2020
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Come fare per…
Asparago, coltivazione e varietà
L'asparago è una pianta in crescita in Italia e nel mondo, sia per consumi che per produzione. Ma cosa serve per coltivarlo? Quali sono le principali varietà? La redazione di Plantgest vi aiuta a rispondere a queste domande
La produzione ed i consumi di asparago in Italia sono in crescita. Questo ha permesso all'asparago made in Italy di ottenere un trend positivo nel valore e nell'export, con prospettive di ulteriore sviluppo nel futuro. In base ai dati Faostat nel 2018 sono stati coltivati 6.863 ettari per una produzione di circa 49mila tonnellate: nel 2017 gli ettari erano 5.564 e le tonnellate erano oltre 35mila. Con questi dati l'Italia è oggi al terzo posto come produttore in Europa, preceduta da Germania con oltre 133mila tonnellate e da Spagna con circa 68mila tonnellate all'anno. Questi tre Pesi europei sono preceduti a livello mondiale solo da altri tre Paesi: Cina con 7.982.230 tonnellate, Perù con 360.630 tonnellate e Messico con 277.682 tonnellate.
A livello mondiale, sempre secondo Faostat, gli ettari coltivati ad asparago nel 2018 sono stati 1.584.544 per una produzione di 9.108.203 tonnellate: +8% per superfici e +14% per quantità. Se guardiamo internamente, in base ai dati del Cso-Centro servizi ortofrutticoli, la regione che detiene il primato produttivo è la Puglia (mediamente più del 50% del totale nel triennio 2017-2019), segue il Veneto col 17%, il Lazio e la Campania entrambe posizionate al 7% e l'Emilia-Romagna al 6%. In linea generale nei nostri areali c'è una netta prevalenza alla produzione di asparago verde, mentre negli altri Paesi europei ed extra europei è l'asparago bianco quello principalmente coltivato.
Questo trend crescente è dovuto principalmente da cinque elementi: un'elevata Plv ad ettaro, alte rese unitarie, prezzi abbastanza remunerativi, consumi in crescita soprattutto sul prodotto verde (e l'Italia è leader), forte legame con il territorio che ne accresce il valore aggiunto. L'Italia sta crescendo nell'export. Il volume, in base ai dati del Cso, è passato dalle mille tonnellate del 2006 alle 8mila tonnellate del biennio 2017-2018: per un valore di oltre 27 milioni di euro. I principali mercati di destinazione sono Germania ed Austria (da sole rappresentano il 35% del volume) seguite poi da Svizzera, Svezia, Francia e Danimarca. Se guardiamo l'import il volume è mediamente di poco superiore alle 4mila tonnellate annue, pari ad un valore di circa 15 milioni di euro. Il principale fornitore rimane la Spagna con circa il 40% dei volumi: seguono poi Francia, Olanda, Germania e Grecia. Più limitatamente Perù e Messico, ma in contro stagione.
In Italia c'è prevalenza produttiva dell'asparago verde, rispetto al bianco
(Fonte foto: © Moritz320 - Pixabay)
"L'asparago rappresenta un'interessante possibilità produttiva e di reddito per l'agricoltore italiano - spiega Lucilla Danesi, responsabile commerciale fragola ed asparago dell'azienda vivaistica Geoplant Vivai -. La scelta di approcciarci alla commercializzazione di zampe di asparago nasce dalla crescente richiesta dei nostri clienti, fragolicoltori in primis. Inoltre l'asparago e la fragola sono due piante vivaisticamente affini: quando si finisce di raccogliere le fragole frigoconservate si inizia la raccolta delle zampe d'asparago. In questo modo possiamo allungare il nostro processo lavorativo e gestire al meglio i costi di produzione".
Ma cosa serve per coltivare l'asparago? Per prima cosa è importante sapere che si può coltivare a partire dalle cosiddette 'zampe' (le radici dell'asparago) oppure partendo dal seme. In base a quanto appare sul sito web di Geoplant Vivai è importante selezionare terreni ben drenati, privi di ristagni d’acqua, con pH di 6-8 e con salinità non superiore a 8 mS/cm. Se si parte dal seme si pianta ad inizio primavera in alveolo per trapiantare successivamente nel terreno la piantina che si è formata. Se invece si parte dalle zampe queste vengono acquistate o prodotte in semenzaio da seme ed interrate poi nel terreno ad inizio primavera (tra febbraio ed aprile) su fila singola, sul fondo del solco, distanziate l’una dall’altra di circa di 30 cm (3 zampe per metro lineare), ricoprendole poi con alcuni cm di terreno. La distanza fra le file varia da 100 a 120 cm per l’asparago verde, viola e selvatico; da 150 a 200 cm per il bianco. Alla fine del primo anno d’impianto si suggerisce la raccolta di soli 2-3 asparagi per pianta, per favorire l’irrobustimento dell’asparagiaia. Dal terzo anno in poi, con la piena produzione, è possibile raccogliere molti più turioni per pianta. L’asparago si raccoglie nei mesi tra aprile e metà giugno. Per il bianco, nel primo anno d’impianto, si ricopre il solco man mano che la vegetazione si sviluppa; nel secondo anno, a inizio primavera, si dovranno stendere sull’asparagiaia ulteriori 20-30 cm di terreno. Una buona baulatura è indispensabile allo sviluppo dell’asparago bianco, che deve crescere in ambiente privo di luce".
Per maggiori informazioni è possibile visitare la sezione dell'asparago nel sito web di Geoplant vivai.
La scelta varietale rappresenta un aspetto molto importante per l'ottenimento di una corretta produzione di asparago e del suo successo sul mercato. Le varietà consigliate nel 2020 dalla Regione Emilia Romagna nel disciplinare di produzione integrata, pubblicato a fine febbraio 2020, sono: Eros*, Franco*, Giove*, Ercole*, Athos* e Vittorio*. Sesto d'impianto tra le file 120-140 cm, sulla fila 30-35 cm e densità di 20-28mila piante ad ettaro. E le varietà che consiglia la Geoplant Vivai? In base a quanto presente nel catalogo prodotti consultabile su www.zampediasparago.it sono: per i climi continentali ci sono Cumulus*, Ercole*, Franco*, Giove*, Grolim*, Eros*, Violetto d'Albenga* e Selvatico montino*; per i climi mediterranei ci sono Starlim*, Grande* e Vegalim*.
A livello mondiale, sempre secondo Faostat, gli ettari coltivati ad asparago nel 2018 sono stati 1.584.544 per una produzione di 9.108.203 tonnellate: +8% per superfici e +14% per quantità. Se guardiamo internamente, in base ai dati del Cso-Centro servizi ortofrutticoli, la regione che detiene il primato produttivo è la Puglia (mediamente più del 50% del totale nel triennio 2017-2019), segue il Veneto col 17%, il Lazio e la Campania entrambe posizionate al 7% e l'Emilia-Romagna al 6%. In linea generale nei nostri areali c'è una netta prevalenza alla produzione di asparago verde, mentre negli altri Paesi europei ed extra europei è l'asparago bianco quello principalmente coltivato.
Questo trend crescente è dovuto principalmente da cinque elementi: un'elevata Plv ad ettaro, alte rese unitarie, prezzi abbastanza remunerativi, consumi in crescita soprattutto sul prodotto verde (e l'Italia è leader), forte legame con il territorio che ne accresce il valore aggiunto. L'Italia sta crescendo nell'export. Il volume, in base ai dati del Cso, è passato dalle mille tonnellate del 2006 alle 8mila tonnellate del biennio 2017-2018: per un valore di oltre 27 milioni di euro. I principali mercati di destinazione sono Germania ed Austria (da sole rappresentano il 35% del volume) seguite poi da Svizzera, Svezia, Francia e Danimarca. Se guardiamo l'import il volume è mediamente di poco superiore alle 4mila tonnellate annue, pari ad un valore di circa 15 milioni di euro. Il principale fornitore rimane la Spagna con circa il 40% dei volumi: seguono poi Francia, Olanda, Germania e Grecia. Più limitatamente Perù e Messico, ma in contro stagione.
In Italia c'è prevalenza produttiva dell'asparago verde, rispetto al bianco
(Fonte foto: © Moritz320 - Pixabay)
"L'asparago rappresenta un'interessante possibilità produttiva e di reddito per l'agricoltore italiano - spiega Lucilla Danesi, responsabile commerciale fragola ed asparago dell'azienda vivaistica Geoplant Vivai -. La scelta di approcciarci alla commercializzazione di zampe di asparago nasce dalla crescente richiesta dei nostri clienti, fragolicoltori in primis. Inoltre l'asparago e la fragola sono due piante vivaisticamente affini: quando si finisce di raccogliere le fragole frigoconservate si inizia la raccolta delle zampe d'asparago. In questo modo possiamo allungare il nostro processo lavorativo e gestire al meglio i costi di produzione".
Ma cosa serve per coltivare l'asparago? Per prima cosa è importante sapere che si può coltivare a partire dalle cosiddette 'zampe' (le radici dell'asparago) oppure partendo dal seme. In base a quanto appare sul sito web di Geoplant Vivai è importante selezionare terreni ben drenati, privi di ristagni d’acqua, con pH di 6-8 e con salinità non superiore a 8 mS/cm. Se si parte dal seme si pianta ad inizio primavera in alveolo per trapiantare successivamente nel terreno la piantina che si è formata. Se invece si parte dalle zampe queste vengono acquistate o prodotte in semenzaio da seme ed interrate poi nel terreno ad inizio primavera (tra febbraio ed aprile) su fila singola, sul fondo del solco, distanziate l’una dall’altra di circa di 30 cm (3 zampe per metro lineare), ricoprendole poi con alcuni cm di terreno. La distanza fra le file varia da 100 a 120 cm per l’asparago verde, viola e selvatico; da 150 a 200 cm per il bianco. Alla fine del primo anno d’impianto si suggerisce la raccolta di soli 2-3 asparagi per pianta, per favorire l’irrobustimento dell’asparagiaia. Dal terzo anno in poi, con la piena produzione, è possibile raccogliere molti più turioni per pianta. L’asparago si raccoglie nei mesi tra aprile e metà giugno. Per il bianco, nel primo anno d’impianto, si ricopre il solco man mano che la vegetazione si sviluppa; nel secondo anno, a inizio primavera, si dovranno stendere sull’asparagiaia ulteriori 20-30 cm di terreno. Una buona baulatura è indispensabile allo sviluppo dell’asparago bianco, che deve crescere in ambiente privo di luce".
Per maggiori informazioni è possibile visitare la sezione dell'asparago nel sito web di Geoplant vivai.
La scelta varietale rappresenta un aspetto molto importante per l'ottenimento di una corretta produzione di asparago e del suo successo sul mercato. Le varietà consigliate nel 2020 dalla Regione Emilia Romagna nel disciplinare di produzione integrata, pubblicato a fine febbraio 2020, sono: Eros*, Franco*, Giove*, Ercole*, Athos* e Vittorio*. Sesto d'impianto tra le file 120-140 cm, sulla fila 30-35 cm e densità di 20-28mila piante ad ettaro. E le varietà che consiglia la Geoplant Vivai? In base a quanto presente nel catalogo prodotti consultabile su www.zampediasparago.it sono: per i climi continentali ci sono Cumulus*, Ercole*, Franco*, Giove*, Grolim*, Eros*, Violetto d'Albenga* e Selvatico montino*; per i climi mediterranei ci sono Starlim*, Grande* e Vegalim*.
Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata