologiche', che ha avuto luogo a Baselga di Pinè (Tn), su iniziativa di Agrofarma e dell'Università di Bologna.
Nel corso della manifestazione, giunta alla XXIII edizione, aziende, responsabili delle politiche di settore, rappresentanti dei consumatori e ricercatori si confrontano sulle novità della produzione di fitosanitari e della legislazione in materia.
'Sicurezza agroalimentare e prodotti fitosanitari', ha fatto chiarezza su alcuni delicati aspetti della tematica.
'A fronte dei 66 mila controlli eseguiti dal '92 al 2000 su prodotti ortofrutticoli i casi di superamento delle soglie di legge per la presenza di residui chimici non superano ormai l'1,5%' - ha detto Giancarlo Imbroglini, direttore della Sezione difesa piante agrarie dell'Istituto spertimentale per la patologia vegetale del ministero Politiche agricole -
I maggiori finanziamenti che arriveranno dall'Unione europea permetteranno nei prossimi tre anni di svolgere altri 50 mila accertamenti che saranno in grado di fornire tutta la necessaria sicurezza per i consumatori'.
A giudizio di Imbroglini è 'improponibile annullare le irregolarità, ma l'impegno è notevole e lo dimostra l'abbattimento netto delle percentuali di irregolarità rilevate. Imbroglini ha rimproverato i media, 'responsabili - ha affermato - di diffondere informazioni sulle irregolarità riscontrate che sviano l'opinione pubblica'.
Le indagini hanno riscontrato la presenza di residui sul 50% di campioni.
'E il dato - ha spiegato Imbroglini - viene sbandierato in modo da essere valutato come un rischio per il consumatore. E' un'inesattezza che va corretta.
Dobbiamo invece puntare il dito sulle irregolarità che vanno al di sopra dei limiti consentiti".
A chiedere garanzie è stato Gianni Cavinato, segretario generale dell'Associazione consumatori utenti (Acu).
Riferendosi all'obbligo per i produttori di rispettare rigorosamente i tempi di intervallo che devono trascorrere tra l'ultimo trattamento con i fitosanitari, la raccolta e la commercializzazione del prodotto, Cavinato ha detto che 'occorre che vengano rispettati i tempi di sicurezza stabiliti dalla legge, i limiti massimi di residuo e contrastati gli usi impropri (utilizzazione del prodotto fitosanitario dove non è consentito)".
Mancano i finanziamenti e le risorse che sono necessarie per attuare il piano dell'Ue di aggiornamento e monitoraggio. D'accordo su una regolamentazione corretta, tecnico-scientifica è soprattutto l'industria dei fitosanitari.
'Siamo solo preoccupati dalle regolamentazioni locali - dice Giorgio Basile, presidente di Agrofarma - l'ultimo intervento legislativo italiano (Dpr 290 02/08/2001) è in contraddizione con la normativa europea e non fa chiarezza. Viviamo con piacere qualunque tipo di attività agricola e quindi anche il biologico è un modo di fare agricoltura, ma non è certamente il metodo per affrontare in termini risolutori il problema dell'attuale e sempre più evidente mancanza di cibo. La popolazione è in aumento, la superficie coltivabile non può aumentare.
C'è necessità di maggior efficienza, il che vuol dire maggior prodotto per ettaro coltivato. Qui interviene la ricerca, e interveniamo noi'.
Risultati tranquillizzanti arrivano anche dalle analisi dell' 'Osservatorio nazionale residui', che elabora i dati provenienti dalle analisi eseguite in 26 laboratori dislocati sul territorio nazionale. 'Su 22 mila campioni di prodotti ortofrutticoli analizzati nel 2000 - ha detto Carlo Vailati Riboni, direttore dell'Osservatorio - il 60% è privo di residui ed il 38,5% presenta residui entro i limiti di legge.
Solo l'1,5% è irregolare, un dato checonferma la tendenza alla drastica riduzione dei casi irregolari'.

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