Mango, i segreti per coltivarlo al meglio

Il mango è il re dei frutti tropicali e tra le nuove piante più coltivate in Sicilia: colore e sapore i suoi punti di forza. Ma cosa serve per coltivarlo? Vediamo quali sono i consigli per la gestione perfetta

Mango, i segreti per coltivarlo al meglio - Plantgest news sulle varietà di piante

Mango, il re dei frutti tropicali ed esotici che oggi viene coltivato in Sicilia con grande successo per i consumatori

Fonte immagine: © Sicilia avocado

Il mango (Mangifera indica L.) è una pianta arborea sempreverde originaria delle aree comprese fra India e Birmania. Ad oggi rappresenta circa la metà della produzione totale di tutti i frutti esotici. Viene coltivato principalmente nei paesi tropicali dai quali viene esportato in Europa, anche se negli ultimi anni si sta assistendo ad un aumento esponenziale delle superfici coltivate e delle produzioni in ambito mediterraneo, Sicilia in primis.

La coltivazione di questa pianta nei nostri ambienti del Sud Italia è stata possibile grazie ad un clima ed un ambiente adatto alla sua produzione. "Variabili ambientali - spiega Vittorio Farina, docente di Frutticoltura tropicale e subtropicale all'Università di Palermo e coordinatore del gruppo di lavoro Frutti tropicali e subtropicali della Soi -, prima tra tutte la temperatura, che influiscono sulla risposta vegeto-produttiva e sulla qualità dei frutti, ma anche sulle scelte colturali e sull'applicazione delle tecniche agronomiche. Questo frutto essendo made in Sicily beneficia di una filiera più corta, vista la vicinanza dei mercati di riferimento, e viene raccolto ad uno stadio più avanzato di maturazione - e migliore - che ne determina una migliore qualità gustativa e nutrizionale, incontrando un ampio consenso del consumatore".

Il mango, come altri frutti tropicali, diventa così un'alternativa alle tradizionali colture (drupacee ed agrumi) ormai in crisi. I primi studi su questa pianta esotica hanno origine negli anni Ottanta, grazie al lavoro del professor Calabrese. Successivamente con il lavoro e la passione di alcuni pionieri, ad esempio come Pietro Cuccio della Cupitur Srl, è stato possibile investire su questo frutto, creando i primi impianti industriali. Oggi la Cupitur Srl è un’azienda agricola leader in Italia nella produzione di frutta tropicali e sub tropicali e continua l'attività di collaborazione con l'Università di Palermo. 
 

Cosa serve per coltivarlo?

"Per la realizzazione dell'impianto - continua Farina - si preferisce procedere in primavera, per evitare di mettere a dimora le piante in presenza di basse temperature invernali o ritorni di freddo. Il terreno da preferire è quello sabbioso-limoso, con pH tra 5,5 e 7,5, e con un buon drenaggio. Terreni prevalentemente argillosi possono causare stentata crescita e danni alle piante, ma si può ovviare a questo con la baulatura. I sesti possono variare da 5-6 x 3-4 metri (forma in piramide) fino a 3-4 x 1-2 metri (allevate a spalliera) a seconda della combinazione cultivar-portinnesto. Un importante accorgimento è l'uso di frangivento, naturali o artificiali, per scongiurare danni da freddo e, nelle zone più esposte, di una ulteriore copertura della chioma con tessuto non tessuto dalla fine dell'autunno all'inizio della primavera". Ruolo nello sviluppo del settore e nell'assistenza tecnica alle aziende lo ha avuto la Regione Sicilia con il Dott. Claudio Monfalcone, dirigente tecnico dell'assessorato regionale all'Agricoltura.
 
Fioritura del mango in areale produttivo siciliano
Fioritura del mango in areale produttivo siciliano
(Fonte foto: © Cupitur Srl - Furiano Messina)

"Durante la fase di allevamento e produzione alla ripresa vegetativa - continua Farina - va prevista una concimazione a base azotata, di cui ulteriori apporti possono essere previsti all'inizio dello sviluppo del frutto e immediatamente dopo la raccolta, evitando però eccessi che potrebbero creare un'elevata vigoria ma anche un decremento qualitativo dei frutti. All'inizio della primavera o dell'inverno si possono dare apporti fosfatici in base ai risultati dell'analisi fogliare. Per il potassio è preferibile somministrarlo in primavera e solo all'occorrenza. Per quanto concerne l'irrigazione: nel caso di suoli a prevalenza sabbiosa bisognerà prevedere interventi più frequenti nel tempo, con turni brevi (anche più volte al giorno in concomitanza di stagioni estive secche) ed apporti unitari quantitativamente più limitati; al contrario in terreni più pesanti i turni saranno più lunghi con apporti tali da evitare ristagni. Le lavorazioni del suolo devono essere superficiali, evitando di danneggiare le radici assorbenti che si trovano localizzate nei primi 30-50 cm di profondità"

"È inoltre proficuo l'utilizzo d'inerbimenti controllati nell'interfilare o di pacciamatura del suolo con teli plastici che permettono di mantenere alta l'umidità del terreno e intatta la sua struttura. Durante la stagione produttiva occorre eliminare i rami improduttivi, quelli troppo bassi con direzione non appropriata (anche verticale), secchi o malati. Una pratica necessaria in alcune cultivar precoci consiste nella rimozione manuale delle infiorescenze terminali per evitare che queste, andando incontro alle basse temperature, subiscano danni irreversibili e frutti abortiti, per stimolare così una nuova emissione. Trattamenti specifici sono utilizzati per combattere l'antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides), l'oidio (Oidium mangiferae) e la necrosi apicale causata da Pseudomonas syringae".

In Italia le varietà più coltivate sono Glenn, Keitt, Kent, Tommy Atkins, Osteen, Maya, Irwin e Kensington Pride che presentano un calendario di maturazione che va da agosto a novembre. Tutte vanno innestate su Gomera 3, un portinnesto affermato in tutto il mondo.
 
Frutti del mango nella fase del cambio colore in areale produttivo siciliano
Frutti del mango nella fase del cambio colore in areale produttivo siciliano
(Fonte foto: © Cupitur Srl - Furiano Messina)
 

Uno sguardo all'investimento economico

L'acquisto delle piante ricopre una parte piuttosto rilevante in termini di costi preliminari. "E' molto importante partire da un ottimo materiale vivaistico - prosegue Farina - per rispondenza varietale, combinazione d'innesto, aspetti fitosanitari e qualità delle piante. Anche se all'inizio può apparire onerosa risulterà determinante per la buona riuscita dell'impianto. Meglio scegliere varietà già diffuse e ben adattate all'area di coltivazione in combinazione con portinnesti clonali (il Gomera 3 è l'unico ad oggi usato in Italia) che assicurano la migliore adattabilità alle particolari condizioni pedoclimatiche".

"Importante è anche l'età della pianta e la forma della chioma che deve garantire l'ottenimento di quattro branche principali, ben orientate nello spazio in modo da coprire uniformemente tutte le direzioni, lunghe e pendenti ma conformate in modo da evitare il contatto dei frutti con il suolo. Per i primi tre anni si procederà ad una spuntatura dei rami principali per favorire la ramificazione della pianta, eliminando anche le infiorescenze in modo da permettere l'emissione di germogli vegetativi. Questo causerà un mancato ricavo dovuto alla necessaria perdita della produzione, ma garantirà la formazione di uno scheletro adeguato alla pianta".

"Altri costi riguardano i frangivento e la sistemazione del suolo con eventuale baulatura e pacciamatura. Tra le tecniche colturali, senza voler tralasciare nutrizione minerale, irrigazione con relativi impianti e potatura, l'operazione più onerosa è la raccolta che viene operata rigorosamente a mano e necessariamente in più stacchi vista la scalarità di maturazione dei frutti. Un altro costo importante da considerare è quello legato al packaging e alla gestione del postraccolta".

"A fronte di tali investimenti, il sempre maggiore interesse del consumatore europeo verso un mango di qualità e rispettoso dell'ambiente determina un'alta quotazione di mercato del prodotto italiano sia all'interno di una nicchia di consumi d'élite che nella commercializzazione in Gdo con una proficua remunerazione per il produttore. Ciò è reso possibile dalla raccolta di frutti maturati sulla pianta (ripen on tree) che li rende più graditi al consumatore rispetto a quelli provenienti dai paesi extra-europei, nonché dalla vicinanza dei mercati di riferimento (km 0), che vengono raggiunti in un tempo molto più breve riducendo, in tal modo, anche l'impatto ambientale (impronta carbonica) legato al trasporto ed alla difficile gestione del postraccolta"
.
 
Mango dell'Etna, un mango d'eccellenza made in Sicily
Etna Mango, un mango sensazionale per mancanza di fibre, ottimo profumo ed aspetto e dolcezza
(Fonte foto © Sicilia Avocado)

 

Diamo un'occhiata alla ricerca

Sul fronte della ricerca, presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali dell'Università degli Studi di Palermo sono state condotte numerose attività (vedi bibliografia) alcune delle quali sono ancora in corso. "In particolar modo - conclude Farina - gli studi intrapresi, incentrati sull'introduzione di nuove cultivar per ampliare offerta e calendario di maturazione, si sono basati sul confronto dei diversi stadi fenologici che caratterizzano lo sviluppo biologico del mango con le variabili climatiche, in particolare con temperatura e umidità. Sono ormai acclarate le criticità in termini di temperature minime per le piante, mentre si stanno ancora osservando le dinamiche puntuali di crescita del frutto in funzione delle caratteristiche ambientali e degli input esterni, sia in pieno campo che in coltura protetta".

"La qualità dei frutti è stata ampiamente indagata evidenziando le caratteristiche di eccellenza, anche in termini nutraceutici, determinate dalla maturazione sulla pianta (tree ripe). Gli studi effettuati sulla gestione del postraccolta hanno evidenziato le criticità di questo frutto di fronte a basse temperature proponendo possibili interventi correttivi. Infine alcune linee di ricerca hanno riguardato il comportamento del mango di quarta gamma"
.

Si segnala che sono stati appena finanziati, sulla misura 16.1 del Piano di sviluppo rurale della Regione Sicilia (Psr 2014-2020), due progetti di ricerca di durata triennale rispettivamente dal titolo "Innovazioni genetiche, colturali e postraccolta per la filiera del mango in Sicilia" e "Tecnologie innovative di processo e di prodotto standardizzate e certificate per la filiera dei frutti tropicali". Gli obiettivi posti sono quelli di valorizzare il mango prodotto in Italia attraverso l'introduzione di innovazioni genetiche (certificazione e identità del materiale vivaistico), colturali (gestione sostenibile e precision farming) e di postraccolta (qualità e allungamento della shelflife) attraversando tutte le fasi della filiera produttiva from farm to fork.
 
Mango, Papamango è un'azienda siciliana che produce mango made in Sicily
Papamango è un marchio siciliano specializzato nella produzione di mango italiano
(Fonte foto: © www.papamango.it)

 

Papamango, qualità e rispetto

"L'azienda agricola Bianco Rosalia si trova fra i monti del Parco dei Nebrodi - spiega Vincenzo Amata-, a pochissimi metri dal mare, nel comune di Sant'Agata di Militello (Me) e si estende per circa 13 ettari. Di questi ettari circa quattro sono coltivati a mango. La coltivazione dei frutti tropicali è in espansione: per questo motivo stiamo ampliando la superficie coltivata attraverso nuovi impianti di mango e la realizzazione d'impianti a papaya, frutto della passione (passion fruit) e avocado. Il nostro lavoro e la nostra passione ci permettono di produrre un frutto dalle qualità sensoriali superiori. Lo coccoliamo, lo rispettiamo e lo proteggiamo in tutte le fasi della sua crescita nel massimo rispetto dell'ambiente: il risultato è un frutto dai colori vivaci, dal profumo intenso e dalla polpa dolce e succosa".

"Le varietà che abbiamo scelto sono Kensington Pride, Maya, Glenn, Kent, Osteen, Iewin e Sensation, che ci permettono di avere prodotto con continuità da agosto a novembre. Con l'Università di Palermo stiamo sperimentando la coltivazione del mango coperto, che grazie a dei teli speciali potrebbe permetterci di avere frutti già a fine luglio-inizio agosto"
. Il terreno dell'azienda è franco-sabbioso, leggero e ricco di sostanza organica. Per l'irrigazione si usa un impianto di fertirrigazione a goccia. "Non c'è sperpero d'acqua perché è un'irrigazione mirata. Inoltre l'impianto di irrigazione a goccia mi toglie il problema di dover tagliare l'erba continuamente. Il mango necessita di molta acqua, ma dipende molto dal clima. D'estate a volte irrighiamo due volte a settimana e altre tre volte a settimana".
 

Il mango dell'Etna

“Il nostro mango è sensazionale - spiga Andrea Passanisi, titolare di Sicilia Avocado e Mango dell'Etna -. I nostri clienti ne sono entusiasti per la mancanza di fibre, per il profumo intenso, l'aspetto attraente, l'omogeneità della colorazione e la dolcezza. Caratteristiche che siamo in grado di dare grazie al terreno, al clima e all'acqua del nostro territorio: un terreno vulcanico permeabile e ricco di nutrienti, con acqua purissima raccolta da un pozzo romano profondo 130 metri ed un micro-clima mite. Oggi realizziamo anche mango bio, un'esclusiva a livello nazionale. Le varietà che abbiamo scelto sono Glenn, Irwin, Kent e Keitt. Per noi il 2020 è stato un ottimo anno. Il 2021 è però ancora un'incognita a causa degli effetti che la pandemia potrebbe portare sul consumo di questi frutti tropicali e dell'andamento climatico che potrebbe creare danni o scarsa produzione".

Si segnala che la Soi, renderà disponibili nel 2021 una serie di webinar, che si terranno tutti tramite la piattaforma Zoom. Questi webinar saranno gratuiti per tutti i soci Soi che hanno confermato l'iscrizione per l'anno 2021 mentre per i non soci Soi saranno a pagamento al costo di 30 (trenta) euro più Iva per ciascun webinar.

Con cadenza trimestrale AgroNotizie ospita un articolo sulla frutta tropicale e subtropicale. Un approfondimento su mercato, tecnica di coltivazione e ricerca scritto da Vittorio Farina dell'Università di Palermo con la collaborazione della Soi, Società ortoflorofrutticoltura italiana. Leggi tutti gli articoli nel tema caldo di AgroNotizie 'frutti tropicali e sub-tropicali'. Chi fosse interessato ad approfondire i temi legati ai frutti tropicali può visitare la pagina Facebook 'Frutta tropicale e subtropicale' ed il web site www.soihs.it

Bibliografia
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Autore: Lorenzo Cricca

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