Reportage

Girasole, un sole per l'agricoltura italiana

Il girasole è una tra le principali piante oleginose, settore che sta crescendo molto grazie alle politiche agricole di sostegno ed alle nuove opportunità di mercato. L'innovazione è la parola chiave per un ulteriore step evolutivo

Girasole, un sole per l'agricoltura italiana - Plantgest news sulle varietà di piante

Le nuove varietà permettono di avere maggiore resa, nuovi sbocchi commerciali, maggiore sostenibilità economica ed ambientale

Fonte immagine: © Sergii Figumyi - Adobe stock

Nel 2020 sono stati oltre 120mila gli ettari seminati a girasole (+3,5% rispetto al 2019) per un produzione di 298mila tonnellate (+1,7 rispetto al 2019), una delle principali colture oleaginose del nostro Paese. Il girasole può essere usato anche nella produzione di biomassa e di biocarburante. Le Regioni dove questa coltura è più diffusa sono Marche (leader in Italia), Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Piemonte: complessivamente rappresentano il 98% della produzione totale. Una superficie però che non sostiene la quantità di materia prima necessaria alla richiesta dell’industria di trasformazione, sia per uso alimentare che per uso energetico. La maggiore quantità importata arriva dai paesi dell'Est Europa (Romania, Ungheria e Bulgaria in primis). Per questo motivo l'Italia è un importatore di semi di girasole, anche con valori consistenti. Il 31 marzo 2021 questa coltura ed il suo settore sono stati protagonisti del convegno 'Il futuro del girasole in Italia: le prospettive della coltura tra nuova PAC, mercato e ricerca', promosso da Assosementi e dal Crea.

Il crescente trend produttivo in Italia è però minore rispetto a quello che avviene in Europa, dove per il 2021 è stimata una produzione di circa 10,6 milioni di tonnellate (+ 6,6% rispetto al 2020). Si sottolinea che i Paesi dell'Unione europea sono i principali consumatori do olio di girasole ed i principali importatori. Dal convegno del 31 marzo è emerso che la produzione europea di proteine vegetali è fortemente insufficiente rispetto al fabbisogno del settore e dei consumatori. Ed è da qui che nasce la richiesta d'incrementare le superfici dedicate ai semi oleosi in genere nei prossimi anni, e dove il girasole rappresenta un protagonista assoluto assieme alla soia e a il colza. Scarica le presentazioni e guarda il video dell'evento al web site di Assosementi, dove potrete approfondire alcuni temi legati alle problematiche di questo settore ed al suo possibile sviluppo.

“Dobbiamo diversificare le modalità della logistica e l’origine dell’import - spiega Enrico Zavaglia, vicepresidente Assitol - evitando le scorte basse e aumentando la nostra produzione. Questo riguarda direttamente la filiera, che è chiamata a crescere, con l’obiettivo di rilanciare la produzione di oleaginose in Italia e nella Ue”. Non dimentichiamo che il consumatore italiano oggi guarda con grande attenzione all’origine del prodotto, alla qualià, al rispetto dell’ambiente ed alla sostenibilità delle produzioni. Questi aspetti si sposano molto bene con la filosofia dell’industria italiana degli oli da semi che vanno così resi essenziali nella produzione italiana e vanno valorizzati al meglio nel processo di educazione e consapevolezza del consumatore. Un cuore ‘green’ che può essere maggiormente sostenuto ed evidenziato.

 
Campo di girasoli
L'innovazione varietale può essere leva per una crescita ulteriore del settore
(Fonte foto: © WikiImages_Pixabay)
 
Visto la crescente domanda e la quantità di prodotto importato i margini per la crescita ci sono, ma per farlo è necessario che il comparto diventi più competitivo e riesca a coinvolgere tutti gli attori interessati della filiera. Spesso però il girasole è rimasto relegato al ruolo di coltura secondaria, più utile a riempire i vuoti di terreni marginali e come risposta alle opportunità previste dalla PAC. "Il ruolo del girasole sta cambiando - ha detto nel convegno Gabriele Canali, direttore del Crefis -. Dalle colline del centro Italia si sta espandendo al nord Italia, con rese che stanno aumentando. Questo passaggio necessita un'evoluzione strutturale ed efficace delle relazioni contrattuali e commerciali nella filiera". Il principale problema che le aziende agricole manifestano è il prezzo non sempre all'altezza e poco traspante, soprattutto in una produzione di qualità.
 

L'aiuto della Pac

"I produttori di proteaginose del Centro Italia - ha spiegato a marzo Alberto Assirelli, ricercatore del Crea-IT - usufruiscono di un aiuto accoppiato pari al 3,03% del plafond per il sostegno accoppiato. Le Regioni dove l’aiuto è percepibile sono: Toscana, Umbria, Marche e Lazio (che rappresentano oltre il 70% dell'intera produzione). Le colture ammissibili all'aiuto sono il girasole, il colza, le leguminose da granella (in particolare pisello, fava, favino, favetta, lupino, fagiolo, cece, lenticchia e vecce) ed erbai annuali di sole leguminose. I dati definitivi, comunicati da Agea, indicano una superficie a premio di 278.936 ettari. Il pagamento erogato è di 47,72 euro/ha".
 

Sguardo al futuro

In questo processo evolutivo l’innovazione diventa indispensabile per rafforzare il comparto. L'innovazione varietale rappresenta sicuramente un aspetto essenziale di questo processo, che ha permesso di creare ibridi dall'alto contenuto di acido oleico, un acido grasso monoinsaturo appartenente alla famiglia degli omega-9 resistente all'ossidazione, utile per il benessere della salute. La fortuna dell'olio di girasole alto oleico si deve alla sua versatilità d'impiego ed alla 'leggerezza'. Anche l'industria alimentare ed il settore dolciario si stanno avvicinando a questo prodotto. Senza dimenticare che sempre più spesso si vedono bottiglie di questo olio sugli scaffali della Gdo. In un olio di girasole prodotto da queste varietà si può arrivare ad avere un contenuto di oleico pari al 90%, mentre prima si arrivava al 20-30%; in quello d'oliva si arriva a 70-80%. E le varietà oggi sono molto più stabili ed uniformi del passato. 
Un'altra spinta può arrivare da un'ulteriore differenziazione della destinazione d'uso. I nuovi ibridi infatti sono sempre più adatti alla produzione di panello, valida alternativa nell'alimentazione delle vacche da latte, minor costo ed alte rese, e per i suini, maggiore qualità e conservazione delle carne. Da sviluppare la resistenza alla Peronospora, malattia fungina che può compromettere lo sviluppo delle piante e la produzione di seme.

Altri parametri su cui si sta lavorando sono: maggiore resa produttiva degli acheni, maggiore contenuto in olio, un ciclo produttivo più corto, minore altezza della pianta, maggiore peso medio degli acheni.

Per guardare le principali novità varietali in ambito del girasole vi sonsigliamo di consulatare il catalogo prodotti della principali aziende sementiere del settore: Syngenta seeds, Kws, Agroservice spa, Corteva Pioneer, Sis, LG seed, Apsovsementi, Novasem, Mass seed, Caussade semencesRagt Italia.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest - riproduzione riservata

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