Reportage

Uva da tavola, la ripresa di un made in Italy

Per decenni l'uva da tavola è stata eccellenza italiana. Oggi il settore ha perso un pò di smalto. L'esperto Mario Colapietra ci spiega i segreti della sua coltivazione e le principali novità tra le varietà

Uva da tavola, la ripresa di un made in Italy - Plantgest news sulle varietà di piante

Sempre di più negli anni il consumatore cerca varietà dolci, croccanti e senza semi

Fonte immagine: © Uvadatavola.com

L'Italia è il primo produttore europeo di uva da tavola ed il settimo al mondo, con una produzione annua di circa 1 milione di tonnellate su una superficie di circa 47mila ettari. In base ai dati pubblicati da Oiv-Organizzazione internazionale della vigna e del vino nel 2019 l'offerta di uva da tavola nel mondo è stata di oltre 27 milioni di tonnellate (+80% rispetto al 2000), in cui la Cina è leader con 9,5 milioni di tonnellate seguita da Turchia ed India. Complessivamente l'uva da tavola rappresenta il 36% della produzione mondiale di uva in genere (77,8 milioni di tonnellate).

In Italia il principale areale produttivo è la Puglia, regione che rappresentava nel 2016 in base ai dati Istat il 58% delle superfici coltivate in Italia. Segue la Sicilia con il 35% del totale. Dati che indicano che oltre il 90% della produzione italiana è concentrata in due sole aree e in poche provincie: Taranto, Bari e Barletta-Andria-Trani per la Puglia e Ragusa, Agrigento e Catania per la Sicilia. "La coltivazione di uva da tavola - spiega Mario Colapietra, per oltre 40 anni ricercatore presso il Crea-Unità di ricerca sull’uva da tavola e la vitivinicoltura - viene fatta quasi esclusivamente nel sud Italia. Pochi centinaia di ettari sono presenti nel Lazio e in Abruzzo. Possibilità di coltivazione di varietà senza semi è stata accertata su alcuni ettari in Piemonte".

 
Uva da tavola, Victoria con acino di colore bianco
Uva ta tavola della varietà Victoria, raccolta il 13 maggio 2020
(Fonte foto: © Mario Colapietra)

Nell'ultimo biennio la produzione e la successiva commercializzazione di uva da tavola in Italia hanno avuto diverse problematiche, che hanno rallentato lo sviluppo del settore. Tra le principali cause ci sono le condizioni climatiche avverse (vento, grandine, siccità e sbalzi termici in primis) e l'incapacità del settore di cogliere il cambiamento dei gusti dei consumatori che ha portato l'Italia ha perdere quote di mercato. Se infatti prendiamo quest'ultimo aspetto all'inizio degli anni duemila il mercato europeo (che rappresenta il principale mercato per l'Italia) iniziò a preferire le uve apirene, cioè senza semi. La produzione italiana non colse questa evoluzione e non riconvertì la propria produzione, rimando legata a vecchie varietà (l'Italia in primis) e vecchie tecniche di produzione. Negli ultimi anni però la situazione sta pian piano cambiando. I risultati sono incoraggianti: al viticoltore, mediamente, il prezzo riconosciuto per kg di uva apirena è il 50-100% in più rispetto a quello delle uve con seme. "Tutte le nuove varietà senza semi - dice Colapietra - sono brevettate e questo ne condiziona la coltivazione e porta molti viticoltori a preferire varietà prive di brevetto vegetale (o scaduto) per non sottoporre i propri vigneti e la propria produzione di uva alle condizioni dei possessori dei brevetti vegetali".

"Quest'anno - prosegue Colapietra - la produzione siciliana ha aperto i battenti a metà maggio, con l'arrivo sui mercati dell'uva Igp di Mazzarrone. L’uva è risultata di ottima qualità: acini grossi, di ottima colorazione gialla e dal contenuto elevato di zuccheri (14 °Brix). Per ottenere queste produzioni precoci l'uva da tavola viene allevata principalmete a tendone e in serre metalliche senza riscaldamento e coperte con teli di polietilene. Vengono utilizzati biostimolanti naturali per anticipare la schiusura delle gemme e favorire poi la maturazione dell’uva. Le principali varietà sono Victoria (acino bianco) e Black Magic (acino nero), entrambi con i semi e ritenute ancora valide dai produttori". La Sicilia è l'areale perfetto per caratteristiche climatiche per ottenere la maturazione precoce. Un periodo quello di maggio-giugno che risulta essere il più favorevole a livello commerciale perché l’offerta internazionale è ridotta ed i prezzi sono elevati.

 
Black Magic, varietà di uva ta tavola a grappolo di colore nero e con semi
Black Magic, varietà ad acini colore nero e con semi raccolta in Puglia
(Fonte foto: © Mario Colapietra)

"Anche in Puglia esiste una raccolta anticipata - spiega Colapietra -. Quest'anno è iniziata a metà giugno con i primi limitati quantitativi coltivati a Nardò, in provincia di Lecce. Qui la coltivazione di uva da tavola avviene con strutture a tendone all'interne di serre riscaldate durante il periodo invernale. In questi giorni si stanno raccogliendo i vigneti di Black Magic situati a Mola di Bari, in prossimità delle coste adriatiche". Dall’inizio di luglio comincerà la raccolta di rilevanti quantitativi di uva siciliana e pugliese, per coprire il periodo produttivo più corposo e standard.
 

Acqua, elemento determinante

Nella coltivazione dell’uva da tavola l’acqua è un fattore di produzione fondamentale, soprattutto nelle regioni del Sud Italia dove le fasi di maggior richiesta idrica coincidono con periodi di siccità. Per massimizzare l'uso dell'acqua e la sua efficienza l’irrigazione a goccia, e più in generale la microirrigazione, è ad oggi la migliore tecnica irrigua disponibile nella coltivazione dell’uva da tavola. Tante aziende propongono soluzioni, che comprendano tutti i principali elementi: filtro, condotte, valvole, contatori, iniezione fertirrigua ed ala gocciolante. Da segnalare che oggi per l'uva da tavola cresce l'interesse per la subirrigazione, per ottenere una distribuzione localizzata e dalle alte performance.

 
Coltivazione di uva da tavola in serra in regione Puglia
Coltivazione di uva da tavola in serra in regione Puglia
(Fonte foto: © Mario Colapietra)


Uno sguardo alle novità varietà

Moltissime sono le nuove varietà di uva da tavola, sopratutto tra le apirene. Di seguito vengono segnalate quelle con accertato valore, produzione costante, minore necessità d'effettuare il diradamento delle bacche, buon sviluppo dei grappoli, precocità di maturazione dell’uva, adattamento allo stress climatico. Si parte da una varietà senza semi molto nota: la Sugraone* Superior seedless®. E' caratterizzata da bacche di colore giallo intenso, grappoli molto sviluppati e da ridotta necessità di diradamento. Un'altra varietà è la Sugrathirteen* Midnight Beauty®: precoce, grappoli grandi e di colore nero, e con acini allungati, sodi, croccanti, uniformi e di buon sapore. Altre proposte sono le varietà del gruppo Arra®, tutte senza semi e dall'elevato livelli in zuccheri (da 18 a 30 °Brix). Tra tutte possiamo ricordare la precocissima Arra 30* Sugar Drop®. E' necessario ricordare la varietà a maturazione precoce Summer Royal*, che potrebbe nei prossimi anni sostituire Victoria e Black Magic nelle serre.

Altra varietà a maturazione precoce è la Mistery*, con acini bianchi e privi di semi. Si adatta ai diversi sistemi di protezione. Gradita da molti mercati dell’Italia settentrionale. È allevata con la nuova forma di allevamento ad ipsilon, alternativa al tradizionale tendone. Questa forma d'allevamento permette una migliore esposizione dei grappoli e dei tralci alle radiazioni solari, ottenendo così un miglioramento della fertilità delle gemme ed una riduzione delle sfogliature. Non possiamo dimenticare Regal Seedles*, Crimson rosa*, Autumn Giant* e Scarlet Royal rosa*.

Per maggiori informazioni sulla coltivazione dell'uva da tavola e sulla su innovazione varietale è possibile consultare la sezione dedicata cliccando qui.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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